Prologo

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Flashback

Attorno a lei solo buio, o almeno è tutto ciò che riesce a vedere in questo momento. Il nero più profondo e spaventoso, spezzato solo dai lampeggianti blu di quella che deve essere un'ambulanza. La testa che quasi scoppia, dal dolore, dalla confusione, dal vociare continuo di persone che le ripetono solo di stare tranquilla. Nessun muscolo riesce a muoversi, il petto si alza e si abbassa a fatica e ha un dolore lancinante ovunque.
Filippo.
Filippo.
Filippo.
La sua mente riesce solo a ripetere quel nome in continuazione, come se fosse l'unica cosa in grado di tenerla sveglia e non farla sprofondare in quello che potrebbe essere il sonno più lungo della sua vita. Quel ragazzo dagli occhi cristallini che, fino a poco fa, era seduto nel sedile accanto a lei, mentre con una mano teneva con rabbia il volante e la sua voce gridava con tutta la sua forza. Filippo, che adesso non c'è o che almeno lei non riesce a vedere e sarebbe tutto più semplice se ce la facesse. Invece, attorno solo buio. Desolante, profondo e infimo come solo il vuoto sa essere. I suoi occhi che vagano ovunque, mentre delle mani estranee non fanno altro che toccarla, sfiorarla, muoverla e farla sentire piccola. Così minuscola, di fronte a qualcosa di così grande da farle venire i brividi. Le fanno domande su domande, le chiedono di muovere gli occhi e seguire quella piccola lucina luminosa, ma niente in questo momento è in grado di smuoverla.
"Fi - Filippo" riesce solo a sussurrare, così flebilmente che nessuno la sente e la sua voce resta un flebile eco nel rumore.
Vuoto, tutto questo è così vuoto.
Lei si sente svuotata, dilaniata dentro da un dolore troppo grande da affrontare, aperta a metà da un qualcosa che la renderà una persona diversa. Perché da questo momento niente sarà più come prima, mai più. Ci sarà solo una Isabelle, divisa tra un prima e dopo questa serata infernale. Una ragazza troppo giovane, spezzata da una sofferenza troppo grande persino da superare, ferita da un taglio troppo profondo da pensare di poter rimarginare.
Filippo ha premuto l'acceleratore, si è lasciato trasportare dalla rabbia, ha spento completamente la spina del cervello e non ha fatto caso a lei. Alle sue grida, alle suppliche disperate e tra le lacrime, alle sue gambe tremanti e alle mani sudate. E la vita è un brivido che vola via, nel tempo di un attimo può stravolgersi completamente, cambiando irrimediabilmente la sorte di due persone, senza possibilità di tornare indietro. Filippo è l'unica persona che potrebbe farla stare meglio, ma adesso non è al suo fianco a tenerle la mano e a sussurrarle che andrà tutto bene. Perché le facce preoccupate che vede davanti agli occhi, il sangue che macchia i vestiti e l'asfalto, le voci forti attorno a lei e tutta questa confusione non le stanno facendo credere che andrà tutto bene.
Anzi, forse andrà solo peggio.
Ma può davvero esistere qualcosa peggio di tutto questo? Ho paura, ma forse si.
Non ricorda niente se non un colpo assordante, uno schianto e un rumore metallico di lamiere scoppiate con la stessa forza di una bomba. Una sola cosa le rimbomba in mente, la voce di Filippo che la chiama con tutta la sua anima, che urla il suo nome nel buio della notte, quasi la paura lo stesse squartando dentro.
Poi, più nulla.
Come se il cervello si fosse spento per un po' ed il suo corpo avesse sentito la necessità di sprofondare nel vuoto più profondo. Deve essere svenuta, sicuramente deve aver perso conoscenza per un bel tratto di tempo. Prima era dentro alla macchina, schiacciata tra il sedile e chissà quale altro pezzo di macchina. Adesso, da quello che riesce a capire, è sdraiata sull'asfalto grigio proprio accanto al guardrail totalmente sfasciato. Ma la sua unica preoccupazione è Filippo, perché non sentirlo, non poterlo vedere e né tantomeno averlo accanto, la uccide dentro. La spezza ancora di più del dolore che sente in questo istante, in qualsiasi punto del suo corpo.
"Vi - vi prego" cerca di farsi capire, ma dalla sua bocca esce solo un flebile velo di sospiro, che nemmeno riesce a riempire l'aria. Vorrebbe solo essere ascoltata da qualcuno, vorrebbe solo essere presa in considerazione, vorrebbe che una di queste persone la guardasse negli occhi e la trattasse come una persona cosciente che sta capendo tutto ciò che le sta accadendo. Vorrebbe vedere Filippo arrivare in questo preciso istante e che il suo sorriso riuscisse a riportarla a casa, protetta tra le mura della sua cameretta. Vorrebbe solo chiudere gli occhi e scoprire che è tutto un incubo, solo un incubo terribile ma che dimenticherà tra poco. Non fa altro che sbattere le palpebre in continuazione, sperando che lo scenario davanti ai suoi occhi cambi e che quelle sirene smettano di suonare senza sosta, che quei lampeggianti si fermino e che le voci dei soccorritori si trasformino nell'unica che vorrebbe sentire. Ma nulla va mai come si vorrebbe, tantomeno in un'occasione così tragica e difficile quanto questa. La voce di Isabelle si perde nel rumore, tra le nuvole e la pioggerella sottile che sta cadendo dal cielo. Non c'è nessuno a proteggere lei, a farle da scudo contro la paura, a sussurrarle che tutto andrà bene.
Tutto andrà bene, forse.
O forse è già tutto così distrutto da non poter più ripararsi, la sua vita le si è frantumata davanti agli occhi solo pochi minuti fa e lei non potrà farci mai più niente. Tutto le è scivolato tra le dita senza nemmeno darle il tempo di rendersene conto, che a volte da una cosa minuscola ne deriva una grande quanto un muro di cemento insormontabile, capace di azzerare tutto.
E forse è questo ciò che è accaduto poco fa, anche se ormai sembrano passate ore, addirittura giorni. Il tempo in queste occasioni è sicuramente il compagno meno opportuno, sembra quasi smetta di correre, di anticipare lo scorrere delle lancette. Si ferma, cammina così lento che mette i brividi, che un secondo passa in almeno dieci battiti di cuore e sembra di morire.
Dentro, fuori, non fa differenza.
Che ti sembra di soffocare, che i polmoni non facciano nemmeno a tempo a tirare un respiro più profondo, che tutto intorno si fa più scuro.
Sempre più buio.
Il respiro rallenta, gli occhi faticano a stare aperti, le voci rimbombano nelle orecchie come un frastuono lontano e tutto sbiadisce. Le vengono in mente almeno mille domande a cui non troverà una risposta, pensa alla morte e a ciò che sta dall'altra parte: l'amore, quello viscerale. Le passano davanti agli occhi tutte le istantanee della sua vita, dai momenti perfetti a quelli tremendi, dalla sua famiglia a quel ragazzo dagli occhi cristallini, da lei bambina a lei ormai quasi donna. Scorrono tutte velocemente, fin troppo per i suoi gusti, ma forse è questo che accade poco prima di morire e quando riesci a rendertene conto.
Ed è bello poter sentire tutte quelle sensazioni sulla pelle, come se quei trenta secondi fossero eterni e la sua intera vita potesse essere riassunta solo in quel piccolo lasso di tempo.
Assurdo, forse solo questo.
Intenso poter rivivere tutto, ma Isabelle sta solo pregando di poter avere Filippo al suo fianco, che le sussurra che andrà tutto bene, che lui è esattamente lì al suo fianco e che la proteggerà per sempre. E il fatto che lui non ci sia, che nessuno riesca a percepire i suoi sussurri, che lei non riesca a chiamarlo, la distrugge dentro. Più delle ferite, del dolore, del sangue e della paura.
Più di ciò che verrà.
Più della cruda verità che dovrà affrontare.
Più di questa notte atroce.
Più di tutto il resto.
La consapevolezza che lei sia stesa sull'asfalto grigio, affiancata da sconosciuti e lui non sia lì con lei, la terrorizza.
Ha paura.
Quella vera, quella che ti coglie all'improvviso e ti stringe lo stomaco come una morsa di acciaio. Paura che sia tutto finito, che lui sia da un'altra parte e stia pensando le sue stesse cose, che tutto possa sgretolarsi stasera. Che il piede di Filippo premuto troppo sull'acceleratore, possa aver davvero distrutto tutta la felicità, tutte le emozioni, i sorrisi, i ricordi e quel piccolo pezzetto di vita che stavano cercando di costruirsi insieme. Non può essere successo davvero, non può andare tutto così male e avere una fine. Isabelle ha paura che da stasera nulla sarà più come prima, che tutto attorno a lei cambierà, che dovrà imparare a vivere senza Filippo e le sembra tutto troppo assurdo. Perché lei senza Filippo non sa essere nulla, perché potrebbe anche sopravvivere senza di lui, ma la sua vita non sarebbe più la stessa. La felicità sbiadirebbe assieme al ricordo dei suoi occhi e tutto ciò fa troppo male persino da pensiero. Ha paura, una fottuta paura di aver perso tutto di colpo, senza nemmeno aver la possibilità di fare qualcosa, anche la più piccola.
Boom.
Un boato di lamiere contro il guardrail, lo stridore delle gomme sull'asfalto, le grida che si mischiano e le voci appena sussurrate che si chiamano.
Da lì, più nulla.
Tutto finito così.
Filippo non è qui, chissà dov'è, chissà come sta, chissà se ha bisogno di lei quanto Isabelle avrebbe bisogno di lui. Ma non è qui, forse perché la vita ha deciso di portarglielo via, forse perché il destino gioca sempre in un modo troppo infame, forse perché non potrà più stringerle la mano, perché le loro labbra non potranno più scontarsi, perché il suo respiro non rivivrà dentro ai suoi polmoni. Forse perché Filippo da oggi resterà solo un ricordo, il più grande, bello e doloroso della sua intera vita. Lui non è qui adesso, ha paura che non sarà più accanto a lei e così la morte le sembra il pensiero più dolce.
Lascia che i suoi occhi si facciano pesanti, sempre di più, fino a perdere il contatto con il mondo e con i suoi sensi. Le sirene non lampeggiano più, le voci si ammutoliscono, il dolore sparisce, le ferite non sputano più sangue e lei si addormenta. Piano, come fosse cullata da quella fiaba che le piaceva tanto quando era solo una bambina.

Spazio dell'autrice
Sono tornata finalmente e non vedevo l'ora di poterlo fare! Da questo momento questa storia è anche vostra, le mie idee su scriveranno su pagine bianche e le mie emozioni verranno condivise con voi...è tutto ciò di cui ho bisogno ❤️
Buona domenica e io vi aspetto, sempre qui!

Ps: entro sera ci sarà un'altra sopresa ✨

Facciamo un viaggio, che ne dici? || Irama Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora