Prologo

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San Valentino!
Oggi è San Valentino!
È questo il pensiero che mi gira in testa mentre cammino per le strade di Roma da sola con il bavero del cappotto rosso sollevato.
Mi fermo ad osservare una vetrina addobbata per la festa degli innamorati: cuori e fiori sono presenti ovunque.

Se ripenso al mio San Valentino dello scorso anno mi piomba addosso una tristezza e mi viene solo da piangere.

Ero felice lo scorso San Valentino perché ero in compagnia dell'uomo che amavo, mentre oggi mi ritrovo in compagnia solo del mio cuore infranto e non della persona amata.

Mi sistemo la sciarpa e riprendo a camminare senza sapere esattamente dove dirigermi, so solo che posso dormire a casa di nonno Riccardo qui nella capitale senza dover rientrare nel mio paese. Cammino tra le strade dello shopping e noto le coppiete innamorate che camminano abbracciate o che si baciano.

Beati loro!

Se ripenso a questi ultimi mesi a stento riconosco la mia vita e pure me stessa; i miei genitori ripetono che passerà e che riuscirò a ritornare quella di un tempo e scordare il dolore che provo in questo momento. Peccato che loro non abbiano mai perso la persona amata perché è morta a causa di un stupido incidente stradale.

L'unica persona che riesce realmente a comprendermi è nonna Amalia, la quale essendo già passata in una situazione analoga alla mia riesce davvero a comprendere ciò che provo.

Sono stati mesi tremendi! Cerco costantemente di reagire sia per me stessa sia per i miei cari, ma proprio oggi non riesco a reagire e cosi sono venuta nella capitale in cerca di tranquillità ed anche di pace.

Pace che qui non trovo, visto che dovunque poggio il mio sguardo trovo solo coppiette di innamorati.

Sbuffo e continuo a camminare, arrivo a Ponte Milvio e mi appoggio al muretto e guardo l'acqua del Tevere che scorre sotto del ponte e quindi anche sotto di me.

No, non ho intenzione di gettarmi nelle acque del fiume che attraversa la capitale d'Italia.

Tiro fuori il cellulare dalla tasca del cappotto e recupero gli auricolari e me li sistemo nelle orecchie, cosi in questo modo spero di riuscire ad allontanare le voci che mi circondano.

Sospiro mentre parte una canzone della mia playlist.

Ritorno ad osservare l'acqua del Tevere che oggi e' scura come il mio umore.

Resto in contemplazione ma in realtà sono solo immersa nei miei pensieri più oscuri.

Perché mi ha lasciata da sola?

Perché?

Perché Davide è dovuto morire?

Perché è morto cosi giovane?

Perché?

Queste sono le domande che continuano a girarmi nel cervello sin dal momento in cui mi sono svegliata dal coma.

So solo che la vita e Cupido si sono presi gioco di me: mi sono innamorata di Davide dopo una prima delusione amorosa per poi vederlo morire in quel maledetto incidente stradale.

Inizio a camminare perché il freddo inizia a farsi sentire restando cosi immobile.

Quel giorno di luglio ho perso una parte importante di me stessa, so che sembra esagerato dire ciò visto quanto sono giovane però mi sento come se non avessi più una parte del mio corpo.

Cupido mi ha tirato davvero un tiro mancino scoccando quella freccia nella mia direzione! Quel nanerottolo con le ali e quel specie di pannolino mi ha segnato l'esistenza.

San Valentino ed un cuore spezzato?Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora