who's in love?

prologo

Eccolo, stava arrivando, mancavano solo cinque minuti alle undici, e le undici era la loro ora. Beh, lei la chiamava così almeno.

Lucy DeValentino era seduta sul balcone di camera sua, con le gambe fuori che penzolavano nel vuoto e fissava il grande pino, poco più in fuori della grande foresta.

Era lì fuori da quasi un'ora e anche se sapeva che lui non sarebbe arrivato prima delle undici, Lucy non poteva farne a meno, lo definiva "un sacrificio necessario" a cosa però, non ne era sicura. Era novembre e quell'anno sembrava che le stagioni fossero in riproduzione casuale, quindi sembrava essere alla fine di agosto, il che era un bene per Lucy che ogni sera se ne stava lì fuori ad aspettarlo.

Scoccarono le undici e con la puntualità di un orologio svizzero, lui comparve. Lui, il ragazzo misterioso che non invecchiava, quel ragazzo che vedeva sin da bambina, quel ragazzo che da subito le aveva rubato il cuore.

Lui rimase lì a fissarla e lei a fissarlo. Era buffo che nessuno dei due si decideva a dire qualcosa ed era buffo che Lucy si era innamorata di un ragazzo di cui non conosceva nemmeno il nome. Rimasero lì a fissarsi come al solito. E come da programma dopo un minuto, un minuto preciso -come se lui contasse quei piccoli 60 secondi- , scomparve. Lucy cominciava a pensare che quel ragazzo fosse solo frutto della sua fervida immaginazione, dopotutto nessun ragazzo sarebbe potuto essere reale con un aspetto come il suo: gli occhi grandi e anche se erano distanti, Lucy riusciva a intravedere il verde smeraldo dei suoi occhi. Il naso piccolo e all'insù gli dava quell'aspetto da ragazzino, che però veniva sminuito dai muscoli delle braccia. I capelli corvini e disordinati avevano bisogno di una spuntatina, ma gli donavano quel "lato selvaggio" di cui aveva bisogno. Avrebbe mai potuto essere reale un ragazzo del genere?

Sempre sul balcone si sdraiò a fissare le stelle e a rimuginare su quei pensieri, finché non si addormentò con le gambe che le penzolavano ancora nel vuoto.