Capitolo II

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Non riesco a crederci, un gatto nero è appena sbucato dal nulla, come per magia. Non ho ben capito cosa era, ho potuto intravedere una strana apertura vicino al cancello principale della scuola, non era proprio per terra ma quasi a mezz'aria. Eppure, con gli occhi spalancati e appiccicati al vetro, lo rivedo. Quel micio sta entrando nell'istituto, mentre continua a guardarsi a destra e sinistra. Deglutisco, sento i muscoli intorpidirsi. Inizio ad immaginare il peggio, come un film apocalittico. Magari viene da un altro pianeta ed è arrivato fin qui solo per ucciderci. Mentre sono avvolto nei miei pensieri non mi accorgo di non avere tolto il foglio dalla stampante e così ne ha fotocopiate una montagna. Mi muovo a liberarla ma nel farlo inciampo su un foglio caduto per terra. Per fortuna non mi faccio molto male, mi sono aggrappato al mobile che sta affianco alla macchina. Però, grazie a quella caduta, mi viene in mente un'idea. Steve non è ancora rientrato in classe e guardando l'orologio sono solo le 8:10. Ormai conosco qualche posto dove va a limonare con le ragazze, devo trovarlo per parlargli di quanto ho visto. Lui sicuramente riuscirà ad aiutarmi. La nostra amicizia è sempre stata molto forte, ci siamo sempre supportati a vicenda, lui persino era passato alle mani per difendermi. Essendo mingherlino era capitato che mi prendessero di mira, ma lui è sempre intervenuto. Gli devo molto. Per la prima volta nella mia vita farò qualcosa di completamente fuori dagli schemi: mollo le verifiche e mi precipito verso l'uscita della Parador. Il suo luogo preferito era il ripostiglio degli attrezzi, si trova dietro la scuola, dopo i campi di basket. Un piccolo capannone in legno, vecchio stile, per qualche strana ragione il guardiano si dimentica sempre di chiudere la porta, così lui ne approfitta con chissà quale bella ragazza. La mia resistenza è pessima, e questo sicuramente ha sempre inciso in tutti gli sport, sono negato, da sempre. Sudato e aggrappatomi un secondo alla porta in legno, riprendo fiato ed entro di colpo. Stranamente, non c'è nessuno, soltanto buio. Credevo di avere fatto centro e invece, Steve non c'è ...

- Stai cercando qualcuno? -

Non avevo mai sentito quel tono di voce, pareva qualcuno di possente, pronto a uccidermi. Tremante, mi giro e stupefatto, non vedo nessuno!

- Qui sotto. -

Arriccio un sopracciglio, non riesco a capire cosa intenda, così abbasso lo sguardo e tiro un urlo per la paura. Appena lo vedo balzo a terra, terrorizzato. La voce proviene dal gatto nero, è proprio lì, davanti a me. Inizia a leccarsi una zampa, sembra così tranquillo, come se avesse la situazione in mano. Mi pulisco i pantaloni, mi rialzo e intanto lui mi fissa quasi con un ghigno in faccia.

- Lo so che mi hai visto ragazzo. -

Non riesco a rispondere, quel dannato micio sta interloquendo con me. Senza nemmeno avere il tempo di pensare ad un piano, si avvicina lentamente, così di colpo fuggo all'interno del capannone, e mi nascondo in un punto buio dietro un vecchio scatolone. Con le mani mi copro la bocca, per far sentire meno il respiro. Poi, piano piano, sento le sue zampe che si avvicinano sempre di più a me. È entrato, mi sta cercando.

- Ragazzo... Secondo te perché stavo entrando nella scuola? Forse ho sbagliato a tornare nel tuo mondo passando in un luogo così osservato. -

Il mio mondo? Incomincio persino a tremare, voglio che questo incubo finisca al più presto.

- Stavo venendo da te. Chiunque mi veda e scopra la mia identità. Deve morire. -

Il cuore mi si ferma, per un secondo. Il gatto mi sta cercando , sin da quando è sbucato nel cortile.

La mia vita dovrebbe finire per mano di un maledetto micio nero?!

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