Sempre la stessa storia: perché la notte non riesco mai a riposare tranquillo? Questa cosa va avanti da mesi e mesi ormai, non ricordo più come ci si senta a svegliarsi con una calma e lunga nottata di sonno alle spalle. Se non voglio addormentarmi durante l'ora di letteratura, mi conviene sfruttare l'intervallo per riposarmi un po'.
Lascio la classe, svuotatasi a causa del suono della campanella, e mi dirigo al mio solito luogo di pace, cioè le scale che portano al tetto della scuola. Il tetto è inaccessibile e questa zona a molti non interessa, altri neanche la conoscono.Sono felice di averla trovata, di avere un luogo dove nessuno possa disturbarmi. Insomma, chiariamo questa cosa: non ho un odio incondizionato verso il mondo e verso tutti. Semplicemente da quando ho lasciato l'Australia, ho iniziato ad amare la solitudine, il non avere gente attorno che possa creare problemi. In fondo quel continente era molto diverso ed anch'io ero davvero diverso.
Attraverso corridoi e finalmente arrivo ai piedi della prima rampa di scale. Di solito io sto sulla terza rampa, per rendermi ancor meno scovabile. Inizio a salire i gradini e, assonnato, mi scappa uno sbadiglio che mi apinge a chiudere gli occhi. Non appena li riapro, focalizzo ciò che ho davanti: incredibile ma vero, il mio posto è occupato da un ragazzino che dorme. Come può qualcun altro aver trovato questo luogo? Insomma, vivo nel bel mezzo di una generazione che dei dettagli non se ne interessa per niente, troppo superficiale per capire fino in fondo le cose. Credo proprio di esserci capitato per caso, un po' per uno scherzo della sorte, perché non sento di appartenervi. Non dico di essere migliore, assolutamente. Semplicemente mi trovo parecchio diverso dalle aspettative altrui.
Torno a concentrarmi sul ragazzino addormentato. Insomma, 'ragazzino' si fa per dire: potrà avere sì e no un paio di anni in meno rispetto a me e, dal suo aspetto, sembra più un angelo. Vederlo dormire trasmette un'incredibile senso di calma pura.
È lì, con la testa poggiata al muro e il corpo leggermente curvato lateralmente. Ha un colore di capelli davvero particolare, una sorta di viola molto chiaro, e un piccolo visino puntellato di lentiggini. Nonostante non lo abbia proprio di fronte, posso notare come sia fisicamente minuto. Non so cosa mi spinge a dirlo, forse la mia nazionalità australiana, ma non sembra completamente coreano. La cosa più strana è che stringe fra le braccia una chitarra nella sua custodia, quasi fosse la cosa più preziosa che gli appartiene. Anche lui suona? Incredibile, credevo che in questa scuola a nessuno piacesse far musica, ma solo ascoltare quelle canzoni fatte di parole buttate casualmente su un foglio senza alcun valore.
Peccato che io ormai abbia perso interesse, prima ero molto più...vivo. Adesso non ho più stimoli che mi spingano a suonare mettendoci il cuore. Ho la mia band, sì, ma io non sono più lo stesso.Lo osservo ancora un po', dando quasi l'impressione di essere un maniaco. Il solo vederlo mi ha trasmesso un senso di...beatitudine? Mi sento riposato senza neanche aver chiuso occhio, delle volte davvero non mi capisco. Sembra così sereno che non riesco a disturbarlo, per questo rinuncio al mio caro luogo sicuro (solamente per questa volta) e torno al corridoio principale. Guardo il telefono: ho ancora 10 minuti di pausa. Mi dirigo ai distributori e, dopo una lunga fila, riesco a prendere una confezione di strani biscotti mai visti prima, giusto per provare a scacciare quel senso di fame che potrà essere eliminato completamente solo dal pranzo. Torno in classe e li assaggio: oh ma sono proprio buoni, chissà perché non li avevo mai notati prima. Non appena finisco di mangiare, la campanella segna la fine dell'intervallo e la classe torna a popolarsi mentre il professore di letteratura fa il suo ingresso in classe con il suo solito buonumore, già programmando la lezione di oggi. E con la sua voce di sottofondo, io non posso far a meno di pensare al ragazzino.
Avrà sentito la campana? Qualcuno sarà andato a cercarlo? Proprio perché quella zona della scuola è abbastanza isolata, lì qualsiasi suono proveniente dai corridoi principali arriva in modo quasi impercettibile.Alla fine della giornata scolastica, ci accalchiamo tutti nel largo corridoio che porta all'uscita ed io mi meraviglio nel sorprendermi a cercarlo con lo sguardo. Sul serio, che sto combinando? Forse mi importa perché ha trovato il mio posto. Forse mi importa perché a lui interessa davvero la musica. Forse mi importa perché sembra diverso, diverso come me. Ma perché mai dovrebbe interessarmi davvero la vita di uno sconosciuto incontrato per caso?
Eppure, non appena scorgo la sua chioma viola tra la folla di studenti, un sorriso cresce inevitabilmente sulle mie labbra, a dimostrare il senso di quiete che sto provando nel mio cuore.
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°given°
RomanceChristopher ha un po' perso interesse nella vita. Sembra normale, tutti cambiamo in fondo. Adesso si sente completamente diverso da quel che era e da quel che dovrebbe essere per soddisfare le aspettative altrui. La solitudine lo accompagna, lo fa s...