Cacciatori e Prede

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Correva l'anno duemila e la tecnologia era diversa e molto più ottusa.

MTV riusciva a trasmettere ogni sorta di nostro genere musicale preferito: dance e commerciale il pomeriggio, hip hop la sera e metal la notte. Chi aveva la "parabola" prendeva un mondo di canali alla tv che faceva invidia a chiunque non riuscisse a permettersela o a piratare.
Le connessioni internet erano lente, confinate nei pc e si parlava solamente di cellulari che si connettevano al vastissimo mondo del web.
Ognuno aveva comunque il suo telefono ed i Nokia spopolavano tra la mia generazione, mentre un gigantesco buco affossava le altre case produttrici di telefonia mobile.

Successe tutto in quel terribile inverno di inizio millennio. 


Frequentavo l'ultimo anno delle superiori, quinta professionale elettrotecnica in un paesino da diecimila anime nel centro Sardegna, e come tutti in quella scuola adoravo far casino

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Frequentavo l'ultimo anno delle superiori, quinta professionale elettrotecnica in un paesino da diecimila anime nel centro Sardegna, e come tutti in quella scuola adoravo far casino. C'erano professori talmente tanto stufi dei nostri comportamenti che ci sbattevano fuori non appena mettevano piede in classe.
Durante queste occasioni familiarizzavamo con i bidelli, compravamo qualcosa da bere o da sgranocchiare al distributore automatico e andavamo nelle scale antincendio a fumarci qualche sigaretta.
Io avevo già vent'anni, due anni li avevo persi passando da una scuola all'altra (liceo scientifico e psicopedagogico) e facendomi bocciare per nessun motivo apparente. Ero ovviamente molto più interessato alle ragazze che a studiare qualsiasi cosa spiegassero i professori.

Le professionali invece erano semplici, mi divertivo, passavo con la media del sette senza impegnarmi particolarmente e potevo fare casino quanto volevo. Alcune volte facevamo impazzire un compagno di classe troppo mingherlino e timido per difendersi. Gli facevamo di tutto ma alla fine provavamo a includerlo in ogni nostra attività.

Non eravamo dei cattivi ragazzi e di certo non ci meritavamo ciò che ci successe.

<< Paolone! Paolone vieni qui! >> mi disse un giorno il compagno che solitamente era il perno della classe. Con lui era sempre festa, un continuo fare battute a sfondo sessuale e disturbare la lezione.

Mi chiamavano Paolone perché ero un vero e proprio gigante per la media della classe: alto centonovanta centimetri e pesante cento chili. Ho sempre boxato, giocato a calcio e basket e praticato un'infinità di altri sport.

<< Che c'è Fra? >> si chiamava Francesco Basciu, per gli amici Fra, per tutti gli altri "il bullo della quinta B". Poteva essere fastidioso, ignorante, cattivo con alcuni ed arrogante con altri ma anche lui aveva dei sogni.

Francesco mi aveva raccontato una volta che avrebbe voluto diventare un pilota di Rally ma che la patente sportiva, mi pare si chiami così, costava troppo quindi avrebbe lavorato per qualche anno solo in funzione di quella.

<< Guarda! Guarda quella là ... quanto vorrei affondarci la faccia in mezzo a quelle tette! >> fece ridendo indicando una ragazza che usciva dalla sede dello scientifico, proprio di fronte alla finestra da cui ci appostavamo quando venivamo sbattuti fuori. Loro uscivano a mezzogiorno, mentre noi tiravamo avanti fino alle due.

Cacciatori e PredeWhere stories live. Discover now