𝕌𝕟𝕠

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La pioggia cadeva delicatamente, irrigando i campi attorno la casa della famiglia Hidsonn, il vento faceva ondeggiare alla velocità che più gli aggradava ogni cosa con un minimo di flessibilità.

Il grande albero nel giardino della loro piccola ma umile dimora, lasciava che i propri rami ondeggiassero contro il tetto dell'edificio facendo spaventare il piccolo cucciolo intento a riposare su un cuscino ricamato davanti al tepore del fuoco.

Una ragazza dai lunghi capelli ondulati e color ebano, era accomodata sul giaciglio mentre dietro di lei, la dolce balia le pettinava con cura la folta chioma. La fanciulla teneva sulle proprie gambe un vecchio volume, leggendo ad alta voce, di come due giovani innamorati si fossero tolti la vita per amore.

"Oh Kathie! Ma che follia è mai questa? Porre fine alla propria vita per un sentimento così effimero!"
Esclamò sconcertata dalle parole che aveva appena pronunciato ad alta voce, neanche i propri occhi eran sicuri di ciò che avessero appena letto.

La balia scosse negativamente la testa.
"Annabelle, chi siete voi per giudicare gli atti altrui? E poi ricordate, anche voi un giorno vi innamorerete!" La rimproverò con tono tuttavia gentile la donna, posando la spazzola sui cuscini accanto a loro.

"Oh no, Kathie! Io non proverò mai un sentimento che mi struggerà come ha fatto con loro. Dopotutto una donna non ha bisogno di un uomo al proprio fianco."
Osservò con sicurezza la fanciulla mentre si portava i capelli con delicatezza sopra una spalla arricciandone poi una ciocca attorno ad un dito sottile. Si rifiutava di provare qualche tipo di dolore emotivo in modo così esagerato verso qualcuno.

La giovane fanciulla nonostante avesse compiuto da poco sedici anni e non venisse più considerata una bambina, aveva quel qualcosa che tuttavia la faceva apparire tale agli occhi di molte persone. Probabilmente a causa della sua vivacità che non si preoccupava di tener ben nascosta dietro ad un comportamento consono.

Dopo la scomparsa della madre, le era stato vietato di uscire dalla propria abitazione, fatta eccezione la domenica. Dopotutto doveva partecipare alla messa. Più di una volta le era capitato di scorgere tra la folla, senza tuttavia domandarsi chi mai fosse, un ragazzo intento nell'osservarla. O meglio nell'osservare i propri spostamenti, molte volte si era chiesta se stesse davvero osservando lei o le persone che la circondavano.

Come un fulmine a ciel sereno fece il suo ingresso un uomo, estremamente elegante e ben impostato.
Aveva gli stessi occhi della figlia, era l'unica cosa che lei aveva ripreso dal padre, gli occhi color ambra. L'uomo aveva dei capelli biondi, tenuti liberi ma ben curati fino alle spalle.
Annabelle alzò lo sguardo su di lui sorridendo dolcemente ed facendo una lieve riverenza con il capo.

"Siete venuto a sentirmi leggere padre? Io e Kathie stavamo discutendo a proposito di questo dramma" iniziò a parlare la giovane presa dal momento, tuttavia l'uomo scosse la testa in segno di negazione, rammaricato seppur non lo mostrasse.

"No, figlia mia. Sono sicuro che potrai allietarmi con la tua splendida voce un'altra volta. Son venuto qui per informarti che a breve dovrò partire, e tu resterai qui con la compagnia di Kathie ed anche con le giuste precauzioni." Il sorriso che prima faceva capolino sul volto della ragazza scomparve, spazzato via dalla notizia appena ricevuta.

Non era insolito che il padre dovesse lasciarla a casa, da sola. Tuttavia ogni volta non poteva evitare al suo fragile cuore di sentirsi immensamente dispiaciuto, dopotutto era suo padre, come poteva esserne felice?

Con il passare degli anni, la possessività verso la figlia e la paura di perderla, lo avevano portato ad aumentare la sicurezza attorno alla loro dimora.
La ragazza davvero non riusciva a farsene una ragione, tuttavia mai osava contraddire o lamentarsi per le decisioni del padre.

"E quando tornerete? Sopratutto dove andrete?" Si incuriosì la giovane. Suo padre sempre, una volta tornato, le raccontava dei paesaggi, delle persone e degli animali che aveva visto nei suoi viaggi. E lei non poteva non rimaner affascinata.

