Tra Destini E Nuovi Corpi

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Dopo il mio risveglio mi sentii forte, molto più forte, ma preso dalla pazzia andai verso il fuoco ormai espanso  fra tutti gli alberi ma al posto di andare e farla finita udii una voce sempre la stessa maledettissima voce che mi bloccò dicendo, "e no amico mio non puoi fare niente al mio corpo".

Guardai le mie mani e notai gli stessi lunghissimi artigli del mostro.

Dopo quello che è successo Asmodeo mi raccontò tutto ciò che dovevo fare per vivere, era semplice mangiare gli umani e bere il loro sangue, mi spiegò anche che  lui era il mio destino e che lui mi avrebbe accompagnato per sempre, che a lui serviva una persona come me per poter vivere per sempre.

Però ci accordammo per avere una cosa a testa decidemmo che io potevo comandare il corpo, mentre lui era diventato immortale.

Ora grazie a quell'accordo sto uccidendo molte meno persone di quanto faceva lui perché lui era un demone che mangiava non per fame ma per noia e come ultima cosa mi raccontò che proveniva da un pianeta lontano dalla nostra terra, da kepler-406 e che la pietra era quello che l'ha tenuto in vita nello schianto sulla terra.

Ora vivo ancora in quella maledettissima caverna e tutte le notti ripenso alla mia storia e spero che nessun'altro passi ciò che sto passando io in questo corpo e ciò che mi ha fatto passare.

Intorno a me c'era fuoco e distruzione quella stessa distruzione che tanto ho odiato e tanto ho procurato di notte, rido sempre pensando a quella volta a quella frase detta ad Andros, la risposta che diedi ai miei amici, ovvero se è per togliermela dalla testa farei di tutto, ora penso quella risposta giorno e notte pensando al destino sia stato crudele  perché ora di quella voce faccio parte anch'io. 

Prima mi chiamavo Davor Lungar ora tutti mi chiamano con vari nomi il mostro della notte, l'altissima notte ma il mio preferito il cannibale d'oro nero.

la pietra oscuraDove le storie prendono vita. Scoprilo ora