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"Esci di nuovo stasera?"
"Sì, perché?"

"E dove te ne vai stavolta?"
"Mmh, ancora non ho deciso esattamente..."
"Le altre volte dove sei stato?"
"Un po' di posti... café, ristoranti, biblioteche... sai, tanto che dobbiamo restare qui per non so ancora quanto tempo, conviene interessarci alle abitudini di questi terrestri, ieri sono stato fino alle quattro del mattino alla Biblioteca Nazionale a leggermi la storia degli Stati Uniti d'America..."
"Tutto questo ti piace, non è così, Loki?"
"Oh si, è assolutamente affascinante per me..."

Esco dal bagno e torno in salotto, là dove mio fratello è seduto sull'ampio divano, una birra di pessima qualità in mano – pessima rispetto alle delizie del luppolo asgardiano, ovviamente – un' altra decina di bottiglie allineate sul tavolino, sul quale ha allungato le gambe, lo sguardo magnetizzato da quella scatola piatta e nera che chiamano televisione, dove stanno dando uno sport assurdo fatto da gente assurda il cui divertimento più grande pare essere quello di aspettare di battere una pallina con una mazza per poi corrergli appresso che i midgardiani chiamano baseball.

Bah!

Oltrepasso il divano e mi avvicino al lungo specchio attaccato alla parete, finendo di sistemarmi la cravatta nera al collo. In realtà tutto il mio abbigliamento è color nero e di poco cambia da quello che solitamente indosso su Asgard.

Sento gli occhi di Thor addosso.

Mi sonda dall'alto al basso e ritorno. Posso sentirli soffermarsi su quei punti che, nudi, conosce perfettamente quanto siano terribilmente sensibili... la mia schiena, le gambe, il...sedere.

Mi sento bruciare e per un attimo mi chiedo se valga la pena uscire stasera.

"Perché una volta tanto non vieni anche tu?" Provo a proporgli. In fondo non mi dispiacerebbe che mi accompagnasse alla scoperta di luoghi nuovi, anche se fuori dal letto e dal sesso non passano che pochi secondi che finiamo, come nostro solito, a litigare. Lo sbircio da oltre il vetro e abbozzo un sorriso, indugiando anch'io sul suo corpo statuario così rilassato in questo momento. Così semplicemente accessibile... "Finirai per diventare più grasso delle nostre botti di legno dove fermenta la tua amata birra se continui così!"
Sono acido, lo so. E lui mi rimprovera con una risata.

Lo vedo alzarsi di scatto dal divano e senza che io faccia in tempo a fare nulla mi è addosso. Mi spinge al muro, mani alla parete fredda, le sue sulle mie, il suo torace a pressarsi sulla mia schiena, stropicciare senza riguardo il mio abito, odore di luppolo pervade le mie narici, il suo respiro sul mio collo. Brividi caldi. Mi eccito.

Strofina il suo ventre contro le mie natiche e una mano scivola giù a fermare il mio fianco, traendomi all'indietro su di lui.

"Ho...ti ho...detto che sto uscendo..." protesto debolmente, ma invano. Il suo vigore sta diventando duro su di me e tutto ciò che ci separa sono solo un paio di lembi di stoffa, quella dei miei jeans neri e quella più morbida della sua... tuta sportiva che utilizza quando resta a casa.

"Potresti anche restare qui con me, fratellino..." Mi tenta, suggendomi avido il lobo dell'orecchio.

"Resto sempre a casa con te, da quando sono arrivato..." Mi difendo ancora.

Mi morde e si struscia più forte. Sa perfettamente, da quando abbiamo scoperto quanto siamo compatibili sessualmente, che basta così poco per farmi cedere.

"Bugiardo...esci tutte le sere, invece."
"A differenza tua, stupido troglodita cerco... cerco di farmi un po' di cultura su questo posto."
"Troglo-cosa??"

"Troll!" L'interrompo bruscamente, allungandomi all'indietro, braccia tese e mani a spingere contro il muro. "Così m'intendi meglio."

"Ah!"

Confessions of a GodDove le storie prendono vita. Scoprilo ora