10 settembre, un cuscino sulla testa, le coperte su fino al naso e un incessante rumore più che insopportabile. All'incirca le mie giornate iniziano tutte così. Una sveglia puntata ogni cinque minuti con una suoneria davvero odiosa e tante, tantissime occhiaie. Avete presente la sirena di una nave in partenza? Ecco, immaginate di doverla sentire ogni mattina al vostro risveglio, insopportabile ma efficace. Sono le 7.00, dopo una doccia e infiniti complessi su cosa indossare, lego i capelli con uno chignon e scendo giù al bar come è mio solito fare.
"Un cornetto alla crema e un caffè macchiato" disse il cameriere, accennando un sorriso, appena mi vide.
"Lo hai memorizzato allora!" esclamai.
Non era la prima volta che Josh mi toglieva le parole di bocca. Aveva vissuto in America fino a qualche mese prima per poi trasferirsi qui e prendere impiego al bar. Era il classico ragazzo americano. Alto, moro e con uno stile tutto suo. Ci eravamo conosciuti proprio così, davanti un cornetto alla crema e un caffè macchiato per poi ogni mattina raccontarci qualche pettegolezzo e condividere qualche risata. Ma oggi i discorsi furono più brevi del previsto, ero davvero in ritardo. Tra una corsa e l'altra riuscii a passare il tesserino giusto in tempo, per poi ricevere una brutta occhiata dalla mia direttrice, Susanna Albosti. Donna sui cinquant'anni dal portamento impostato e uno sguardo severo e minaccioso come pochi. Teneva molto all'ordine e alla precisione ed era a dir poco ossessionata dalla puntualità. Mi avvicinai e con un sorrisetto forzato dissi:
"Buongiorno direttrice, ci sono novità riguardanti il caso?"
Tutto ebbe inizio due giorni fa, quando la centrale venne informata della scomparsa di una bambina, Clara Tuines, 8 anni. La sua scomparsa interessò innumerevoli testate giornalistiche e durante tutto il mese di febbraio i telegiornali non fecero altro che parlare della sua storia, cercando risposte alle infinite domande. Il caso era tutt'altro che semplice. Erano le due di notte dell'8 settembre, la famiglia Tuines si trovava riunita in ospedale, in attesa della nascita del fratellino di Clara, Nathan. Fu una questione di attimi, di disattenzione che portarono la gioia, trasformarsi in panico e dolore. Tra le poche testimonianze raccolte, tra le più importanti vi è quella della nonna che prima dell'accaduto aveva tenuto sott'occhio Clara, impegnata nel colorare il suo album da disegni. Bastò un attimo di disattenzione per non trovare più di fronte a sé Clara ma solo il suo album da disegno e un pennarello. "Era lì, era proprio lì di fronte a me, così felice e fiera dei suoi disegni che aveva avuto modo di mostrarmi" raccontava la nonna, con gli occhi colmi di lacrime e un dolore non facilmente percepibile.
"La scientifica ci ha fatto avere l'album e il pennarello analizzati, ti aspettano in ufficio" rispose la direttrice.
Il mio sguardo fu rassicurato da quelle parole. Saremmo potuti essere in possesso di una prova essenziale, di una pista da poter seguire e i miei pensieri furono appoggiati dagli sguardi dei colleghi, non appena varcata la porta.
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Ottomilaseicentotrentasei
Mystery / ThrillerLara, una poliziotta americana, riceverà la richiesta di continuare a seguire un caso a ottomilaseicentotrentasei km di distanza da casa. Stravolgere la quotidianità o rinunciare al caso? Prendere o lasciare?