bts os [ ITA ]

nyotaimori// kookv pt.1

JK POV.

Dopo dieci anni a capo della compagnia più importante di Seoul, c'erano tre cose che Jungkook aveva capito:

1. Se vuoi avere successo, devi sporcarti le mani.

2. Non c'è tempo e tantomeno spazio per l'amore, è solo una debolezza.

3. Mai fidarsi, tutti hanno un prezzo; e lui lo sapeva bene, aveva persino perso il conto della gente che aveva personalmente corrotto per raggiungere i suoi obbiettivi.

E proprio per la terza regola, era appena atterrato a Seoul con il suo jet privato; un grosso affare —non esattamente legale— stava per essere concluso, e il grande e temuto Jeon Jungkook non avrebbe mai delegato una cosa di tale importanza ad uno dei suoi sottoposti.

Atterrò sul tetto della JungSun, una compagnia piuttosto famosa a Daegu, ed affiancato da cinque guardie del corpo — due poco più avanti di lui, due poco più indietro, ed uno ancora più indietro, per tenere tutto sotto controllo — raggiunse forse l'unica persona di cui si fidava un po', Jung Hoseok, nonché il capo della JungSun.

Con un leggero sorriso sulle labbra gli porse una mano, che il più basso strinse volentieri, non perdendo però l'occasione di attirarlo in un abbraccio più amichevole.

« Yaah, Jungkook-ah, non trattarmi come se non ti conoscessi da quando hai pronunciato la tua prima parola! » disse Hoseok, con fare quasi offeso, per poi sorridergli e pattargli amichevolmente la schiena, ed avviandosi mentre verso la porta per rientrare nell'edificio.

Jungkook lo seguì, dopo aver fatto un gesto —non serviva altro, ormai le sue guardie del corpo sapevano bene come comportarsi — ai suoi uomini, che si allontanarono tanto quanto bastava per lasciare ai due un po' di privacy,  senza però perdere di vista il loro capo.

« Allora, come vanno gli affari? Ho sentito che hai concluso un grosso affare con la Kimoon. » disse Jungkook.

Non che gli importasse davvero, voleva solo sbrigarsi e tornarsene a Seoul, ma Hoseok si lamentava sempre per la sua freddezza, quindi cercò di conversare un po' prima di arrivare al punto.

Ma Hoseok lo conosceva bene ormai, quindi si limitò a sbuffare in risposta, dandogli una leggera gomitata.

« Non fingere che ti importi, so che non vedi l'ora di tornartene in quella specie di castello medievale che chiami casa. » 

Non che vivesse sul serio in un castello, non era mica Dracula o cose del genere.

Viveva in una villa a tre piani,  sui toni scuri, a circa quaranta minuti da Seoul, "tana" dei Jeon da generazioni.

Hoseok trovava quella casa inquietante.

Non se ne spiegava il motivo, o meglio, cercava di non pensare al motivo.