Shiro Helsingor prese in braccio la bambina. Non doveva aspettare un momento di più. Sentiva le magie dei nemici che volavano sopra di sè e che si infrangeva contro la barriera che aveva costruito. Si voltò. Li schiantò tutti uno dopo l'altro. Doveva portare via la bambina, doveva portare da quelli che avrebbero potuto allevarla meglio, ricoprendola d'amore e di comprensione, come avevano già ricoperto la giovane madre della bambina. Lì sarebbe stata al sicuro. Cercò di rimanere in piedi. Non poteva mollare, non adesso. La bambina aveva ancora bisogno del suo sostegno. Crollò a terra. La ferita che aveva sul petto si stava allargando. Prese un fazzoletto e sputò il sangue che gli stava uscendo dalla bocca. Non voleva sporcare la bambina. Non riusciva ad alzarsi. Teneva le braccia alte. Aveva paura di fare del male alla bambina. Non riusciva ad alzarsi. Sentì dei passi dietro di sè. Non riusciva a vedere niente. Sentì qualcuno che gli toccava le mani e gliela allentava. Non sentiva più il peso della bambina. Chiunque fosse quel tizio gliela aveva presa. Doveva fare qualcosa. Provò a prendere la bacchetta. L'altro se ne doveva essere accorto, perchè disse:"Non colpirmi Shiro, sono io Harry Potter!" Shiro scosse la testa. Non poteva fare altro che credergli. Ormai non aveva alcuna voglia di combattere. Prima di lasciarlo andare, però doveva essere sicuro. "Che cosa volava in cielo il primo giorno in cui ci siamo incontrati" "Una fenice blu, la tua fenice" Shiro sorrise. Era proprio Harry. Si sforzò a parlare. "Devi portarla dalla sorella della madre. Lì sarà al sicuro. Lei è una non-maga, nessuno penserà che la bambina di mio figlio si trovi lì" "Ok. Non preoccuparti." In quell'istante tutto si fece scuro e l'ultima cosa che Shiro sentì fu la risata della bambina. Poi tutto si spense.
Harry corse più veloce che poteva. Non c'era tempo da perdere. Si ritrovò davanti a una via piena di grattaceli. Erano le case babbane. Si trovava nel pieno centro di Londra. Vide una piccola casa bianca in mezzo ai grattaceli. L'aveva trovata. Bussò alla porta. Una fessura si aprì e una proiezione tridimensionale apparve davanti a lui. Fece un salto. Era identica, era identica a Daisy Doofman. La donna sorrise. "Buongiorno, signor Potter. Mi scusi se l'ho spaventata. So che voi maghi non siete abituati alla tecnologia e...." "Non si preoccupi, io la conosco. Mi ero stupito di altro, signora Doofman." "Signorina, prego. Ancora non mi sono sposata. Ma che sciocca che sono perchè mai dovrei sposarmi. Ho soltanto diciasette anni. Comunque le ho un centinaio di volte che mi deve chiamare Katherine. Ma adesso non parliamo di questo." La porta si aprì da sola con uno scatto metallico. "Entri, signor Potter, si muovi, prima che arrivino loro." Harry entrò. Si ritrovò davanti alla stessa donna, ragazza di prima. La guardò. Lunghi capelli rossi, corpo magro e affusolato, in cui i grandi seni contrastavano con il resto, i tratti del volto di lei erano dolci e sereni, gli occhi grandi e di un colore indefinito tra il verde e l'azzurro. Il volto era punteggiato di leggere lentiggini, che ricordavano delle piccole stelle. indossava un vestito nero, che ricordava vagamente quello di una strega, le mani erano ricoperte da guanti e le gambe da calze a rete. Sulla testa aveva un cappello. Le labbra erano piccole e sottili, di un colore rosato. Era proprio identica alla sorella, madre della bambina, morta solo poche ore prima. Sembrava ben più matura dei suoi diciasette anni. Se per i maghi la sorella era appena maggiorenne, lei per i bambini lo sarebbe stata solo l'anno successivo. La ragazza sorrise, mostrando i denti perfetti. "La stavamo aspettando, Signor Potter. Gli altri sono già dentro." Harry sorrise. Entrò dentro il salotto. I genitori della ragazza gli sorrisero. Poi presero la bambina. "è la figlia di Daisy?" Harry annuì. "è bellissima"disse con voce dolce l'uomo. "è identica a lei" Harry vide Ron, Hermione e Ginny su un divano in fondo alla stanza. Li raggiunse e si mise a sedere accanto a loro. Ginny gli sorrise. Teneva tra le braccia Liy. Harry l'accarezzò. Non avrebbe mai voluto che le succedesse la stessa cosa che era successa alla figlia della ragazza. Lei aveva perso entrambi. Sia il padre che la madre. Aveva solo un anno meno di Lily. La voce di Katherine destò ognuno di loro dai propri pensieri e dai ricordi. "Mamma, papà. Ho deciso. Sarò io ad allevarla! Ci penserò io a lei! Sono sicura che Katherine sarebbe d'accordo con me! Anche lei lo avrebbe voluto!" Il padre scosse la testa. "No, Kate. Non sei costretta a farlo! Sei troppo giovane! E poi non è stata colpa tua se Daisy è morta. Devi smetterla di darti colpe che non hai!" "Ti sbagli, papà. Io glielo promesso mentre moriva. Le ho detto che mi sarei occupata io di lei, che le avrei fatto da madre. Sarà come se Daisy non fosse mai morta. Continuerà a vivere attraverso di me!" Il padre la guardò un attimo. Katherine sentì gli sguardi di tutte le persone presenti nella stanza su di sè. Persino la figlia dei maghi la stava guardando. Prese in braccio la bambina. La piccola si mise a ridere. Poi alzò la manina e gliela mise sul cuore. Katherine la guardò. "Mi ha scelto, non è vero. Anche tu vuoi vivere con me?" Come risposta la piccola rise. Katherine si voltò verso il padre. Lo vide sbuffare. "Okey, d'accordo. Te ne occuperai tu!" Katherine si voltò verso il signor Potter. L'uomo le stava sorridendo. "Vi permetterò di poterla venire a trovare." Poi si volse verso il padre. "E anche a te, papà." Il signor Potter annuì. "Devi portarla in luogo sicuro. Finchè è qui è in pericolo!" Katherine sorrise. "So già dove portarla" Si voltò verso il padre:"Non ti preoccupare papà. Andrò a Dublino, dalla nonna. Finchè non sarò maggiorenne virò lì con la bambina e tu potrai venire ogni volta che vorrai" Vide il padre annuire. Sembrava preoccupato, ma si fidava di lei. "Hai deciso tutto con Daisy?" "Sì, abbiamo stabilito ogni cosa." Katherine si voltò verso il signor Potter e verso il signor Weasley. "Io e Daisy eravamo molto di più di sorelle. Eravamo una cosa sola. E adesso io senza di lei non sono niente." Vide il signor Potter. "Non ti preoccupare. Non sarò certo io ad impedirti di allevare la piccola" Lo vide voltarsi con aria dubbiosa verso gli altri. "A proposito come la chiamiamo?" Katherine non ci pensò due volte. Sapeva già dalla prima volta in cui aveva visto la sorella incinta come si sarebbe chiamata la bambina. "Ariana, Ariana . Come la sua altra zia. Si chiamerà Ariana!" Nessuno fiatò. Sembravano tutti d'accordo. "Il suo secondo nome sarà Margherite, come te, mamma" Katherine si voltò verso la madre. La donna le sorrise. "Sappi che qualsiasi cosa di cui tu abbia bisogno, tesoro, non ci saremo." "Lo so, mamma" Abbracciò entrambi i genitori strinse alla mano ai maghi. Il giorno dopo era già pronta a partire e a lasciarsi tutto alle spalle.
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Enchanteroak school Libro n 1:La nipote di Shiro Helsingor
FantasyAriana è una bambina di soli otto anni, ma nonostante questo è una potentissima maga dai poteri incontrollabili. I suoi occhi poi cambiano colore ad ogni emozione che prova. Vissuta sempre tra i nonmaghi, Ariana si è sentita sempre strana. Nessuno...