Il signor Hidsonn fece congedare la balia che dopo aver preso la spazzola, uscì dalla stanza chiudendo poi delicatamente la porta alle proprie spalle. L'uomo si sedette sul divano, lasciando che la giovane posasse la testa sulle sue cosce, ancor seduta sul giaciglio composto da cuscini ai piedi del padre.

"Andrò nelle indie, e purtroppo dovrò partire domani mattina presto." Allontanarsi da sua figlia gli arrecava ogni volta un dolore inimmaginabile, la sua vita era la piccola fanciulla che ora si lasciava accarezzare i capelli in silenzio.

"Mi mancherete, padre. Al vostro ritorno vi allieterò con nuove melodie, e sarete fiero di me" Annabelle alzò lo sguardo sull'uomo lasciando che comparisse un sorriso sul volto cosparso da piccole lentiggini. Lui ne rimase incantato, assomigliava così tanto a sua madre, ne era la sua perfetta copia.

Solo per una cosa erano estremamente diverse, il carattere, la giovane ed oramai defunta - così preferiva pensare il giovane signore - aveva un carattere calmo e sereno. Ed invece Annabelle, per Dio era tutto tranne che tranquilla, una piccola furia raccolta in un corpo così esile e delicato.

"Dormi ora, la tua sola presenza mi allieta" informò l'uomo mentre tornava ad accarezzarle i capelli, mentre lei annuiva e stancamente posava il volto sulle gambe del padre.
Lo sguardo del signor Hidsonn vagò invece oltre la finestra, oltre alla tempesta che stava infuriando all'esterno dell'abitazione, mentre sentiva il proprio animo agitarsi.



𝙰𝚕𝚕𝚘𝚛𝚊 𝚌𝚒𝚊𝚘!
𝚀𝚞𝚎𝚜𝚝𝚊 𝚎̀ 𝚕𝚊 𝚖𝚒𝚊 𝚙𝚛𝚒𝚖𝚊 𝚜𝚝𝚘𝚛𝚒𝚊 𝚚𝚞𝚒𝚗𝚍𝚒 𝚗𝚘𝚗 𝚜𝚒𝚊𝚝𝚎 𝚝𝚛𝚘𝚙𝚙𝚘 𝚌𝚊𝚝𝚝𝚒𝚟𝚒 𝚘𝚔? 𝙰𝚑𝚊𝚑.
𝙰𝚌𝚌𝚎𝚝𝚝𝚘 𝚘𝚐𝚗𝚒 𝚝𝚒𝚙𝚘 𝚍𝚒 𝚌𝚛𝚒𝚝𝚒𝚌𝚊 𝚙𝚞𝚎𝚛𝚌𝚑𝚎̀ 𝚜𝚒𝚊 𝚌𝚘𝚜𝚝𝚛𝚞𝚝𝚝𝚒𝚟𝚊 𝚎 𝚗𝚘𝚗 𝚜𝚘𝚕𝚘 𝚖𝚒𝚛𝚊𝚝𝚊 𝚊𝚍 𝚘𝚏𝚏𝚎𝚗𝚍𝚎𝚛𝚎.
𝙰𝚍 𝚘𝚐𝚗𝚒 𝚖𝚘𝚍𝚘 𝚜𝚙𝚎𝚛𝚘 𝚍𝚊𝚟𝚟𝚎𝚛𝚘 𝚟𝚒 𝚙𝚒𝚊𝚌𝚌𝚒𝚊 𝚎 𝚌𝚒 𝚝𝚎𝚛𝚛𝚎𝚒 𝚊 𝚜𝚊𝚙𝚎𝚛𝚎 𝚌𝚘𝚖𝚎 𝚟𝚒 𝚜𝚎𝚖𝚋𝚛𝚊!
𝙳𝚎𝚝𝚝𝚘 𝚚𝚞𝚎𝚜𝚝𝚘 𝚞𝚗 𝚜𝚊𝚕𝚞𝚝𝚘.
-𝔸𝕞𝕖𝕝𝕚𝕖

𝕋𝕙𝕖 𝕊𝕚𝕟𝕟𝕖𝕣'𝕤 𝕣𝕖𝕧𝕖𝕟𝕘𝕖Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora