20 𝙂𝙚𝙣𝙣𝙖𝙞𝙤 2031Lo studio della sala era alquanto buio, anche se leggermente illuminato dalle luci che emergevano nei dintorni,
i vari computer, sparsi nelle quattro scrivanie in legno, imponevano un'aria un po' più evoluta all'ambiente circostante, nonostante le pareti vintage fossero da rinnovare da almeno una ventina d'anni.La donna collocata al lato della sala dapprima adocchiò la finestra dai vetri trasparenti socchiusa nei lati, come se cercasse di individuare un punto indeterminato che solo lei poteva percepire. Successivamente la sua visuale fu rivolta ai documenti che stringeva tra le mani e un sorriso furtivo si delineò nelle sue labbra per scomparire qualche istante più tardi.
Micheal, alla sua destra, l'osservava con aria seccata. Il solo oggetto a cui aveva rivolto lo sguardo lui, era lo smartwatch comprato recentemente, due settimane per l'esattezza.
Segnava le 18:30, ed il fatto che un paio d'ore più tardi sarebbe giunto al termine il suo ordinario incarico di lavoro giustificava almeno in parte la spossatezza con cui si muoveva.
"Sandy, penso sia giunto il momento di farlo entrare. È quì da quasi un' ora ormai, e si stanca c'è il rischio che se ne vada"La donna sistemò l'ordinata frangia piatta abbinata ai capelli neri ben piastrati lunghi fino al collo, In seguito effettuò la stessa considerazione al colletto della camicia blu opaca attillata che sembrava venirle quasi stretta ormai, ma il fatto che le conferisse un'aria perspicace non la scontentava affatto, e così si sentiva in vena di indossarla nonostante fosse leggermente ingrassata nell'ultimo periodo.
"Non essere ridicolo"
D'altronde, aveva accettato di farsi intervistare con i giusti profitti retribuiti.
Nascose la stesura definitiva all'interno del cassetto, e si sentì pronta solo ripetendo mentalmente tutte le domande da programma un'ultima volta.
"Beh, sai, forse non hai tutti i torti. È meglio se ci diamo una mossa. Non mi va di perdere una celebrità come Paul McCartney."L'uomo annuì, e sorridendo lievemente, accennò una dentatura ingiallita dalle varie sigarette e dagli eccessivi caffè che beveva nel corso della giornata, esattamente come lo stesso che era impegnato a sorseggiare, e che gettò dopo un generoso assaggio nel cestello plastica per non perdere l'aria di professionalità che si erano ripromessi di mantenere.
Nonostante l'inafferrabile tremolio della mano la maniglia ebbe bisogno solo di una debolissima inclinazione per far sì che l'entrata si spalancasse completamente.
Un furbo sistema di sicurezza per evitare l'indiscrezione di collaboratori invadenti con cui avevano giornalmente a che fare. Impossibile origliare. Bel colpo.
"Sono abbastanza attraente per intervistare il big della musica pop?"La serietà di Micheal si tramutò in una smorfia. "No, ma raggiungilo in sala d'attesa."
*
Nota autrice
Avevo in mente questa idea da un po', ma non sapevo come svilupparla.
Vi piace? Sono aperta a qualsiasi genere di critica costruttiva ^^
Paul farà la sua comparsa nel capitolo successivo, giuro.
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𝗜𝗻 𝗺𝘆 𝗹𝗶𝗳𝗲 (McLennon)
FanfictionEssere una celebrità può essere complicato. Lo sa bene il quartetto più famoso della storia, che ha girato il mondo senza mai conoscerlo davvero. Essere una celebrità può essere complicato, si, ma anche bellissimo. Lo sa bene Paul McCartney, e...