nei media :
take me to the church
by hozier
No masters or kings when the ritual begins
There is no sweeter innocence than our gentle sin
In the madness and soil of that sad earthly scene
Only then I am human
Only then I am clean
Profumava di rosa nera e olio al patchouli.
Quel sentore inebriante gli era rimasto impresso nella mente e sui vestiti. Se gli capitava di sentirlo tra le vie del mercato, tra quelle bancarelle variopinte che esponevano stoffe, tappeti, essenze e spezie di ogni genere, il suo pensiero subito correva al giovane mago dallo stile altrettanto estroso. Nessuno avrebbe saputo portare con tale disinvoltura una moltitudine di colore tutti insieme.A pensarci bene Asra Alnazar era la persona più particolare che conoscesse. A partire dai suoi capelli nivei che facevano contrasto con la sua carnagione ambrata. Non erano mai in ordine, ogni ciocca aveva un verso tutto suo e a lui piaceva intrecciarli tra le sue dita e giocherellarci, lasciandoli più scomposti di prima. Ma il suo punto di forza erano gli occhi, di un viola sempre diverso che con il tempo aveva imparato a riconoscere. C'era il viola livido di un cielo in tempesta, un chiaro segno che qualcosa non andava e bisognava stargli alla larga, il viola cianotico delle giornate senza sole e sorrisi e poi c'era il viola malva, la sua tonalità abituale, quando era calmo come il mare in bonaccia. I suoi occhi si illuminavano raramente di viva gioia o quantomeno non con lui. Non ne aveva mai fatto un problema, gli bastava uno dei suoi sguardi languidi perfargli cedere le ginocchia e dimenticare tutto il resto.
Julian Devorak era strano, su questo non c'erano dubbi quindi formavano una coppia alquanto azzeccata. Il primo cercava di ricordare che cosa significasse essere amati accontentandosi del calore umano di uno che a malapena conosceva, l'altro voleva a tutti i costi dimenticare una ferita ancora fresca che stentava a rimarginarsi. Al tempo stesso anche Julian voleva cancellare gli orrori, impressi a forza sulle palpebre, di una piaga che sembrava dilagare senza sosta. Avrebbe dovuto metterlo in conto quando aveva deciso di diventare dottore-non era certo se fosse stata una vocazione intrinseca o semplice necessità di sentirsi utile in qualche modo- ma c'era un limite di sopportazione che aveva già superato da un pezzo. Quelle voci supplicanti, quei volti contratti dal dolore, le membra sfigurate lo perseguitavano ormai anche nei sogni. Credeva che ben presto avrebbe perso il senno insieme alle ore di sonno. In quella terribile situazione Asra gli aveva offerto un porto sicuro dove rifugiarsi e dimenticare almeno per un poco le preoccupazioni che quotidianamente lo dilaniavano dall'interno.
Dopo il tramonto la città sembrava spopolarsi, le strade di Vesuvia non erano mai state così deserte come nelle ore che accompagnavano il calar del sole. Ma anche di giorno il via vai era cessato, solo qualche anima temeraria osava lasciare la propria casa per portare del cibo alle proprie famiglie.
Giunta la notte, tutto taceva e in quel silenzio irreale una figura ammantata si spostava con passo felpato tra quelle vie labirintiche. Sapeva a memoria il percorso per quante volte vi aveva tracciato il solco.
Il negozio di Asra era piccolo e modesto, quasi si confondeva tra la moltitudine di case addossate l'una all'altra. A giudicare dalla facciata che aveva bisogno di una bella mano di vernice, doveva essere rimasto lo stesso da quando Asra lo aveva rilevato da un anziano signore che voleva sbarazzarsi in fretta di quel locale in disuso. Si scorgeva a malapena un cartello che recava la scritta in uno stampatello ordinato "Divinazione e cartomanzia".
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༄ 𝙰𝚖𝚘𝚞𝚛 𝙿𝚕𝚊𝚜𝚝𝚒𝚚𝚞𝚎 || 𝚃𝚑𝚎 𝙰𝚛𝚌𝚊𝚗𝚊
Short StoryEra inutile negarlo. Ormai il loro rapporto era completamente andato, come un piatto rotto in mille pezzi. Per quanto Julian potesse affannarsi per aggiustarlo, nulla poteva cambiare la realtà dei fatti. Asra non lo amava e mai lo avrebbe amato. Dov...