Prologo(?)

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Era una giornata fredda di dicembre, per l'esattezza il 28 dicembre, le nuvole grigie coprivano completamente l'azzurro del cielo, non lasciavano trasparire nemmeno un fioco raggio di luce.

Ragnar: hej idiot, hvordan har du det? Hvilken sjov dag.
Lagertha: ma parla in italiano, che ti fai il figo col traduttore, cretino!

L'ambizione di Ragnar era quella di essere un samurai vichingo, e dato che col suo aspetto, caratterizzato capelli lunghi, castano scuro, rasati ai lati e legati con un elastico nero in un codino, che a detta sua, fosse il top, il tutto accompagnato da una, abbastanza lunga, folta e morbida barba, non riusciva ad esplicitare le sue passioni. Parlava, quindi, anche in danese ed in giapponese, ma con scarsi risultati, poiché le sue basi linguistiche si basavano su frasi ed esclamazioni, acquisite tra serie tv ed anime giapponesi, invece per il resto erano frasi, grammaticalmente scorrette, generate dal traduttore dello smartphone.

Ragnar: dande o kisama, shine, watashi wa shinigami de su, sashimi harakiri.
Lagertha: ma la smetti? Hai appena detto parole a caso! Come devo fare con te? Portami a mangiare vá.

Così i due andarono a fare colazione, scelsero il locale preferito di Lagertha, dove tutti conoscevano la sua ingordigia, ma nessuno la giudicava. Presero un cornetto al pistacchio, una cioccolata calda e dei biscotti, anche se la loro intenzione era quella di sbaffarsi mezza caffetteria. Lagertha era carica di sensi colpa, sporca di cioccolato, ma sazia e felice, Ragnar al suo solito, stava male, aveva lasciato un pezzo di cornetto. Però, quando era in compagnia di Lagertha, la corazza che aveva forgiato negli anni, che usava per mostrarsi, serio, apatico (ed ogni aggettivo antisociale che esista) si apriva, come un riccio, facendo uscire allo scoperto il suo affetto, la sua dolcezza e fragilità emotiva, infatti considerava la sua compagna di vita, come il suo punto debole, la sua kryptonite. Perciò, appena usciti dalla caffetteria, Ragnar diede l'avanzo della sua colazione ad un clochard che aveva intravisto(mentre si faceva pagare la colazione da Laghertha) precedentemente, dalle vetrate del locale, il quale riversava sul freddo manto stradale.

Ragnar: tieni amico, questo è per te.
Clochard: *con voce rauca e dall'odore di sambuca* grazie fratello, ma...non c'hai un'euro? Devo prendere il treno.

Detto ciò, Ragnar capì che il suo nuovo amico clochard, in realtà era un tossico reduce dei rave party di natale, il quale aveva speso tutti i soldi dei regali di natale, in alcol e druoghe. Questa intuizione arrivò anche grazie alla sua perspicacia, la quale lo portò alla stilazione del profilo sociale del suo altolocato interlocutore, portandolo a notare ogni particolare, come i denti marci, gli occhi rossi, contornati da occhiaie nere ed i buchi sulle braccia del tossico...sembravano buche da golf.

Ragnar: ma vattene a fanculo, per cortesia!
Disse scagliando il pezzo di cornetto per terra.
Lagertha: potevi darlo a me! Che sto sciupata...

Così i due iniziarono ad incamminarsi, anche perché l'odore acre, dell'impavido giovine, aveva tardato ad arrivare. Quindi, con molta nonchalance, si avviarono verso la loro prossima meta, mentre il loro nuovo amico imprecava contro il buon senso civico di Ragnar.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Jan 24, 2020 ⏰

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Ragnar e Lagertha: due vite, ma un unico schifo.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora