Prologo

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Una leggenda narra di un mondo diverso da quello in cui siamo... di un mondo in un'altra dimensione. In questo vivono creature di ogni tipo, alcune simili alle nostre, altre avvolte nel mistero. Si narra anche di diversi ambienti, popolati da clan che si combattono continuamente, senza sosta.

Ma questa è solo una leggenda, sarebbe da stolti darle credito.

Tuttavia, se fosse vero, verrebbe aperta la strada a molte altre leggende, come per esempio:

"un giorno in quel mondo arriverà un ragazzo proveniente da un'altra dimensione, che può domare la magia blu. Questo ragazzo sarà predestinato ad unire tutti i popoli in guerra, in un solo regno: Il vasto regno di Candila."



Il ragazzo emise un respiro di sollevo. Finalmente c'era riuscito, nonostante la pigrizia che lo aveva ostacolato per tutti gli anni precedenti. Finalmente aveva pubblicato il suo primo videogioco, 'Therian'.
Era un progetto al quale era molto affezionato; era iniziato per un semplice gioco di infanzia, ed è continuato nella fantasia della sua mente. Ma non solo della sua.

Mandò un messaggio al team di sviluppo che aveva lavorato con lui negli anni precedenti, per informare i membri di quanto avessi appena fatto, e che sarebbe subito sceso. Avevano un appuntamento per andare insieme all'Eur, un quartiere di Roma, e cenare insieme da qualche parte.

Quindi spense il computer e si alzò dalla sedia, ma qualcosa catturò la sua attenzione verso la finestra.
Dall'altra parte c'era sempre il solito panorama: una vista dal quinto piano su una decina di palazzi, dietro il quale si stagliava un infinito cielo serale contenente una miriade di stelle coperte dall'inquinamento luminoso.

Eppure gli sembrava di aver visto qualcosa spostarsi lì in mezzo con la coda dell'occhio.

Dopo un'attenta osservazione appurò che era stata solamente la sua immaginazione a fargli brutti scherzi; quindi prese dalla scrivania la sua fidata borsa, ormai compagna di mille avventure, e un giacchetto impermeabile. Si avviò allora verso la porta, salutando i suoi genitori, per poi uscire di casa.

In ascensore sfruttò lo specchio a parete per darsi un'occhiata, e con la mano si diede giusto una sistemata al lungo ciuffo che gli copriva quasi metà faccia e ai capelli castani lunghi fino al collo. Indossava una semplice maglietta verde invernale coperta dal giacchetto e dei pantaloni della tuta blu, con tanto di scarpe da ginnastica nere, il primo paio che aveva trovato. Nulla di particolare, solamente il suo look abituale.

Aperto il portone del palazzo l'aria gelida invernale lo investì pienamente. Sentì allora un suono proveniente dal suo orologio, altro compagno fidato che si portava dietro da un bel po' di tempo, che segnò lo scoccare delle 19.

"Sono in ritardo" pensò, e si avviò correndo verso il luogo dell'appuntamento, distante una manciata di minuti dalla sua casa.

Tuttavia, dopo forse un minuto di percorso fu costretto a fermarsi.

Raggiunse un incrocio in mezzo ad una lunga salita di una strada abbastanza rovinata, presente crepe, macchie e chiazze verdi di piante sul marciapiede. Tuttavia vi era un odore strano, non più quella vaga miscela di smog e fogna, ma bensì qualcosa di diverso. Qualcosa di dolce e forte.

In mezzo alla strada c'era una massa gialla e gelatinosa alta più o meno mezzo metro che avanzava lentamente verso l'incrocio alla sua sinistra.

"Ma cosa-" esclamò il ragazzo più che stupito, mettendosi a debita distanza, senza smettere un attimo di fissare quella massa informe. "Cos'è quella roba"

Decise allora di prendere il telefono per fare una foto, e vedendo l'ora si disse che sarebbe dovuto scappare subito dopo.

In corsa ricontrollò la foto, per poi posare il telefono. Nell'immagine si poteva vedere una massa gialla informe alta mezzo metro situata in mezzo alla strada dietro casa sua. In testa non facevano altro che balenargli domande come "cos'è quella roba? Che ci fa lì? Cos'è successo?", ma quando si ricordò del ritardo decise solamente di correre più velocemente.

Therian: la scoperta di un nuovo mondoWhere stories live. Discover now