"SCALDAMI CON IL TUO FUOCO"

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Avevamo appena finito di fare l' amore.

Il fuoco scoppiettava nella stanza riccamente decorata, mantenendo l'illuminazione fioca.
La luce del fuoco, con i suoi toni caldi, ballavano sul suo viso, abbracciandone i sinuosi lineamenti. Mi stringeva nelle sue forti braccia, tracciando con le sue lunghe dita i contorni della schiena; scendeva con la punta dell' indice per tutta la spina dorsale, soffermandosi sulla fine tracciando piccoli cerchi, e poi salendo su con il pollice, e grattando delicatamente il collo. Io, in tutta risposta, mi aggrappavo al suo petto come se ne dipendesse della mia vita, e decoravo il suo collo con baci fugaci; prima sul pomo d' adamo, poi sulla mascella, infine sulle guance. Ci cullavamo al rumore dei nostri respiri, facendoci compagnia con i rispettivi silenzi.

-Mi dispiace, Jungkook- mi disse, smettendo quei tocchi così delicati.

- E per cosa esattamente?-.

- Per tutto, per non essere stato ciò che veramente meritavi-.

-Ehi, sei persino più di quanto io possa mai aspirare- dissi, prendendogli il mento, per unire i suoi occhi ai miei, ed affogarvici dentro.

- Taehyung, non hai nulla di cui scusarti... perchè mi dici così ? Ho sbagliato qualcosa?-.

- No, piccolo, sei la creatura più perfetta che sia mai esistita, l'incarnazione della delizia..... io ho sbagliato, io sono nel torto. Ho fatto una cosa imperdonabile.... Ricordi cosa ti dissi quella sera, quando scoppiasti a piangere sull' erba?-.

- Mi dissi che non potevi accettare la mia confessione, perchè non eri in grado di mandare avanti una relazione...-.

- E poi?-.

- E poi che l'uomo è un animale, e come tale qualsiasi forma di costrinzione e gabbia sociale lo avrebbe portato all' autodistruzione... eppure eccoci qua, no? Sono riuscito a convincerti del contrario.- dissi, sorridendo per quel momento così dolce e caro nei miei ricordi, custodito con la stessa cura con cui vegliavo sulla mia anima.

- Aspetta, ti prego, aspetta! Jungkook non mi lasciare, sono un'idiota, lo so, lo so... ma dammi la possibilità di ritirare ciò che ho detto, te ne prego! -.

Mi girai, occhi di ghiaccio. Seppure non tradissero alcuna emozione, sapevo che si sarebbero sciolti a contatto con i suoi.

- Che cosa vuoi -.

- I..io, io....-.

- Io cosa?!-.

- Io ti chiedo di amarmi -.

Quel giorno pioveva. E tutti e due, incuranti del tempo, eravamo fuori, su un anonimo marciapiede, ad inzupparci di lacrime del cielo. O forse delle mie.

- Lo sai bene che ti amo già, ma tu non sei disposto a fare altrettanto... Scusami per averti disturbato con futili sentimenti .... sei liberissimo di vivere da animale -.

Detto questo, feci per andarmene, ma subito mi afferrò per la giacca, quella che mi aveva regalato un anno addietro, e mi abbracciò. Posava la testa sulla mia spalla, quando, dolcemente, mi sussurrò:

- Proprio perchè sono un animale, mi faccio guidare dall'istinto.... ed è per questo motivo che sono qui, ora, a chiederti di amarmi, di prenderti cura di questo stupido vecchio tigrotto... così mi avevi chiamato, ricordi? -.

Alzai lo sguardo, e la vidi. Vidi la sincerità brillare in quegli occhi nascosti dai capelli bagnati, quel sorriso quadrato, le guance arrossate. Divino. Sublime.
E lo baciai.

"SCALDAMI CON IL TUO FUOCO"| taekookDove le storie prendono vita. Scoprilo ora