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<<Cosa nascondi dietro la schiena?>> Cercai di guardare, ma non ci riuscì. <<È un regalo, Chim. Siediti sul divano, dai>> <<Va bene~>> dissi, con la voce di un bambino. <<Ecco a te>> Mi diede una scatola completamente bianca. La aprì, più delicatamente possibile, e guardai il contenuto. <<Cosa ne pensi?>> <<È bellissima! Me la metti?>> <<Certo!>> Mi girai e lei mi allacciò la collana. <<Guarda, ne ho anche io una uguale>> Sorrisi, e sentì qualcosa di strano nello stomaco. Stare con lei era sinonimo di stare bene. Era la mia medicina a tutti i problemi quotidiani. Stavo con lei e li dimenticavo, questi problemi. Provavo delle sensazioni strane, mai provate prima. Per cominciare, mi tremavano le mani. Poi, spesso, i miei amici mi facevano notare che i miei occhi brillavano; sia quando lei c'era che quando parlavo di lei in sua assenza. Un'altra cosa è che, nonostante continuavo a non apprezzarlo, sorridevo più spesso. Lei mi confidò che vedendomi sorridere si sentiva meglio, perché sapeva che quel sorriso esisteva solo per lei (e grazie a lei). Infine, mi accorgevo di sentire le famose "farfalle nello stomaco" ogni qualvolta che lei diceva qualcosa o che semplicemente sorrideva. Era questo l'effetto che mi faceva.