Era un uomo alto, sui quaranta, capelli corvini ben pettinati e tirati indietro con qualche striatura grigiastra.
Entrò nella stanza dove alloggiavo con passo svelto, si piazzò davanti al mio letto e mi scrutò bene in volto, un sorriso malizioso gli apparve sul viso squadrato. <<Ciao Joelle>> disse, io lo guardai male e non risposi <<Be' il lupo ti ha mangiato la lingua eh?>> lupo? non si diceva il gatto? mah.
Il sorriso scomparve dal suo volto facendolo diventare cupo e inquietante.Si rivolse all'infermiera dai capelli rossi <<Be' cara signora aiuti mia nipote a prepararsi e andiamocene da questa topaia>> disse uscendo.L'infermiera fece un profondo respiro e mi guardò sorridendo <<Su cara, hai sentito tuo zio, scendi dal letto che ti porto i vestiti..>> disse mentr usciva. Cosa?Davvero?Mi voleva scacciare in quel modo?Chi le diceva che riuscivo a camminare con la gamba ridotta in quel modo?Insomma...Ormai non sentivo più dolore, in realtà non so nemmeno se la ferita ci fosse ancora ma il dottore non mi aveva rivisitato, di solito è così no?Se il paziente è in forma si puo tranquillamente mandare a casa.
E poi io quel tizio non lo conoscevo!Sbuffai e mi misi a sedere sul letto, le gambe ciondoloni.Lentamente poggiai i piedi a terra quasi aspettandomi un dolore improvviso.Piano piano spostai il peso sulle mie gambe e mi misi in piedi stringendo gli occhi e mordendomi il labbro inferiore.Niente.La coscia non mi faceva per niente male.L'infermiera dai capelli rossi arrivò in camera mia buttò i miei vestiti sul letto e mi fissò <<Senti...Fammi dare un occhiata alla tua ferita...>> disse mentre si avvicinava. Lentamente tolse la benda e man mano che la ferita si scopriva la su bocca si allargava in un sorriso sempre più grande <<Ahah!Proprio come pensavo!>> esclamò, io mi guardai la gamba...e la mia bocca si spalancò.La mia coscia era perfettamente illesa, attraversata solo da una lunga cicatrice frastagliata ma che si notava appena <<Ma...Come è possibile?Pensavo che ci avrebbe messo di più a guarire, sono passati solo cinque giorni>> dissi senza entusiasmo, erano stati i cinque giorni peggiori della mia vita.<<Be'...Be'...L-l' abbiamo curata abbastanza bene si vede!>> rispose sorridendo nervosamente <<Ehm sì...Questi vestiti me li ha dati tuo zio>> disse prendendo una gonna a vita alta bordeux ed una camicetta nera <<Questo mio presunto zio lo sa che siamo in pieno inverno vero?>> dissi guardando la gonna con espressione di disgusto.L'infermiera sventolò delle calze invernali nere <<Sono gli unici vestiti che hai Joe...>> disse mentre io mi toglievo il misero pigiama che l'infermiera dai capelli rossi mi aveva dato -era stata così gentile da darmene uno suo che lei non indossava più cosi da non dovermi infilare uno di quei camici che danno in ospedale.- indossai la camicietta e la gonna sena curarmi di tistemarle per bene, poi m'infilai le converse nere lise e sporche -sopravvissute all'incidente- e mi lisciai i capelli con le dita.
Mi sentivo in piena forma, i graffi sul viso e nel resto del corpo spariti, il dolore alla testa uguale, ma quello al cuore c'era, anche se più sopportabile.Da fuori giungevano voci maschili. Riconobbi quella del dottore e di "mio zio" . Sembravano stessero discutendo animatamente.
La porta si apri violentemente ed entrarono i due uomini, potrei giurare di aver visto il dottore infilare in una delle tasche del camice una mazzetta <<Bene vedo che sei pronta Joelle>> disse <<Lui è tuo Zio Antony, è venuto a sapere dell'incidente solo stamani e si è fiondato subito qua,Se sei pronta puoi andare>> continuò sorridendo. Antony se ne stava lì con le mani in tasca e visto che io non mi muovevo e stavo appiccicata all'infermiera dai capelli rossi mi guardò male.Io non volevo andare con lui,non lo conoscevo.Ma non ce la facevo più a stare in ospedale e non volevo assolutamente andare in una casa famiglia o da qualche sconosciuto,certo se Antony diceva di essere mio zio...Sospirai e andai decisa verso la porta senza aspettare nessuno e loro mi seguirono in silenzio .Mentre attraversavo il corridoio vuoto - lanciai un occhiata all'orologio attaccato ad una delle pareti, erano le ventuno passate- mi ricordai che mi ero dimenticata una cosa.
Mi voltai ed andai a sbattere contro Antony,mormorai <<Scusa>> e lo oltrepassai in fretta andando verso l'infermiera dai capelli rossi che era a poca distanza da noi <<Non mi hai detto come ti chiami!>> dissi emozionata, non so perchè ma volevo sapere chi era quella ragazza che mi aveva aiutato ad affrontare al meglio i giorni peggiori della mia vita. Lei sorrise e i suoi occhi verdi si illuminarono in modo disumano di una luce blu ed anche il colore si mescolò creando sfumature verde-azzurro.Il mio cuore sussultò e trattenni il repiro davanti a quel cambiamento improvviso <<Mi chiamo Clelia>> .Ecco ora ero certa che le mia vita non sarebbe più stata così tanto normale.
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The Bestlorde
FantasyDopo la morte dei genitori, Joelle Wolff è costretta ad andare a vivere con l'unico parente che le è rimasto, l'avaro egocentrio e solitario Zio Antony trasferitosi lontano dalla nipote prima ancora che lei nascesse per cause a Joelle sconosciute.N...