PROLOGO

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Conobbi Tessa Silvestri alla tenera età di sedici anni.
Il mio migliore amico, Giovanni Morelli, me la presentò ad una festa organizzata dai rappresentanti del nostro liceo e non seppi bene cosa accadde, ma quando mi sorrise e mi tese la mano, con tanto di sorriso dolce ad increspare le sue labbra piene, dentro di me qualcosa si mosse.
Tessa Silvestri era divertente, solare, era una bomba di vitalità e dolcezza che incantava chiunque, anche me.
Ai tempi, non sapevo ancora cosa fosse l'amore, non avevo idea di cosa fossero molte cose, in realtà, ma nella mia beata e giusta ingenuità me ne innamorai.
Me ne innamorai perdutamente.
Fu un amore ricambiato, un amore invidiato dall'intera scuola e un amore che decisi in età adulta di portare all'altare.
Una scelta voluta, sentita da entrambi, ma che con il passare degli anni si rivelò affrettata.
Mi laureai a pieni voti in giurisprudenza all'età di ventisette anni, diventando in poco tempo uno degli avvocati più influenti di Milano. Tessa, invece, proseguì gli studi di economia e prese il posto del padre nell'azienda di famiglia.
Come ogni matrimonio che si rispetti non mancarono i litigi, le gelosie, i dolori inferti da ambedue le parti, e le incomprensioni.
Screzi che condussero il nostro rapporto, dopo ben quattro anni di matrimonio, alla deriva: due valige all'ingresso, una moglie in lacrime e due cuori incapaci di andare oltre.
Tessa andò via di casa senza guardarsi indietro, lasciando l'uomo che amò per anni in una casa fin troppo grande per una sola persona e rinunciando per sempre a costruire le basi di una vera e propria famiglia.

Il divorzio fu il primo fallimento che segnò la mia vita e il mio declino interiore.
O meglio… segnò l'inizio di tutto.

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