song : "mothers" - daughter________________ 🕯 _________________
" questa è una storia
mio caro lettore
di un demone che provò gioia
donando il proprio amore.
espresse un desiderio
nascendo per errore
scatenando un putiferio
che generò dolore.
scagliata la freccia del peccato
sorrise amaramente
il suo cuore tanto amato
abbandonava ormai il presente.
... "
queste parole si ripetevano all'infinito nelle sue membra, destandolo da sensazioni contrastanti.
timore dell'ignoto,
angoscia provata nell'oscurità totale,
trasparenza della verità ... tutto era confuso e incomprensibile.
non aveva alcun ricordo se non il suo nome e la convinzione che non appartenesse a quel posto, qualunque esso fosse.si interrogava sull'accaduto, non ricevendo alcuna affermazione che potesse dar lui un indizio, non una semplice traccia che lo destasse da quell'amnesia al momento irrisolvibile.
come era giunto in quel luogo?
era possibile definirlo come tale o era circondato dal nulla?si guardò intorno con circospezione e si accorse di esser partecipe della completa oscurità che lo avvolgeva in un caldo abbraccio: confortevole ma letale.
aveva sempre pensato alle tenebre come al ghiaccio: congelatore di anime che tentano di scaldarsi stringendosi nel petto, fino a quando svanisce il pensiero e il freddo incessabile.
si sbagliava.il desiderio di chiudere gli occhi in quel tepore era rifiutato dal suo stesso istinto che, percependo quella sensazione familiare, lo costringeva a non abbandonarsi fra le braccia di morfeo.
sarebbe stata la sua fine.quanto tempo era passato dall'ultima volta in cui la quiete era prevalsa sui frastuoni diventati padroni dei suoi sensi?
non lo sapeva,
così come non sapeva quel che lo avrebbe potuto aiutare in quella situazione.
per quanto sarebbe rimasta in lui la sensazione di conforto ma allo stesso tempo angosciante che le circostanze gli trasmettevano?come uno scherzo del destino, in quel momento un rumore assordante sconvolse l'atmosfera: un suono simile alla caduta di un cristallo ormai infranto, un lampo che sguarcia il cielo nuvoloso.
si ruppe il sigillo di un ricordo, o forse una semplice consapevolezza che lo spinse a formulare una domanda all'ignoto: avrebbe posto fine alla propria esistenza scivolando fra le dense tenebre?
non era un'ipotesi corretta, ormai lo sapeva.
forse quel luogo non era reale.
forse i suoi ricordi erano scomparsi per sempre.
probabilmente il suo ciclo vitale era già giunto al termine, senza che se ne fosse accorto.
quale altra spiegazione avrebbe potuto dare di fronte a queste evidenze?quel che destava in lui maggior preoccupazione però non erano le sue condizioni; dopotutto il destino era padron di vita di ogni creatura.
lo avrebbe accettato, qualsiasi sorte fosse stata decisa.quel che non poteva perdonarsi era la percezione di aver perso qualcosa a lui prezioso: era una certezza, come se avesse abbandonato una parte del suo essere fra le onde che ora gli accarezzavano la candida pelle.
si sentiva vuoto nonostante il calore del buio, come se al suo fianco stesse designando i contorni di una creatura che non era al momento presente.
era un senso di abbandono, ma si sentiva colpevole per quella mancanza.