Prologo

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You and I...

we don't wanna be like them...

Canto le parole di questa canzone e senza volerlo mi giro alla mia destra. I miei occhi incontrano i suoi e per un attimo restiamo a fissarci. Poi si gira e io faccio lo stesso. Cerco di pensare alla canzone, ai fan o qualsiasi altra cosa che mi permetta di togliermi quel pensiero dalla testa. Ma non ce la faccio. Quel pensiero è sempre costante nella mia testa. Affolla i miei pensieri di giorno e i miei sogni di notte. Poi la canzone finisce e lentamente si spengono le luci. Scendiamo dal palco e andiamo verso i camerini. Quando sento una mano afferrarmi per un polso e mi trovo di fronte quegli occhi che tanto temo di vedere. Li temo perché ho paura di non mantenere la promessa che ho fatto a me stesso. Mi sono promesso che per me lui sarebbe stato sempre e solo il mio migliore amico e niente più. Invece quando mi trovo vicino a lui ho un disperato bisogno di unire le mie labbra con le sue e baciarlo fino a quando non saremo entrambi esausti...

Ma non posso. Non posso rivelare al mondo intero la mia vera sessualità. Nessuno sa che spesso la notte mi ritrovo a piangere di nascosto da tutti perché la ferita nel petto si allarga sempre di più. Non posso perché sono in una band il cui management ha deciso che è troppo pericoloso comunicare alla gente se si è gay o meno. Ovviamente non sanno che lo sono, loro ci hanno fatto solo un discorso in generale, ma credo che abbiano qualche sospetto.

Mi riprendo dai miei pensieri e mi accorgo che Louis mi sta agitando due dita davanti al viso.

“Hey! Harry!” mi dice sorridendo il mio migliore amico.

“Louis, scusa stavo pensando. Perché mi hai fermato?” gli domando confuso

“Ti ho fermato da parte perché vorrei sapere che hai oggi, sei strano. Anche sul palco eri distratto. Hai scordato tre volte il testo di una canzone e non avevi la solita energia. Sono solo preoccupato” mi dice con una faccia così corrucciata che mi verrebbe d'istinto di baciarlo, ma non posso.

“Niente Lou, sono solo un po' stanco” rispondo mentendo.

“Ok amico, ma sappi che per qualsiasi cosa io ci sono e sono sempre disponibile ad ascoltarti.”

mi dice sorridendo e io non posso far altro che sorridergli e abbracciarlo. Questo me lo concedo. Mi scappa una lacrima ma l'asciugo prima che se ne accorga.

Dopo un'ora circa siamo in albergo e ci comunicano che purtroppo non abbiamo delle stanze singole ma una doppia e una tripla. Zayn decide di andare con Niall e Liam nella tripla, quindi realizzo che sarò con Lou nella doppia e arrossisco, fortunatamente nessuno se ne accorge.

Entro in camera seguito da Louis e salutiamo gli altri ragazzi prima di chiudere la porta.

Mi butto sul letto di peso e chiudo gli occhi sospirando. Louis si siede sul letto e si gira verso di me, me ne accorgo anche se ho gli occhi chiusi. Apro gli occhi e me ne pento all'istante. Lui mi sta guardando, mi sorride e ridacchia.

“Cosa hai da ridere?” gli dico sbuffando un po'.

“Ridevo ripensando alla prima volta che abbiamo dormito insieme io e te. Ricordi? Mentre dormivamo ti ho tirato un calcio e ti ho fatto cadere, mi sento ancora un po' in colpa ma è così divertente!” e inizia a ridere come un matto tenendosi le braccia sulla pancia e scalciando con le gambe. Non riesco a resistere e scoppio a ridere anche io. Ridiamo fino ad avere le lacrime agli occhi e poi torniamo seri. Ora mi guarda più intensamente e mi sposta un ciuffo dal viso, questo gesto mi fa arrossire e lui sorride dolcemente.

“Styles, non so come farei senza di te”

We don't wanna be like them - Larry StylinsonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora