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«E anche questa è andata» sospira Nelson appena finita la registrazione dell'ultimo video.
«Bravi ragazzi.» urla Dario all'unisono con Tonno e Frank da dietro la telecamera principale.
Abbiamo appena concluso le riprese dell'ultimo video speciale in questa location. Siamo partiti per andare all'estero per la registrazione di alcuni contenuti molto particolari per il nostro canale Youtube.
Ci facciamo un applauso tutti insieme, ce lo siamo meritati. Mentre Cesare applaude si volta ed i nostri occhi si incontrano. Quasi a malavoglia, distolgo subito lo sguardo da quel verde ipnotico è così singolare che possiede e torno sullo schermetto della mia telecamera. Da lì vedo che mi lancia fugace un occhiolino.
Non diventare rosso Nic, ce la puoi fare, ripeto nella mia mente.

Ormai è una continua ed estenuante battaglia, una fuga sfrenata, nel nascondermi in primis da me stesso ed in secondo luogo da lui soprattutto.
Io e Cesare abbiamo avuto una sintonia particolare sin dal primo momento che ci siamo conosciuti. Si può dire che le nostre menti stupide sono subito entrate in collisione facendo scintille. La mia stupidità mista alla sua crea qualcosa di devastante ed esilarante. Abbiamo legato molto in questi anni che ci conosciamo. Il nostro rapporto di amicizia è stato sempre in continua crescita, in continua evoluzione in un crescendo di confidenza ed intimità.
Siamo tutti quanti legati l'uno con l'altro nel nostro gruppo, certo. Non solo per il lavoro che svolgiamo ma anche nella nostra vita privata, al di là dello schermo di una videocamera.
Però tra me e lui c'è un rapporto particolare, non so nemmeno io bene come definirlo. Da quando ci siamo conosciuti ho iniziato subito a provare una profonda simpatia nei suoi confronti. Mi fa sempre ridere con le sue battute idiote e i suoi comportamenti puerili alquanto discutibili. Cesare è un bambinone troppo cresciuto. Un corpo di un adulto con la mente ancora nel fiore della giovinezza, dell'adolescenza.
Con il passare del tempo questa simpatia nei suoi confronti è mutata in qualcosa di... strano. Quando ad esempio lui era assente per un qualsivoglia motivo sentivo molto la sua non presenza, non solo perché è il casinista del gruppo ma sentivo proprio come se mi mancasse qualcosa personalmente. Quando si stava insieme, invece, ero inaspettatamente contento e sorridente. Quando c'era uno sguardo più prolungato del solito o un sfiorarsi di troppo iniziavo a sentire una stretta allo stomaco. Uno strano solletico misto ad un senso di nervosismo.
Passa il tempo ed inizio a fare i conti con la cruda, dura, realtà. Per un periodo ho avuto una cotta per lui che però sviavo e giustificavo con il rapporto stretto che c'era tra noi.
Ma siamo soltanto amici, non è una vera cotta ma solo una profonda simpatia e affetto, ingenuamente mi illudevo.
Sottovalutai il tutto.
Quella leggera cotta tramutò in un vero e proprio stato di infatuazione.
Cesare non mi piaceva soltanto per il suo carattere, per i suoi modi e per come mi trattava ma incominciai a capire che anche sotto l'aspetto fisico mi interessava, non poco.
La sua altezza, così accentuata dalla disparità che c'era con la mia. Quel suo fisico robusto e muscoloso, per anni di sforzi in palestra. Quegli occhi di quella sfumatura particolare tra il nocciola ed il verde. La barba che gli contorna il viso.
Il tempo scorre veloce, incontrollato, e mi accorgo di provare qualcosa che va oltre la semplice amicizia, oltre il legame che abbiamo. Qualcosa che si avvicina ad una parola molto speciale ed importante: l'amore.
Dal momento in cui realizzai tutto quanto decisi di dover prendere una decisione. Le strade da percorrere sul mio cammino erano due ed io ero fermo al bivio. Dovevo fare la mia scelta, perché la situazione stava diventando ingestibile. Pericolosa per la mia povera mente annebbiata ed il mio cuore ormai non solo mio. O parlavo con Cesare raccontandogli e spiegandogli la complicata situazione, con il rischio di una reazione non proprio carina e di un distacco da parte sua nei miei confronti.
Chi non rimarrebbe spiazzato nel sentirsi dire determinate cose dal proprio migliore amico?
Oppure me ne sarei restato in silenzio soffocando tutte le mie emozioni, rinchiudendole in un angusto e buio angolo del mio cuore, cercando di risultare il più naturale possibile.
L'idea di poterlo perdere per colpa mia e di quello che provavo mi straziava!
Così presi la fatidica decisione. Decisi di soffrire in solitudine, di reprimere tutto pur di continuare a stare accanto a lui. Non mi importava se questo mi faceva male. Non mi importava se questo mi faceva soffrire ogni fottuto giorno.
Non mi importava se dovevo soffrire lacerandomi l'anima, agonizzante.
A me importava solo di non perderlo e di potergli stare vicino. Di poter continuare a scherzare e a fare gli scemi insieme, ridendo fino allo scorrere delle lacrime. Di poterlo abbracciare, annusando il suo profumo tanto familiare quanto buono. Di poter passare anche semplicemente del tempo in sua compagnia.

Make a Dirty Mess 💘 || CesolasDove le storie prendono vita. Scoprilo ora