About headache, tatoo and shining eyes

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-Papà, è lei la ragazza?
-Sì Nic, è lei, ma lasciala stare, sta dormendo.
-Ma sono le 16, papà...
-Lo so, però evidentemente è molto stanca. Dai, prepara lo zaino che mamma ti sta venendo a prendere.

Sono le 16, penso come al rallentatore.
Tutti i miei pensieri sono densi e lenti, come miele.
Devo svegliarmi.
Ma non ci riesco, è come se qualcuno mi avesse cucito le palpebre. Mi sembra di snetirw la pelle che si strappa, mentre le apro lentamente. La prima cosa che vedo è un soffitto a volta bianco, con uno sfarzoso lampadario in vetro. Mi metto dolorosamente a sedere: mi fa male ovunque, ma soprattutto la nuca.
Mi guardo attorno: mi trovo in un letto matrimonilae, con lenzuola di lino e con una testiera in metallo, che sento duro e fredfo a contatto con le spalle.
Di fianco c'è un piccolo comodino con una brocca bianca, una tazza e una scatola di medicinali. Alle finestre, tende di pizzo scheramano la luce che, comunque, in parte filtra nella stanza, illuminandola.

- Così alla fine ti sei svegliata - dice una voce secca -Niccolò sarà contento... Pensavamo che avresti dormito tutto il giorno.
Sollevo lo sguardo. Un uomo è in piedi accanto al letto, i capelli scuri e un'espressione divertita sul volto. Indossa un pantalone blu, una giacca dello stesso colore e tessuto e una camicia bianca... La camicia bianca!
-Sei la persona di ieri notte?- chiedo, con la voce impastata
Annuisce. -Eri davvero in pessime condizioni. Ti ho sollevata da terra, quando sei caduta, ti ho portato in macchina, e ho provato a svegliarti, almeno per chiederti un indirizzo, non so, un posto in cui avrei potuto riaccompagnarti. Ma niente, dormivi profondamente. Allora ti ho portato qui  -conclude, allargando le braccia.
-E dove mi trovo?
-È casa mia. Non sapevo dove altro portarti, alle due di notte.
Tossico. Ho un dolore improvviso e lancinante alla nuca, ed istintivamente mi porto una mano alle tempie.
L' uomo mi guarda allarmato.
-Tutto apposto?
Il dolore si sta attenuando leggermente.
-Sì- rispondo -Ho solo un forte mal di testa.
Scrolla le spalle -Immagino sia normale, dopo tutto l'alcool che avrai ingerito. Eri abbastanza ubriaca, ieri.
Sono sicura che le mie guance siano diventate bordeaux per l'imbarazzo.
-Mi dispice- borbotto, imbarazzata -Soprattutto per il fastidio che ho arrecato e...
-Non preoccuparti- mi interrompe, e poi indica il comodino accanto al letto -Lì c'è dell'acqua e un analgesico per il dolore. Anche se- aggiunge -sarebbe il caso che prima mangiassi qualcosa. Ti va un po' di pasta?
Scuoto la testa, e un nuovo capogiro mi assale.
-Ascolta -mi dice -non ti nutri da almeno 18 ore, e per quanto ne so, forse da anche più tempo. E, inoltre, non puoi ingerire un farmaco così, a stomaco vuoto.
-Sei un dottore?- sbuffo
Due fossette si formano vicino agli angoli della sua bocca mentre piega le labbrain un mezzo sorriso.
-No, sono un avvocato e un professore ma, fidati, so come trattare i postumi della sbornia. Una bella "aglio e olio", quindi?
Quasi involontariamente, mi ritrovo a sorridere anche io.
-Aspetta- dico, prima che lui esca dalla stanza, probabilmente per preparare il fantomatico piatto di pasta -come ti chiami?
-Giuseppe- mi risponde, voltandosi a guardarmi. E, prima che io possa dire qualcosa, soggiunge -Tu sei Alice, lo so. L'ho letto ieri sui tuoi documenti mentre cercavo qualcosa di utile per capire dove abitassi. Provincia di Taranto, eh? Siamo originari della stessa regione.
Detto questo, oltrepassa l'uscio della porta e scompare dalla mia vista.

-No, tesoro, lasciala stare. Ha mal di testa, non darle fastidio -lo sento sussurrare a pochi metri dalla camera in cui mi trovo.
Poi il rumore dei suoi passi riecheggiano nel corridoio, allontanandosi sempre di più. Altri passi, invece, si avvicinano molto meno rumorosi, e in pochi secondi un bambino entra nella stanza. È biondo, gli occhi castani e incredibilmente luminosi, identici a quelli di Giuseppe. Con molte probabilità è suo figlio, o forse suo nipote.
Intanto il piccolo mi sta guardando con un'espressione curiosa. Non avrà più di sette o ottoanni.
-Ciao, io sono Niccolò- sussurra timidamente
-Ciao Niccolò- gli rispondo sorridendo -Io sono Alice, piacere di conoscerti- e gli tendo una mano, che dopo un attimo di esitazionem stringe con la sua, piccola e paffuta.
Gli occhi gli brillano quando scorge il tatuaggio impresso sul mio braccio sinistro, lasciato scoperto dalla t-shirt che indosso.
-Cosa c'è scritto?- mi chiede, indicando il braccio
-Mmh...c'è scritto "It is what it is". Vuol dire...
-So cosa vuol dire, studio inglese- mi interrompe, un po' offeso.
Lo guardo, sorpresa -Wow, lo sai che sei proprio bravo? Io alla tua età non sapevo mica tradurre una frase così difficile.
Lui sorride, orgoglioso. Ma un attimo dopo si rabbuia.
-Anche io vorrei avere un tatuaggio, ma il mio papà non vuole.
Trattengo a stento una risata. -Beh, magari lo potrai fare quando sarai un po' più grande...
-Spero sinceramente di no- la voce di Giuseppe arriva alle mie orecchie prima che possa vederlo entare nella stanza. -Nico, mamma mi ha appena inviato un messaggio: è qui sotto casa che ti aspetta. Prendi lo zaino che ti accompagno giù. Alice, se hai bisogno del bagno, è la seconda porta a destra. Sul bordo della vasca ci sono degli asciugamani e dei vestiti  puliti, nel caso tu voglia cambiarti. Io torno fra un paio di minuti.
Niccolò mi guarda.
-Ciao Alice. Ci rivedremo.
Annuisco, sorridendo -Certo, piccolo.
Frugo nelle tasche del jeans, e tiro fuori una penna e un pezzetto di carta, su cui scarabocchio il mio numero di cellulare, poi lo consegno al bambino.
Lui mi guarda, interrogativo.
-È il mio numero- spiego -Quando avrai voglia di parlare con me puoi chiamarmim ok?
La sua risposta è un enorme sorriso.
Poi, ripone il foglio nella tesca della giacca, si rigira un ultima volta a guardarmi ed esce dalla camera seguito dal padre. Pochi minuti dopo sento il rumore di una porta che si apre e si richiude. Mi alzo dal letto, lentamente, e mi dirigo verso la stanza che mi è stata indicata come il bagno.

Spazio autrice
Ciao ragazze, scusate il lunghissimo intervallo di tempo tra l'uscita del prologo e di questo primo capitolo, ma davvero, quando scrivo qualcosa sono eternamente indecisa se pubblicarla o meno. Fatemi sapere se l' inizio sembra interessante e vale la pena continuare. Vi prometto che, in tal caso, per il secondo capitolo l'attesa sarà meno lunga.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Apr 11, 2020 ⏰

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