Capitolo 6.

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Ok, l' immagine non c' entra nulla ma vabbè, è bellissima. Ora leggete...

Pov Will.
Dopo aver visitato gli ultimi pazienti, che per fortuna non avevano nulla di grave, mi diressi nella stanza del principale. Mi sedetti in una poltroncina, e mi misi a guardare l' inventario scritto da mio fratello. Iniziai ad annoiarmi, e cominciai a sbirciare dalla porta. Qualcun' altro peró aveva avuto la mia stessa idea. Nico osservava gli altri pazienti, e poco dopo spostó la sua attenzione su di me. Per un momento i nostri sguardi si persero l' uno nell' altro, per quelle che sembrarono ore. Fui riportato alla realtá, dalla porta dell' infermeria che veniva aperta. Il figlio di Ade si chiuse dentro la stanza, ma non ci rimase per molto, perché le visite erano per lui. Diressi Percy e Annabeth nella sua stanza, e li lasciai un po' soli. Dopo circa 35 minuti, la ragazza uscí, e dato che io lascio al massimo 20 minuti di tempo, mi avvicinai cauto. Non appena aprii la porta, trovai il figlio di Poseidone a 10 cm dal viso del mio Nico. Ebbene si, l' avevo chiamato  mio. Comunque, lì per lì mi inventai una scusa, e dissi che Nico doveva prendere le sue medicine. Ma una cosa piú stupida no, vero Will? Percy annuí e uscí dalla stanza. Si sentiva che il figlio di Ade era ancora imbarazzato, e timidamente chiesi - Cosa stavate facendo tu e, hem Percy? - lui alzó il viso e mi rispose - Bè, qualche giorno fa, gli ho rivelato la mia, ormai passata, cotta per lui, e ora vuole sapere perché non è il mio tipo. - dalla mia bocca ne uscí un sospiro di sollievo. Non mi ero neanche accorto di trattenere il fiato. Per un terribile momento avevo temuto che tra i due ci fosse qualche cosa... Nico abbassó lo sguardo. Evidentemente non era abituato a parlare del fatto che fosse gay, nonostante io lo sapessi giá. Sapevo cosa si provava, e se non fosse stato per Austin, probabilmente mi sarei tolto la vita diverso tempo fa. Ma avevo imparato ad accettarmi, e volevo che fosse così anche per lui. Gli alzai il volto con due dita, e tenni il mio sguardo fisso sul suo, mentre gli dicevo che era tutto a posto, e che anche io ero come lui. Poi, fece una cosa che mi lasció completamente spiazzato: mi abbracció forte, e io ricambiai. Passai l' intera giornata con lui, e il tempo passó davvero in fretta, perché arrivó
l' ora di cena, e poi tornai alla cabina n. 7 per dormire. Quella notte non sognai, cosa alquanto insolita per un semidio, ma a me andava bene cosí. La mattina ero piuttosto felice, perché avrei passato il giorno successivo con Nico. Purtoppo riuscii a vederlo solo la sera, prima di andare a dormire, perché avevo avuto la giornata piena di impegni. - Hey Nico, ricorda che domani passeremo tutto il giorno insieme. -  lui annuí energicamente, e ci augurammo la buona notte. Feci parecchi sogni stravaganti, con mio padre che mi intimava di non farmi scappare il figlio di Ade, e di fare qualche cosa al piú presto, io che arrossivo violentemente e Jason che correva quá e lá, tenendo come bandiera una coperta arcobaleno, e gridando ai quattro venti ( nel vero senso della parola ) - Solangeloo!! - quando mi svegliai mi ritrovai in un bozzolo di coperte. Verso le otto e mezza andai in mensa, e poi passai in infermeria, dove trovai il ragazzo  dai capelli neri sulla soglia delle porta.
- Alla buon' ora, Solace! Me ne stavo per andare pensando che mi avessi dato buca, sai? - aveva uno sguardo divertito, e io mi portai una mano dietro alla testa imbarazzato. - Hem, scusa. Bè, andiamo? - gli porsi la mano, e timidamente la prese con la sua, pallida, bianca, e perennemente fredda. Era leggermente rosso nelle guance, teneva lo sguardo basso e aveva un sorrisino timido stampato sul volto. Dei se era sexy, quando sorrideva. Per rilassarlo un po', gli sussurrai
- Tranquillo, dove stiamo andando non ci vedrá nessuno, se è questo che ti preoccupa. - lui annuí, e proseguimmo il nostro cammino. Arrivammo al fiume che era nella foresta, quello che solitamente segnava i confini in Caccia alla Bandiera. Continuammo a camminare per altri cento metri circa, e ci fermammo sotto una quercia enorme. Restammo lì accucciati, a parlare di praticamente tutto, finchè non arrivammo agli amori. - Hey, Will. - ormai stava per farmi la fatiddica domanda.
- Chi ami? - I suoi occhi scuri come due pozzi erano fissi sui miei, chiari come il cielo senza nuvole, le labbra leggermente socchiuse, e alla fine non mi trattenni piú, e lo baciai.

Angolo per parlare.

Ciao a tutti! Quanto mi volete bene da 1 a 10?
* schiva fortunatamente tutte le verdure che le vengono lanciate da sotto casa * ok... Bè, penso che mi trasferiró in Scozia...
* sparisce con un viaggio ombra* comunque, un caro saluto
~Sabri 💀🖤

𝑆𝑖𝑎𝑚𝑜 𝑠𝑜𝑙𝑜 𝑖𝑜 𝑒 𝑡𝑒 ~𝑆𝑜𝑙𝑎𝑛𝑔𝑒𝑙𝑜Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora