A lei

5 1 0
                                    

Ciao, come stai? Come stanno andando questi giorni così strani?

Io in questi giorni ho pensato spesso a come sarebbero potuto essere se fossi stato bloccato anzi inquarantenato in un altro posto.

Tipo una casa sul lago o in montagna con degli amici, degli strumenti tipo una chitarra ed un piano, una play e molto alcool, sarebbe stato bello ho pensato. In questi giorni ho pensato che sarei potuto essere inquarantenato ovunque, veramente ovunque visto che sono sempre in giro, come dici tu, ma la verità è che ovunque fossi stato, io ogni sera prima di trovare il sonno ti avrei pensato.

Proprio come in questo momento, avrei pensato, che domani mattina vorrei aprire la porta del soggiorno e trovarti sul divano con in mano il tè ed il libro che leggevo ieri in mano, perché ti piace scoprirmi pian piano, curiosarmi da vicino ma sembrare lontana.

Io un volta aperta la porta ti guarderei per qualche secondo, un po' perché al mattino son veramente lento ed un po' perché saresti stata bella anche se appena sveglia con i capelli tutti arruffati e gli occhi ancora gonfi, così ti avrei guardato per un tempo indefinito, fino a quando tu non avresti alzato lo sguardo verso di me, che ci metti sempre un po', ti dà quell'aria leggera di ragazza snob, che sembra non interessarti che io ti stia guardando ma non è così e lo sai e lo so pure io, forse.

Poi, finalmente, mi guardesti con il tuo sguardo da bambina muovendo dal basso verso l'alto i tuoi occhi corallo fino ad incrociarli con le mie occhiaie scure e solo allora, dopo tutto quel tempo mi avresti salutato con il tuo solito ciao, sempre un po' malinconico e freddo come l'autunno.

Io lentamente come ogni mio movimento al mattino, tipo bradipo, mi sarei avvicinato e seduto accanto, per darti un bacio ma tu lo avresti evitato, quasi indispettita dalla mia lentezza mattutina saresti sgusciata via, via dalle mie occhiaie, via dalle mie esili braccia per andare a spegnere il tè sul fuoco, lo avevi tenuto caldo per me ma non lo ammetteresti mai, dicendo che forse ne avresti voluto ancora, la solita bugia e lo sai e lo so pure io, forse.

Raccogliendo le poche forze che possiedo al mio lento risveglio, mentre tu dandomi le spalle fingeresti di fare qualcosa in cucina io allora ti avrei raggiunta ai fornelli, presa per un braccio e voltata per prendermi ciò che mi spetta e che tu aspettavi.

Una volta che ti avessi avuta di fronte, ti avrei alzata prendendoti per le cosce, affondando le mie mani ruvide nella tua pelle liscia, sedendoti sul tavolo a gambe divaricate che tu avresti poi legato attorno al mio bacino per sentire il calore del mio corpo e poi avresti infilato le tue mani gelide sotto la maglia del mio pigiama come a cercare qualcosa, forse il primo di una lunga quarantena di baci.

Ma domani in cucina mi farò solo la mia colazione pensando se ti avrà fatto piacere leggere questa lettera.. 

Ciao.

Hai finito le parti pubblicate.

⏰ Ultimo aggiornamento: Mar 22, 2020 ⏰

Aggiungi questa storia alla tua Biblioteca per ricevere una notifica quando verrà pubblicata la prossima parte!

Lettere dalla quarantenaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora