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Le finestre della stanza di Eleonora erano chiuse da mesi, di lei nessuna traccia se non un piccolo biglietto con su scritto che non si sa quando sarebbe tornata.

Filippo non riusciva a spiegarsi come sua sorella, una ragazza così dolce e indifesa, a cui non mancava nulla, avesse deciso di prendere e scappare via.

"Le Matte" erano completamente impazzite, passavano le ore a cercarla, avevano persino pensato di chiamare la polizia, ma nulla della loro amica non c'era nessuna traccia.

"I contrabbandieri" stavano aiutando il fratello a rintracciare suo padre, chissà che Eleonora avesse deciso di dargli una seconda possibilità e magari si fosse recata da lui a Milano.

"Quelli di Villa" invece erano chiusi in una casa a pensare a quale sarebbe stato il metodo più efficace per non fare cadere tutti in depressione, in fin dei conti anche se avevano parlato poche volte con lei, sapevano quanto fosse speciale.

Tra di loro però ce n'era uno che non si muoveva da quel parco e continuava a rileggere quella lettera, che quattro giorni fa era stata recapitata sotto casa sua insieme ad una foto di Eleonora.

Non aveva avuto il coraggio di parlare con nessuno, Edoardo, se non con suo padre il quale lo aveva insultato dicendogli che per una volta nella vita si sarebbe dovuto prendere le sue responsabilità.

E già, farsi carico di una figlia non è facile, soprattutto se fino a poco tempo fa non si sapeva nemmeno di averne una.

Eppure in quella lettera Eleonora era stata ben chiara, gli aveva parlato di sua figlia solo perché sapeva che era un suo diritto saperlo, ma non voleva essere cercata da nessuno, nemmeno da suo fratello.

Caro Edo,
oggi sono tre giorni che quest'ospedale mi fa da seconda casa, ma non preoccuparti nulla di serio, non sono nemmeno sola perché con me c'è anche la tua bimba. Eh già, forse avrei dovuto dirtelo prima e non scappare otto mesi fa come una codarda, ma purtroppo non sapevo quanto ti avrebbe fatto piacere sapere che nella nostra vita sarebbe presto entrato un piccolo esserino, quindi ho preferito non dirti nulla e continuare a vivere la mia vita come sempre e di lasciare che tu potessi continuare ad essere un semplice ragazzo di 19 anni.
Adesso sarai sicuramente seduto su una sedia di fronte alla commissione degli esami, 27 giugno, oggi è anche nata la nostra bimba.
Ti ho amato e ti amo ancora ma non posso permettermi di rovinarti la vita.
Sorridi di fronte alla foto di questo esserino, si chiama Ester, ti ricordi? Come la tua mamma.
Ti amo, anzi ti amiamo.
Tue, per sempre.

Nessuno aveva mai saputo dell'esistenza di quel biglietto, nemmeno Filippo.

Edoardo era rimasto rinchiuso in casa per i primi diciassette giorni, poi era andato a cercarla a Milano perché voleva vederla quella bambina e anche lei, ma all'ospedale non vollero dargli nessuna informazione, così andò via convinto che sarebbe tornato a cercarla.

Mesi dopo Edoardo scrisse una lunga lettera ad Eleonora, purtroppo lei aveva cambiato numero e non c'era più possibiltà di comunicare.

All'interno vi inserì tutto il suo dolore più grande, l'odio che in quel momento provava verso di lei per non avergli fatto conoscere sua figlia.

Non ricevette mai risposta.

Decise allora di lasciar perdere e continuare la sua vita.

Dopo qualche mese, precisamente il 17 Agosto, Edoardo trovò la sua metà o almeno credeva potesse esserlo.

Si chiama Samantha, una ragazza bionda e alta che sorrideva sempre, gli aveva permesso di dimenticare il volto di quella ragazza che era stata così importante per lui.

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