Capitolo 1

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Tutto nuovo, tutto estraneo... Una nuova vita.

Non avrei mai pensato di poter stare così male dopo che Aleks mi ha fatto le corna per andare da quella puttana di Samantha  per di più mi sono dovuta trasferire in un'altro paese cioè Boston.

Va be la vita va avanti e così io, basta perdere la testa per un coglione che non mi merita...
È questo che mi diceva il mio migliore amico Herik.

Herik e io siamo molto legati, non vivo senza di lui è stata la prima persona a capire come mi sentissi veramente, a come farmi sorridere, a come farmi pensare quando sbaglio... È il mio angelo custode e la cosa bella è che ci trasferiremo dove abita lui e ne sono felicissima.

***

Eravamo appena entrati nell'appartamento che i miei genitori avevano Acquistato.
Avevano già fatto l'iscrizione alle scuole e quindi dopo domani avrei già iniziato uffa

Frequento il terzo anno di superiori e Herik il quarto per fortuna nella stessa scuola.

Per oggi non avevo niente da fare quindi ho semplicemente messo in ordine la mia camera mettendo i vestiti nell'armadio e visto che era una bella bella giornata ho deciso di farmi un giro del quartiere.

Era settembre e quindi dopo domani non sarò l'unica a iniziare la scuola.
Ad ogni modo, mi misi dei jeans corti e strappati all'estremità con una maglietta bianca, corta e le converse bianche, non mi truccai più di tanto apparte di un abbondante mascara sulle ciglia.

Presi le chiavi, il telefono e raggiunsi mia madre in cucina che stava cercando di sistemare le pentole.

"mamma io esco"

Non mi rispose neanche quindi alzai gli occhi al cielo e uscì di casa fregandomene del fatto che forse non mi aveva sentito.

Io e mia madre non abbiamo mai avuto un gran rapporto e tanto meno con mio padre, semplicemente vivo con loro, dormo con loro e mangio con loro poi per il resto niente di più confidenziale diciamo.

Io mio carattere però non facilita per niente le cose,
A scuola vado abbastanza male ed è qualcosa se prendo un 6, sono molto estroversa e non mi faccio molti problemi a mandare a fanculo la gente, tengo testa a tutto nulla mi può mettere al di sotto.

Mi piace tantissimo polemizzare infatti nella mia vecchia scuola cercavo sempre di litigare perché vincevo sempre io alla fine, ho sempre la risposta pronta a tutto e ad essere sincera mi ritengo una persona acida e a tratti antipatica ma questo solo perché gli altri non arrivano alla mia superiorità, so rispondere a tono perfettamente sempre e comunque.

La realtà è che sono così per una buona ragione: alle elementari mi bullizzavano perché mi ritenevano grassa e io che all'ora non avevo una grande mentalità non facevo altro che piangere e cercare i vermi sotto la terra del piccolo giardinetto dove andavamo per l'intervallo.

Stessa cosa Alle medie :mi sono ritrovata con uno dei ragazzi più popolari della scuola che non faceva altro che bullizzarmi e io naturalmente rispondevo a tono e tutto quello che dicevo lo andava a riportare ai suoi amici della comitiva però non diceva quello che mi riferiva lui... Quindi dopo che mi sono fatta la reputazione della ragazza odiata da tutti lui ha iniziato ad insultarmi anche d'avanti gli altri perché in fondo ero una ragazza "antipatica" e quindi quegli insulti me li meritavo... Secondo loro.

Comunque ora ho capito che l'indifferenza è la migliore arma per davvero e ora sono davvero fiera del mio carattere, di come sono riuscita a superare la cosa, anche se non del tutto, e di come ho sempre la risposta pronta.

Stavo passeggiando tra le case di questo piccolo quartiere di Boston pensando al mio passato purtroppo indimenticabile.
Herik sapeva che mi sarei dovuta trasferire ma non sapeva che sarei arrivata oggi così mentre camminavo per raggiungere la fermata del bus sono entrata nella chat tra me e il mio migliore amico e trovai proprio il messaggio che cercavo: del tempo fa gli avevo chiesto dove abitasse, ovviamente ancora prima di sapere del trasferimento, glielo chiesi perché se mai ci fosse stata la possibilità di andarlo a trovare avrei già avuto la sua via.

Quindi schacciai la posizione e mi diceva che ci sarebbero voluti 10 minuti con un veicolo.

Arrivai alla fermata dove sulla panchina erano poste alcune persone tra cui un ragazzo che attirò immediatamente la mia attenzione, era davvero bello e i suoi occhi verde smeraldo facevano un meraviglioso contrasto con la sua maglietta nera della the north face.

La voglio pure io quella magliaaaa!

<Mi  dispiace ti ricordo che sei povera>

<Ma stai zitta stupida vocina nella mia testa! >

<Beh qualcosa deve pur contenere la tua scatola cranica no?>

<Ma stai zitta!>

Mi sedetti a una certa distanza da lui dato che comunque non lo conoscevo.
E siccome mi sentivo abbastanza a disagio ho preso il telefono e pensai immediatamente a scrivere a qualcuno cose a caso, peccato che mi odiavano tutti e quindi accesi il telefono e tocca vari punti del telefono facendo finta di scrivere.

Si mise a ridere e disse
" sei ridicola" e rise di nuovo

" vedo che ridi con gusto"  dissi acida
"come faccio a non ridere mentre una ragazza fa finta di chattare con il telefono spento solo per smorzare l'imbarazzo?" e rise ancora più forte di prima.
" va bene abbiamo capito piantala!" dissi alzando gli occhi al cielo.

"vedo che siamo acide stamattina"
"sai cosa ti farebbe bene?"
"eh cosa sentiamo" disse con un sorrisetto rpovocatorio e guardandomi dritto negli occhi
" 70 fantastici grammi di cazzi tuoi! Lo sai che fanno bene alla salute e campi fino ai 100 anni?" risposi più acida di prima

Mi guardò con la bocca semi aperta e quando si accorse che gli stavo fissato le labbra sul suo volto apparse un sorrisino.

" se proprio acida eh" disse ancora sorridendo
" sai non ti conosco ma sei snervante"
" beh allora potremmo conoscerci, sono Tyler" disse porgendomi la mano
"Amanda" dissi stringendogli la mano

Mi persi nei suoi occhi verde smeraldo ma poi arrivò l'autobus e dovetti salire
"allora ciao"
"aspetta!" disse porgendomi un foglietto
Lo guardai stranita
"è il mio numero"
Sorrisi
"ok beh allora ci vediamo"
Dissi salendo sul bus

Arrivai a destinazione e mi fermai davanti al portone del suo condominio.
Siccome volevo fare una cosa per bene suonai al citofono di un'altra porta e chiesi gentilmente se potesse aprirmi il portone.

Arrivai davanti la porta di casa sua leggendo il cognome e lo chiamai.

"ciao scimmia"
"ciao scemo" dissi in una piccola risata
"di cosa hai bisogno?"
"ho bisogno di sapere se ti è arrivato il pacco che ti ho inviato"
"mi hai inviato un pacco?"
"sì per il tuo compleanno"
"ma se compio gli anni in ottobre" disse in un a piccola risata
"oh senti non ti è arrivato nessun pacco però siccome sono fuori dalla porta da circa mezz'ora preferirei che mi venissi ad aprire"

Chiuse la chiamata e in un attimo la porta si aprì lasciandomi la vista del mio migliore amico che si fondò su di me abbracciandomi da sotto le braccia e io sopra le sue.

Mi sollevò essendo più alto di me e mi portò in casa.

"ti voglio bene anch'io ma mettimi giù" dissi ridendo.

Sì staccò con un sorriso che gli arrivava da un orecchio all'altro.

"perché non mi hai detto nulla?" mi chiese
"volevo farti una sorpresa"
"beh ci sei riuscita" disse abbracciando i di nuovo.

"beh cosa vuoi fare? Di certo non rimarrò a casa tua ad annoiarmi"

" usciamo ti faccio vedere la zona"
Mi disse per poi prendermi per mano e portarmi fuori con sé.

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