7

2K 110 11
                                    

Chaz mise piede nel minuscolo bagno del proprio appartamento, seguito a breve distanza dall'altro uomo che, una volta varcata la soglia, si chiuse la porta alle spalle, lasciando Cherie all'esterno.
«Dovrei esserne geloso», borbottò, avvicinandosi al box doccia e aprì l'acqua, aspettando che raggiungesse la temperatura desiderata prima di mettercisi sotto.
«Di cosa?» chiese Edrick alle sue spalle, baciandogli una spalla e facendo scorrere una mano lungo la schiena.
«Cherie», mugolò lui quando la mano si fece più esigente, spostandosi verso l'inguine.
«Sei geloso della tua gatta?» domandò, giocherellando con la peluria scura alla base dell'uccello, sfiorandolo appena e indirizzando la propria attenzione alle palle, che afferrò con delicatezza.
«Un po'», ammise Chaz con un sospiro, allargando leggermente le gambe e poggiando il capo sulla spalla dell'altro.
«È una cosa carina», disse Edrick, baciandogli la fronte. Chaz strabuzzò gli occhi e arrossì leggermente. «Che c'è?»
«È intimo», biascicò Chaz e approfittò della sua confusione per sfuggirgli e mettere piede nel microscopico box doccia.
Edrick inarcò un sopracciglio. «Non certo più intimo del tuo cazzo nella mia mano», commentò e fece un passo in avanti, quando l'altro lo fermò.
«I calzini». Edrick lo guardò senza capire e Chaz, con un'espressione divertita, gli indicò i piedi, facendogli notare che li indossasse ancora. «Scopare con un uomo che indossa solo calzini è stato il mio sogno nascosto, devo ammetterlo», ridacchiò, lasciando che il getto caldo dell'acqua gli accarezzasse la schiena, «ma suppongo non sia il massimo farci la doccia. Quindi perché non li togli?»
Edrick scosse leggermente il capo e si sostenne alla parete, sfilandone prima uno e poi l'altro, mostrandoglieli. «E ora? Cosa mi consigli di fare?»
«Metterli nel cesto della biancheria sporca?»
Edrick lo fece, poi gli rivolse uno sguardo indecifrabile. «Questo implica che dovrò tornare per riprendermeli», constatò, mettendo piede all'interno del box doccia e facendo scorrere la porta dietro di sé, si piegò verso di lui per dargli un bacio a stampo sulle labbra.
«Spero tu non venga solo per quello», mormorò Chaz, cingendogli le spalle con le braccia prima di trascinarlo in un bacio caldo e umido.
Edrick lo spinse verso la parete piastrellata, avvertendo subito l'acqua scorrergli sulla schiena. «Tu cosa dici?» chiese a un soffio dalle sue labbra, incatenandone lo sguardo. Un nuovo bacio impedì all'altro di fornirgli una risposta. Si baciarono quasi come se da quello dipendessero le loro vite, assaggiandosi, stuzzicandosi e traendo piacere dalla battaglia che intrapresero le loro lingue.
«Sai baciare bene, ragazzino!» mormorò quando divenne necessario respirare.
«Disse l'uomo ultra centenario», lo provocò Chaz, facendogli scivolare le mani lungo la schiena, graffiandogliela. «Trentacinque...?» provò, mordicchiandogli il labbro inferiore.
«Quarantadue.»
«Allora sei come il vino», disse nell'afferrargli il culo in una presa salda e attiralo contro di sé, facendo strusciare i loro sessi duri.
«Ti piace il vino», asserì, ondeggiando contro di lui, strappando sospiri e gemiti ad entrambi.
«Molto, ma tu di più», disse, allargandogli i glutei e strofinandogli il pollice contro la fessura.
«Fallo», e gli catturò la bocca per un altro bacio passionale, mentre l'altro lo penetrava con un dito.
Edrick mugolò per quell'improvvisa intrusione e Chaz gli morse il labbro inferiore, per poi inginocchiarsi sul piatto della doccia.
«Cos'hai intenzione di fare?» chiese Edrick, insinuandogli le mani tra i capelli bagnati.
«Un pompino. Non sai che concilia il sonno?»


Edrick dischiuse le palpebre e si guardò attorno, disorientato. Si passò una mano tra i capelli e quando realizzò dove si trovava, un sorriso genuino gli sollevò gli angoli della bocca. Si girò su un fianco e si ritrovò a fissare l'espressione pacifica sul viso di Chaz. Con l'indice ne disegnò il profilo, soffermandosi su quelle labbra carnose che in quel momento lo sembravano ancora di più. Non resistette alla tentazione e si piegò su di lui, dandogli un fugace bacio e ritrovandosi a specchiarsi in due occhi nocciola.
«Sei già sveglio?» chiese un assonnato Chaz, accarezzandogli la guancia con il dorso della mano.
«Oggi ho una riunione», lo informò, dandogli un altro veloce bacio, prima di provare ad alzarsi, solo per ritrovarsi stretto nell'abbraccio dell'altro.
«Devi proprio?» chiese Chaz, chiudendo gli occhi.
«Sì, devo! E tu hai bisogno di dormire ancora un po' prima di aprire la pasticceria», disse, nonostante non avesse nessuna voglia di lasciarlo. «Ci vediamo comunque a pranzo, no?»
Chaz aprì un occhio e gli sorrise. «Cosa vuoi che ti porti?»
«Te, piegato sulla mia scrivania?»
Chaz lasciò andare un tremulo respiro, passandosi le mani tra i capelli. «Io parlavo di cibo.»
«Anche io», sorrise, sedendosi sul bordo del letto e accendendo la lampada che si trovava sul comodino, si guardò attorno alla ricerca dei propri vestiti. «Non vedo l'ora di poterti mangiare tutto», ammise, raccogliendoli e poggiandoli sul letto. Poi si infilò le mutande, mentre Chaz si metteva a sedere.
«Come faccio a lasciarti andare se mi dici così?»
Edrick gli rivolse un sorriso malizioso. «Visto che ti fermerai per alcuni scatti, avremo tutto il tempo di una sveltina in camerino.»
Chaz fece una smorfia. «A me non piacciono le sveltine», e si lasciò ricadere sul materasso.
Edrick si mise la camicia e dopo averla abbottonata velocemente, se la infilò dentro i pantaloni. «Ceniamo insieme?»
Chaz gli rivolse un'occhiata stupita. «Qui?»
«Casa mia», rispose Edrick, mettendosi le scarpe.
«Casa tua.»

Oltre tutto - Legami oscuri 1 [Su Amazon]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora