Louis e Harry erano amici ormai da due anni. Era bastato poco per renderli inseparabili: Louis, il più grande, aveva vent'anni ed era un po' l'eterno Peter Pan: sempre scherzoso, ma anche incredibilmente affettuoso nei confronti dell'amico. Harry, 18 anni, era più responsabile, ma restava comunque un ragazzo, talvolta un po' impacciato e timido.
Era un amicizia come se ne vedono poche, erano inseparabili, tanto da essersi trasferiti nello stesso appartamento. Un rapporto invidiabile, nato dalle complicità che sentivano l'uno con l'altro. Credo che chiunque vorrebbe trovare una persona con cui condividere lo stesso.
Quel pomeriggio erano appena tornati dal centro commerciale. Louis buttò i pacchetti a terra, prima di lanciarsi sul divano. Harry si mise a ridere, e fece lo stesso "faccio più shoppy bing con te che con Eleanor" scherzò Louis, avvolgendo le spalle dell'amico con un braccio.
Harry sorrise per la battuta, non troppo convinto, e appoggiò la testa sul petto di Louis.
"per essere bello devo vestirmi bene" e rise, premendo ancora di più la faccia sulla maglietta dell'amico. Louis rise anche lui; Harry sentì la sua risata direttamente dal petto, e così gli sembrò ancora più bello: poi iniziò a giocherellare con i suoi ricci, Harry rabbrividì, come sempre quando Louis gli accarezzava i capelli. Restarono così per qualche minuto, finché Harry non strinse di più il tessuto della maglietta dell'amico. Louis lo guardò, e mentre annusava il profumo dei suoi capelli, schioccó un leggero bacio su di essi.
Entrambi si stupirono di quel gesto: certo, si scambiavano delle tenerezze, ma in quel momento tutto sembrava diverso. Harry sentiva le farfalle nello stomaco, e non riusciva proprio a farle smettere. Conosceva il motivo, ma non voleva crederci e non gli diede troppa importanza. Cercò di pensare ad altro, ma proprio non ci riusciva con le dita di Louis che scorrevano tra i suoi capelli. Louis, solo Louis, ce l'aveva con se stesso, perché per troppo tempo aveva provato a reprimere, a soffocare quell'istinto strano e sconosciuto che lo spingeva verso l'amico più grande, che aveva sempre mascherato dietro ad un'amicizia fraterna; in quei momenti però, spuntato fuori come qualcosa di totalmente diverso, con attenzione vera e propria. Harry lo sapeva bene, ma lo negava a se stesso, un po' per paura, un po' forse perché non riusciva ad accettarlo. In quei momenti avrebbe voluto esaudire desideri inconfessabili e alcune volte era stato quasi sul punto di farlo sul serio, ma era sempre riuscito a trattenersi, a fermarsi prima che fosse travolto da quei gesti che ogni volta lo facevano impazzire, come toccargli i capelli. Ma quella volta Harry non voleva smettere: sentire quella mano accarezzargli i capelli lo faceva sentire troppo bene; sgranó gli occhi, quando sentì il pollice di Louis sfiorargli l'orecchio, e sospirare.
Harry era così morbido che lo avrebbe potuto toccare per tutto il giorno. Un lampo attraversò la mente, e non fece nulla per fermarlo. Sollevò lentamente il viso di Harry, guardandolo negli occhi, confusi. Probabilmente, se in quel momento Harry non avesse sospirato, lasciando arrivare il soffiato sulle labbra di Louis, questo si sarebbe fermato, rendendosi conto di ciò che stava per fare. Ma era successo, e Louis aveva sentito un grande bisogno di baciarlo. E lo aveva fatto. Le loro bocche erano rimaste unite per un tempo indefinibile, né uno né l'altro erano abbastanza in sé per capirlo.
Dapprima fu qualcosa di abbastanza impacciato ma, dopo poco tempo, preso dimestichezza e iniziarono ad accarezzarsi ovunque. Louis non aveva lasciato neanche un secondo il viso e i capelli di Harry. Quando si separarono, Louis sorrise: " sapevo che prima o poi sarebbe successo". "mi dispiace..." sussurrò piano Harry, che non si era accorto dell'allegria che l'amico aveva messo in quella frase. Il più grande rise, osservando il viso confuso dell'altro. "É stato bellissimo" disse, vicino al suo collo. A Harry venne la pelle d'oca, e gli scappò una risatina. Aveva un'enorme paura di ciò che stava accadendo. Nonostante quel momento fosse così perfetto da farlo tremare. Dovette trovare la forza per interromperlo; perché dopo sarebbe stato male. Troppo male. Louis non sarebbe stato minimamente coinvolto da quel che era successo, ma per lui era tutto diverso; mentre l'amico stava provando tutto in quel momento, Harry aveva sognato quella situazione miliardi di volte, in tutti i modi possibili, e viverla, viverla davvero, era la cosa migliore che potesse desiderare. Non in quel momento però: Louis aveva una ragazza e non provava nulla per lui; nulla se non amicizia. Eppure, nonostante sapesse, cercava di autoconvincersi che non fosse così, che anche Louis avesse tremato quando si erano baciati; che anche il suo cuore si era messo a battere così forte da scoppiare. L'altro mise una mano sulla gamba di Harry, accarezzandola: "diamine, Louis che stai facendo?" sospirò. Louis si avvicinò, e rispose " ci divertiamo un po'..." .
Al sentire quelle parole, qualcosa scattò in Harry, che sgranò gli occhi e li puntò in quelli di Louis.
Le sue peggiori paure si realizzarono, in un modo troppo chiaro, da non lasciargli poter far finta di niente. Il respiro diventò affannato, le guance si arrossarono, e non era per l'imbarazzo, ma era rabbia. "Un... un gioco?" strinse i denti. Louis lo guardò perplesso, sorridendo poco convinto. "Per... provare qualcosa di nuovo" disse piano, anche se nemmeno lui credeva a quelle parole. Gli occhi di Harry si riempirono di tristezza e odio. Odio perché si faceva sempre delle illusioni; odio per Louis, perché gli aveva permesso di farsele ; odio per la loro amicizia, perché Harry sapeva che non era mai stata tale; odio per quella giornata, perché, da lì in poi, i ricordi avrebbero sommerso la sua mente. Annuì, mordendosi un labbro per non urlare. Louis lo guardò confuso. Harry si alzò, provando a riaggiustarsi i capelli, prese la felpa e si diresse verso l'uscita. "Dove stai andando?" gli chiese l'altro, inseguendolo. Harry si bloccò, voltandosi "pensavo di essere qualcosa di più di un semplice giocattolo per passare il tempo" disse.
Louis scosse la testa, afferrandogli un braccio e facendolo voltare "Ma... Certo che non lo sei" rispose. Harry si scostò. "hai appena detto il contrario" disse nervoso. "Ha... Harry sai cosa intendevo... Nel senso che... proviamo" non riusciva a trovare le parole giuste.
" te lo dico io come andrà a finire: tu ti penti, mi dici di far finta di nulla e vai via, da Eleanor, io rimango solo, fino a quando non ti verrà voglia di rifarlo, fino a quando non ti stancherai e deciderai di non tornare più" singhiozzò voltandosi, per non mostrare le lacrime. Louis si irrigidì, vedendo Harry così. Avrebbe voluto rispondere a tono, smentire tutto e abbracciarlo, ma rimase immobile a fissarlo come se fosse stordito. "Ho ragione, non è così?" sussurrò mentre abbassava lo sguardo. Voleva con tutte le sue forze che l'amico dicesse qualcosa, quasiasi cosa, e ancora ci sperava. Louis aprì bocca, ma non ne uscì alcun suono. Non riusciva a dire niente, come se la bocca fosse bloccata. Harry lo guardò male, e si diresse verso l'uscita. Louis non fece nulla, non lo fermò, non lo chiamò nemmeno. Rimase fermo ad osservarlo mentre si allontanava verso la porta e poi scompariva. "Sono un idiot a" fu tutto quello che Louis riuscì a pensare.
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~ Don't let me go ~
FanfictionHarry e Louis, Louis e Harry, un' amicizia o qualcosa di più?