Chi ha mollato, chi si è rassegnato, chi è troppo vecchio per immaginare il futuro, perchè di futuro non gli è rimasto molto e in fondo se ne sbatte di quello in cui vivrai tu, di solito ti guarda con l'arroganza di chi suppone tu non abbia alcuna soluzione. Se non lamentarti, come s'è lamentato lui, senza successo.
E se tutti quelli che sono scesi in piazzia in ciascuno dei "fridays for future", per combattere l'eccesso della plastica decidessero di non comprare più una Coca Cola che si trova in bottiglietta di plastica? Fanculo il riciclaggio. Andare all'origine, lasciarla marcire sullo scaffale. E perchè non andare oltre, rinunciare bere qualsiasi bibita di qualsiasi azienda che usi bottiglie di plastica?
Perché ciò che colpisce e davvero modifica il mondo è influire sul mercato, e il mercato non si cambia per legge o per decreto, si cambia modificando le leggi della domanda e dell'offerta. E mandando a fare in culo l'offerta di prodotti di plastica togliendogli ogni domanda, causando un vero danno economico a un'azienda enorme e solida, quello sarebbe un modo per farsi sentire.
Perché non sono i primi ministri, né i parlamenti ad influire sull'economia mondiale. Sono le aziende a governare realmente. E' il mercato che decide. La politica arriva sempre dopo. Ogni volta che c'è un buco legislativo nasce una branca del mercato, e solo dopo la politica deve intervenire per regolamentarla.
Se le leggi dei governi fossero sufficienti non esisterebbe traffico di droga nel mondo. Il traffico di droga esiste perché esiste la domanda. E per quanto un qualsiasi governo investa sulle forze dell'ordine, la criminalità organizzata continuerà a marciare sulla richiesta del mercato.
Dicevo prima dell'errore di Greta Thunberg. Il suo problema è essere una ragazzina svedese molto composta ed educata. Se avessimo un'oscura eco-sovversiva (stile Billie Eilish magari) che si pittura la faccia alla Guy Fawkes e invita tutti gli under 20 del mondo occidentale a boicottare la Coca Cola, avremmo un qualche effetto? Uno sciopero temporaneo per cominciare. Un mese, o due mesi d'astinenza da Coca Cola, partendo dalle loro bottigliette di plastica, o a qualsiasi loro bibita finché non decidano di bandire ogni involucro di plastica, almeno sotto il litro e mezzo.
Se decidessimo, non da vegani, ma da consumatori di carne, di rinunciare per sei mesi alla carne di manzo in favore del pollo (che ha un ciclo produttivo dall'impatto decisamente diverso), lasciando marcire tutta la carne comprata da McDonald's nei prossimi sei mesi, o nel prossimo anno, danneggiando il mercato, cambierebbe la percezione del mondo, di chi governa, ma soprattutto del mercato, nei confronti della questione ambientale?
Perché non c'è modo di cambiare un mondo dominato dal mercato se non attraverso il mercato. La negazione del consumo da parte dei consumatori influenzerebbe le linee produttive, scavalcando ogni timido tentativo della politica di intervenire, come con proposte stile "plastic tax". Una tassa sulla plastica emessa da un governo può essere cavalcata da chi aspira a governare dopo, crescendo sul malcontento di quelle aziende che si sono viste danneggiante, e di conseguenza del danno subito dai loro dipendenti. Ma se invece fossero i consumatori a punire quelle aziende che preferiscono la plastica a ciò che potrebbero confezionare diversamente, con l'alluminio, il vetro o la carta?
Quanti altri settori in cui l'eccessivo uso di materiali dannosi per l'ambiente, che avrebbero già una controparte più ecosostenibile, potrebbero essere danneggiati?
Forse non dovremmo solo chiederci cosa possiamo fare di buono per salvare il mondo con l'economia che abbiamo. Forse dovremmo chiederci come migliorarlo distruggendo le branche dannose dell'economia che abbiamo. Il processo non sarebbe indolore. Non lo è e non lo sarà comunque. Tutto ciò che è produzione ha un costo in Co2, in sfruttamento di combustibili, sfruttamento del suolo eccetera. Forse non si tratta di scegliere tra soluzioni dannose e soluzioni sane. Siamo una società di consumi. Siamo divoratori. Ma possiamo scegliere cosa divorare e come divorarlo.
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Gretini
Non-Fiction"We don't need no water, let the motherfucker burn. Burn mother fucker. Burn." E' curioso come certi vecchi di merda, che non si sono mai preoccupati dell'ambiente, preferiscano parlare di Greta Thunberg piuttosto che del problema ambientale.