CAPITOLO IV

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Una settimana
Una settimana che dal piano di sopra non proveniva più nessun tipo di rumore; niente passi, niente scricchiolii. Il silenzio più tombale.
Ed era proprio questa completa ed estenuante assenza di suoni a tenere sveglio Caleb.

Non riusciva proprio a capire cosa gli stesse passando per la testa; era quasi una situazione comico-grottesca.

Prima si era lamentato fino allo sfinimento di quanto facesse baccano e adesso quasi gli mancava.

Inconsciamente però sapeva che quella sarebbe stata la scusa perfetta per rivedere 'Sharp'; quello doveva essere il suo cognome e Caleb lo aveva scoperto sbirciando sulla casella postale al piano terra.

Spavaldo e diretto; questi erano sempre stati gli aggettivi con cui gli altri lo descrivevano , oltre a arrogante, maleducato, impulsivo e iperattivo.
E allora perché ora si stava letteralmente cagando in mano? Cosa c'era di tanto difficile nel chiedergli di prendersi un caffè insieme?

Caleb si rigirò nervosamente nel letto

03:20 AM
'Fantastico, mi devo svegliare fra tre dannatissime ore e sono ancora qui a pensare a quel tipo.
Sono diventato pazzo'

Era davvero insolito che Caleb fosse attratto così tanto da una persona , soprattutto se quest'ultima lo aveva liquidato in fretta e furia.
Ma niente, non riusciva proprio a non essere curioso e attirato da quella figura elegante e slanciata così tanto seria e diversa da lui

04:51 AM
Un tonfo
Un tonfo sordo e molto forte arrivó alle orecchie del moro, che da poco era riuscito ad addormentarsi
Si sveglió di soprassalto e si guardó nervosamente intorno

Però appena sentii qualche imprecazione e dei passi familiari, si tranquillizzó e si sdraiò nuovamente abbozzando un sorrisino quasi impercettibile.

'E se si fosse fatto male?'

Questo pensiero balenó nella mente del moro come un fulmine a ciel sereno
Si rialzò di scatto e guardò in su
Non sentiva più nulla

Era esausto ma si stupì nel constatare che era anche preoccupato e terribilmente nervoso.
Così non sarebbe comunque riuscito a riaddormentarsi

Prese tutto il coraggio e quel briciolo di follia che aveva e risalì quelle due dannate rampe di scale
Non si accorse neanche di essere arrivato al portone di casa dell'altro e di come stava bussando ansiosamente , forse fin troppo.

Questo infatti pensó il ragazzo biondiccio quando aprii la porta e trovó lo stesso ragazzo della settimana prima con gli occhi sbarrati , i capelli arruffati e un fiatone incredibile.
'STAI BENE?!'

A quelle parole il proprietario di casa si stupì e non poco, ma si ricompose all'istante, come era solito fare
'Si... perché?'

Caleb percepì tutta l'ironia e lo smarrimento di quella situazione in un millisecondo; sbarró inevitabilmente gli occhi e arrossì vistosamente cercando di non farlo notare.

Ma contrariamente a quanto si sarebbe aspettato , il ragazzo di fronte a lui non gli chiuse la porta in faccia ma rise e si appoggiò in modo composto allo stipite della porta

'È per il rumore che hai sentito? Mi è caduto il computer'
'Dio ma sei un disastro!'
Caleb lo disse con talmente tanta naturalezza che l'altro si rimise a ridacchiare

Caleb, ritrovata la sua solita sfacciataggine lo guardava allibito e stava per sbottargli addosso ma perse di nuovo la sua maschera di sicurezza quando Sharp si scostò di poco e con un gesto indicó a Caleb di entrare in casa.

'Ti offro un caffè , so che ti svegli alle 6; e sì,sento anche io tutti i tuoi rumori , soprattutto le tue cinque sveglie la mattina'

Caleb gli tirò un'occhiataccia ma era davvero gasato per aver varcato finalmente la soglia del ragazzo che tanto lo incuriosiva.

INSOMNIA || Fudoukidou Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora