sui nostri corpi consumati

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sentivo gocciolare

la sua schiena

sfioravo ogni tremore

della sua pelle

silenziosa

trascinava la mia anima

senza tempo

di donne ne avevo viste

di bellissime

nessuna capace di salvarmi

il mio indice scendeva

fino alle sue costole

tornava indietro

risaliva fino al collo

cominciavo a contarle le ossa

una ad una fino a crollare

in quell'equilibrio

di respiri e silenzi

perdevo i sensi

le nostre mani

restavano attratte l'una

dalla gravità dell'altra

e tutto fino a perdersi

sui nostri corpi consumati

Come Cani SelvaggiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora