0.3

17 4 0
                                    

I pensieri liquidi vagavano nel cervello della giovane, senza un senso logico o una sequenza precisa che le potesse dare ausilio per comprendere i suoi sentimenti. Comprese in quei giorni che la libertà d'espressione le sarebbe mancata come l'aria, privata di questa si sentiva come una rondine senz'ali né piume leggere. La sua anima la poteva toccare, la vedeva guardinga sopra al soffitto, come uno scarafaggio con la parrucca da giudice che sparava sentenze sul suo stato. Aveva voglia d'urlare, di strappare dalle orbite quegli occhi ombrosi.  Di graffiare la sua gola fino a tenere tra le dita fredde le corde vocali e chiedere loro quale fosse il problema. Stuzzicarle, giocarci un po' e gettarle lontano da lei, darle in pasto alla ragazza identica alla sua figura che rideva di lei. Eppure, le sue dita rimasero immobili, i suoi occhi spalancati, il corpo ancorato dai cuscini che parevano pesare come piombo sulla sua schiena spezzata. E la bianca gola integra, liscia, senza un graffio. Non come al suo interno.

bacheca d'una bocca di rosaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora