Prologo

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Gioco con il mio orsacchiotto e lancio un'occhiata alla mamma che, in cima alle scale, finisce di attaccare le stelline sul soffitto della mia cameretta.
Sono belle, e Papà dice che al buio si illuminano.

«Mamma, sei sicura che i mostri non verranno più?».

Lei, dall'alto, si ferma per regalarmi un dolce sorriso: «Sì tesoro, queste stelle faranno così tanta luce che scapperanno all'istante!», passa il polso sulla fronte e poi, con attenzione, i suoi piedi tornano a toccare il pavimento.

La osservo avvicinarsi con grazia, abbassare il viso, e immergere gli occhi verdi dei miei. Li abbiamo uguali, come per i capelli arancioni.

No, aspetta, si dice rossi... sì sì, rossi.

«Ricordalo sempre, amore: Brilliamo come diamanti nel cielo», lascia una lieve carezza sulla mia guancia e aggiunge, «e tu, sei il mio tesoro più prezioso».

Arriccio il nasino, mostrando un piccolo sorriso e un attimo dopo mi butto tra le sue braccia. Mamma profuma di fiori, d'estate, e di buono.

«Che ne dici se adesso prepariamo una torta per papà?», posa un bacio sui miei capelli, mentre le faccio di sì con la testa. Mi piacciono i dolci che fa mamma, e mi dicerto a pasticciare sul tavolo.

«Perfetto», quindi mi prende in braccio e scendiamo al piano di sotto, dove mi fa sedere sull'isola della cucina.

«Possiamo cantare?», chiedo, dondolando le gambe. Mamma ha la voce più bella del mondo.

«Cosa vorresti cantare?», domanda, tirando fuori le ciotole. Picchetto un dito sul mento, ci penso, e spalanco la bocca.

«La Sirenetta!», trillo, tutta eccitata. È bello, bello, quel cartone.

«Va bene. Ma non la parte dove canta Ursula».

«Perché no?», sporgo il labbrino e mamma, sospirando, scuote il capo.

«Tesoro, lo sai, ogni volta ti spaventi».

«No, non mi fa più paura!», agito le manine.

«Non più? E come mai?», inarca un sopracciglio così mi stringo nelle spalle e comincio a giocare con un ciuffo di capelli.

«Perché zia Lisa ha che se viene a rubarmi la voce, lei la picchia!».

Mamma scoppia a ridere e tira fuori dal frigo tre uova: «Ok, ho capito. Però è meglio se questo non lo diciamo a tuo padre, altrimenti la zia finisce nei guai».

«Va bene», mostro i dentini bianchi alla mamma e aspetto pazientemente che metta le uova nella ciotola. Solo io posso mescolarle, eh.

«Su una cosa zia ha ragione, però...»
«Cosa?», sbatto le ciglia e mamma mi afferra delicatamente la faccia.

«Qualsiasi cosa accada, non permettere mai a nessuno di rubarti la voce. Hai capito?», balzo dentro ai suoi occhi, che racchiudono sempre quel pizzico di tristezza.

«Ho capito», ripeto, e le sue labbra si distendono.

«Ti voglio bene, piccola. Non ti lascerò mai»

«Promesso?», alzo il mignolino, che mamma afferra al volo.

«Sì, Michelle. Te lo prometto».


~❂~


«No!», mi sveglio, di soprassalto, con il corpo grondante di sudore e il cuore impazzito. Sbatto le palpebre più volte, mi occorrono svariati secondi prima di rendermi conto che stavo sognando.
Un suo ricordo. L'ennesimo.

Come il canto della SirenaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora