Stronzo, hai un lavoro.

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AMANDA's POV
Fine giornata

Sono passate tre ore da quando Tom se ne andato, e dopo di lui sono entrati altri tre candidati. I primi due non hanno convinto nessuno, sia per il fatto che non avevano esperienza, sia per il fatto che non erano di bell'aspetto. Perché diciamolo, se un barista è bello attrarrà molte più ragazze viziate e con il papà pieno di soldi.
Sì perché a New York funziona così, almeno nei quartieri più adagiati della città, si fa passa parola o, come lo chiamavano negli anni 60 a "Little Italy", cuttigghiu su chi è più bello, su chi è più alla moda, chi ha la casa più grande, chi alla macchina più lussuosa, chi ha più piscine e chi meno. Cazzate insomma.
Non capivo da bambina il senso di comprare queste cose con l'importanza della persona, ed non basarla per esempio sulla gentilezza o la caparbietà di una persona.
Lo chiedevo sempre mio padre ma lui non mi sapeva dare una risposta, oltre ad essere sempre occupato per lavoro. Io mi arrabbiavo per questo, per la sua mancanza, ma ora capisco tutto quello che ha fatto per me e per mia madre, capendo che non è stato per niente il peggiore genitore della città, visto che ci sono altri signori che i loro figli proprio non se li cagano per non trascurare il lavoro. È per questo che ogni qualvolta entro nel bar, ogni qualvolta che saluto Randy, ringrazio mio papà per questo.

Infine si è presentato un ragazzo, biondo, con gli occhi celesti, alto, con un fisico adeguato.

"Bello" penso distrattamente.

Mai quanto Tom, Tom è un dio...

"Non esageriamo. Tom è bello ma per essere un ragazzo è bassino" affermo pensando.

Ma se tu sei più bassa di lui, che con i tuoi 163 centimetri manco ti vedi...

"165!" penso frustrata dalla mia stessa coscienza.

Comunque stavo dicendo che questo ragazzo ha l'esperienza molto simile a quella di Tom, quindi potrebbe essere difficile per quest'ultimo ottenere il lavoro.

Mentre sono assorta nei miei pensieri una voce mi chiama e, al mio non rispondere, delle braccia mi scuotono le spalle.

<<Amanda, il congresso si sta per riunire per decidere chi assumere, forza>> A parlare è il mio braccio destro, per volere di mio padre sia chiaro visto che io non lo vorrei fra i piedi, Jack Willagher.

Ci avviamo verso la sala, e appena apro la porta gli altri membri che hanno assistito ai colloqui sono già tutti seduti pronti per iniziare.

<<Io direi di iniziare e di scartare il 60% dei candidati per concentrarsi solo su due persone>> Jack inizia a parlare e tutti acconsentono.
<<Tom Holland e Steve May>> continua poi.

<<Analizziamo i pro ed i contro di entrambi i candidati>> sentenzio io. <<Il Signor Holland ha una splendida personalità e ha più esperienza del Signor May>> constato a tutti.

<<Ma il Signor May è più deciso e a motivazioni più forti per lavorare qui ed inoltre, è più piacente>> mi contraddice Jack.

Lo odio.

<<Mettiamo ai voti>> dico io porgendo una scatola con dei foglietti e dei pennarelli al mio "stimatissimo" collega che, dopo aver passato i pezzi di carta e i pennarelli agli altri componenti della giuria, inizia pensare a chi dare il suo voto.

Dopo cinque minuti le votazioni sono fatte. Prendo la scatola dove ci sono già i pezzi di carta con le sentenze e la apro.
Inizio a contare e a dire a voce alta i responsi e solo dopo un secondo di aver letto tutto mi rendo conto che Tom ha perso.

<<Bene allora è deciso, il Signor May sarà un nostro nuovo dipendente>> afferma l'odioso con una certa luce di fierezza negli occhi.

Tutti abbassano la testa per acconsentire ma quando vedo che stanno per uscire mi accingo a parlare.

<<Invece no, sarà Tom Holland il nuovo barista>> affermo consapevole dei miei poteri decisionali.

Ma che...

<<Che stai dicendo?!>> dice già alterato Willagher quasi venendo testa contro testa, muso con muso.

<<Hai sentito bene, decido io a chi assegnare il posto di impiegato. Mi assumo la piena responsabilità delle mie azioni>> dico autoritaria.

<<Ho capito, ci vai a letto.>> sentenzia con perfidia.

Tempo neanche un secondo gli arriva uno schiaffo a mano aperta e due secondi dopo si intravede un segno rosso sulla sua guancia destra. E così me ne vado a casa.

Comunque, magari...

TOM's POV
5 ore dopo

Sono ancora fuori ed è quasi ora di cena. Ho passato tutta la giornata a pensare al colloquio di lavoro di ieri, ad aspettare una chiamata per dirmi: "salve, abbiamo preso in considerazione la sua proposta ma purtroppo non è il candidato adatto" oppure "salve, mi fa piacere comunicarle che a breve sarà un membro dello staff della Caffetteria Vogue, la aspettiamo domani per concordare i termini del contratto ed iniziare a lavorare".
E poi a lei, il mio probabile capo, i suoi occhi verdi, le sue labbra carnose, i suoi cap...

Oh andiamo, sembri un ragazzetto di 13 anni alla sua prima cotta...
La mia voce interiore mi interrompe.

Mi risveglio dai miei pensieri e mi accorgo solo ora che sono fermo in piedi, al centro del marciapiede. Mi muovo e cammino frettolosamente verso casa anche a causa del mio appetito vorace.

10 minuti dopo

Arrivo a casa poco tempo dopo e devo dire che già mi sono orientato bene camminando, ma anche guidando una bicicletta, il mio primo acquisto da quando sono atterrato, per le strade della mia nuova città di residenza.
Entro a casa ed un tepore mi avvolge e mi accoglie a braccia aperte, come d'altronde mia madre, intenta ad apparecchiare la tavola, quando entro in salone.
Dopo averla aiutata, chiamai mio padre e i miei fratelli per venire a mangiare.

<<Ho preparato carne di vitello alla piastra, con verdure di contorno>> e dopo questo annuncio di mia madre ci sediamo tutti a tavola e iniziamo a mangiare.

Dopo varie discussioni il mio cellulare squilla in tasca e non mi agito, o quasi, quando vedo che il numero dello studio.

<<Scusate, è per il colloquio al bar di cui vi avevo parlato>> dico solamente, e rispondo alla chiamata senza neanche alzarmi da tavola.

<<Pronto?>> dico solo un po' emozionato con la voce flebile.

<<Stronzo hai un lavoro, inizi domani alle otto. Vieni in anticipo>> capisco subito che è la sua voce.

<<Ci sarò>> e a queste parole stacca la chiamata.

<<Ho un lavoro, inizio domani mattina presto>> dico solamente prima che mia mamma mi abbracci e Harry e Sam Mi facciano le congratulazioni.

Ma vedo qualcosa di più strano. Mio padre sorridere...
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DEDICO QUESTO CAPITOLO AD UNA MIA CARISSIMA AMICA CHE HA FATTO 17 ANNI.
AUGURI ROGER❤️

PER TE SCALEREI I GRATTACIELI //TOM HOLLAD//Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora