So Sirius

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«La Signora è uscita a fare spese. Povera Signora. Lei non doveva uscire, ma lo ha dovuto fare per quel bastardo di suo figlio traditore. Povera casa. Infestata dalle luride cianfrusaglie del Signorino Farabutto. Povero Kreacher. Costretto a pulire il lerciume del Signorino Black. Lurido Grifondoro traditore, ha spezzato il cuore della Signora. Povero Kreacher. Senza la Signora Kreacher si sente perso, vorrebbe quasi morire.» L'elfo domestico continuava a borbottare tra se e se mentre spazzava attorno al letto nella camera padronale di Grimmauld Place 12.

«Sentiti libero di porre fine alle tue nobili sofferenze.» Un mormorio si levò tra i cuscini. «Ti ho dato un calzino, due paia di mutande, quattro magliette e un pantalone solo questa settimana, che fine hanno fatto?» La massa indefinita immersa nelle lenzuola cominciò a muoversi, mostrando alla luce del sole il viso assonnato di un giovane uomo in post scuffia.

«Kreacher li ha lavati.» Affermò senza spostare lo sguardo dallo stesso punto del pavimento che stava pulendo da circa 15 minuti. «Se il Signorino desidera Kreacher può andare a prenderli.»

«Non erano da lavare, gnomo dalle orecchie sproporzionate. Erano per farti andare il più lontano possibile da me.» Sirius si strofinò gli occhi cinerei prima di stiracchiarsi vigorosamente. Aveva un terribile mal di testa, lo stomaco era in fiamme e la bocca completamente impastata. Tra le altre cose, emanava un puzzo di alcol che non sarebbe stato facile mandar via.

«Il Signorino ha bisogno di qualcosa?» L'elfo continuò a spostare la medesima polvere sotto il letto, facendo finta di considerare quel lavoro pulizia.

«Che tu bruci all'Inferno.» Sbadiglio l'Auror. «E di una doccia fredda. E del cibo. Tanto cibo. Quanto più cibo possibile possiate preparare. No, non prendermi seriamente, l'ultima volta che ho chiesto una cosa simile ho mangiato avanzi per un mese. Solo, tanto cibo... Regulus non c'è?»

«L'illustre Signorino Regulus è uscito con la Signora. Ha lasciato Kreacher da solo con lei... Kreacher darà l'ordine in cucina di preparare la colazione per l'ignobile Padroncino di casa. Kreacher andrà a svolgere le altre faccende.» E così saltellò fuori dalla stanza, continuando ad imprecare sotto voce. «Lurido bastardo traditore. Kreacher spera che cada per le scale incerate.»

«Cosa hai detto?» Gli chiese Sirius, beffandosi del servo.

«Kreacher pensava ad alta voce.»

«Kreacher farà meglio a non pensare.» Sbottò, facendo chiudere la porta con un movimento di bacchetta.

Quanto sei stupido, pensò. Si alzò dal letto e, non appena i piedi nudi toccarono il pavimento freddo, un brivido gli percorse il corpo semi nudo. Non ricordava nulla della sera prima, ovviamente. Solo James, alcol e ragazze. Come in un moto perpetuo. James, alcol, ragazze.

Sapeva benissimo però che il suo migliore amico, nonostante un litigio ai limiti del ragionevole con la sua ragazza, aveva mantenuto un basso profilo e un comportamento incredibilmente maturo, mentre lui aveva completamente perso il senno, di nuovo.

L'unica cosa che sapeva era che sua madre non l'aveva sentito rientrare, fortunatamente. Regulus aveva taciuto quando, barcollando, James l'aveva lasciato cadere in un tonfo secco sul divano. Ricordava di essere sbattuto contro la ringhiera delle scale un paio di volte, di essersi trascinato carponi fino al suo letto e poi addio. L'occhiata disgustata del fratello non era una certezza, ma una tacita consapevolezza.

Si diresse barcollante nel bagno e quando si ritrovò difronte allo specchio cominciò ad analizzarsi il volto. Era sfatto, aveva gli occhi rossi e i contorni erano marchiati da un'ombra violacea. I lunghi capelli corvini si arruffavano in riccioli trasandati. Sirius pensò per un attimo che avrebbero preso vita. Sei comunque un gran figo.

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