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-Sono lenta quando leggo.
-Perfetto. Anche io quando ascolto.
-"L'arte...di...perdere..." Beh senta, io ho molto da fare adesso.
-Che cos'è, dislessia?
-Lei è un maestro?
-Professore. In pensione. Prendi il tuo tempo, Maggie, ascolta le parole mentre le stai per dire. Nove volte su dieci sentirai l'errore arrivare e lo correggerai prima. E sappi che potresti sentirti anche ridicola. Lentamente. La poesia impone riflessione.
-"L'arte di perdere non è difficile da imparare, così molte cose sembrano fatte con l'intento di essere perdute. Se le perdiamo non è un disastro. E tu sempre perderai le tue chiavi di casa con un sorriso. Ho perso due città, due fiumi e un continente. Perduti! Ma non è questo un disastro. Perfino perdere te, che giochi con la voce e coi gesti non mi fa soffrire. È grazie all'arte che si impara presto, l'arte di perdere anche se a volte qualche perdita (scrivilo!) si rivela un disastro."
-Beh...? Cosa ne pensi?
-È bella.
-Risposta inaccettabile. Di cosa parla la poesia?
-Non lo so...
-Sì che lo sai, di che parla?
-Di perdere.
-Cosa?
-L'amore...?
-E in che modo ne parla? È l'amore che ha perduto? La Bishop ne parla come una possibilità, una probabilità, come?
-Beh... Lei comincia a dire che ha perduto cose reali, come le chiavi. E poi, più avanti, addirittura che ha perduto un continente.
-Entra nel grandioso.
-Sì... ma lo dice come... come se non le importasse.
-Eh... il suo tono lo senti distaccato.
-Sento che vuole sembrare distaccata. Che vuole far credere agli altri che non soffre, ma è evidente che nel suo intimo sta male per quello che ha perduto.
-E cosa ha perduto? O chi ha perduto? Un amante?
-No. Un amico.
-10 e lode. Bravissima.
(In her shoes - Se fossi lei)

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