Prologo

348 16 3
                                    


"Mamma, mollami"

"Non ancora"

"Mamma, no, dai....oooooh non respiro"

Mamma non è esattamente della mia stessa idea, mi abbraccia come se stessi per partire per la guerra,  per un viaggio senza ritorno ai confini del mondo, per lidi sconosciuti e terre inesplorate, decisamente non come se stessi per andare a Roma. A dirla tutta però mi dispiace non averla con me per l'ultimo provino, almeno avrei  qualcuno a consolarmi. Perchè tanto col gran cazzo che mi prendono, lo so io, e lo sappiamo tutti

Se devo essere sincera però all'inizio non è che me ne importasse molto, la domanda di iscrizione l'aveva mandata mio fratello a mia insaputa all'inizio di giugno, per due semplicissime ragioni : credeva in me e si era decisamente rotto il cazzo di sentirmi suonare in camera tutte le notti. 

Scelta legittima, direi

Io invece di incazzarmi come una iena, avevo solamente risposto "Perchè no?". In fondo avevo nulla da perdere e tutto da guadagnare; era un solo provino e una gitarella a Roma, che non mi dispiaceva di certo.Mi sarei presa due giorni lontano da casa in totale tranquillità e tanti cari saluti.

E invece passai. Passai anche il secondo, il terzo, il quarto e pure il quinto provino. E iniziavo a crederci pure io, santo Iddio, quindi a questo punto anche la paura dell' inculata finale inizia a sembrarmi legittima. 

E adesso me ne sto qui, esattamente a metà Novembre,in stazione a Torino, con una valigia enorme, ad aspettare un  treno per Roma, che prenderò da sola, per andare a fare una figura di merda gigantesca ad Amici, il programma in cui col cazzo che mi prenderanno.

Bene così. 

"Sei pronta?" 

Si mammina, sono proprio pronta a rimanerci di merda.

"Ah io si, tu hai intenzione di lasciarmi partire?" 

Provo anche a fare la finta sostenuta, ma dubito che mi riesca granchè bene, soprattutto con mia madre, l'unica persona a cui non ho mai detto nulla, ma che ha sempre capito tutto. Probabilmente sa anche che sto morendo di ansia e onestamente apprezzo che non me lo stia facendo notare.

"Marti te la pianti di fare la scontrosa?" mi dice Daniela sorridendo. La guardo, mi sistemo dei ciuffi di capelli dietro le orecchie liberandomi dall'abbraccio di mia madre e ricambio il sorriso.

Sentire parlare Daniela in presenza dei miei genitori mi fa sempre strano; dopo due anni di relazione ancora non si è scrollata di dosso l'imbarazzo che le causa stare in presenza della mia famiglia, infatti in genere se le inventa tutte pur di evitarli, e se  è costretta comunica solo  con sorrisi timidi, o, nei giorni in cui è particolarmente spigliata, a monosillabi. Per me onestamente non è una gran dramma, anzi,  la rende tenera.

" Certo tesoro, dove vuoi che la pianti?"

Sia lei che mia madre alzano gli occhi al cielo.

" Sono una gran simpaticona gente, lo so."

Sfortunatamente le mie autocelebrazioni vengono interrotte sul nascere da un annuncio della stazione, il mio treno sta arrivando. 

Adesso vomito.

" Bene, care le mie signore, io vi ringrazio della vostra presenza, vi saluto calorosamente e mi accingo a salire sul mio treno. Direi che approsimativamente per domani alle 23 dovrei tornare qui. Grazie ancora per non avermi accompagnata" 

I miei genitori e Daniela devono lavorare e mio fratello ha la scuola a cui pensare, ma un po' male ci sono rimasta comunque, se proprio dobbiamo ammetterlo. 

In ogni caso le mie due balde accompagnatrici sorvolano sull'ultimo commento, e mia madre mi attacca un pippone colossale su quanto sia importante essere positivi, che tanto mi prenderanno, che saranno i mesi più belli della mia vita, che sono bravissima, fortissima e fighissima e blablablabla. 

Vorrei ascoltarla, lo giuro, ma me la sto facendo nei pantaloni, e in più il treno è letteralmente davanti ai miei occhi ormai. 

Ultimo giro di abbracci ad entrambe, ultimo bacio a stampo a Daniela, ultimi buona fortuna, ultime sbuffate da parte mia e salgo sul treno, molto più leggera di quanto pensassi in realtà, ma questo probabilmente è perchè nella valigia enorme, che mamma tanto voleva che preparassi con cura, io non ci ho letteralmente messo un cazzoAlmeno evito di portarmi a spasso per due giorni a Roma 30 kg di vestiti che non utilizzerò. Tanto in fondo lo penso io e lo pensano tutti.

Col cazzo che mi prendono.



Dunque, so che è corto,  so che è PIENO di errori,  so pure che è un po' cringe, ma se piace lo continuo volentieri, non che io abbia molto altro da fare, al momento. Eh niente, commentate se vi va e pure se non vi va.

Hai finito le parti pubblicate.

⏰ Ultimo aggiornamento: Apr 08, 2020 ⏰

Aggiungi questa storia alla tua Biblioteca per ricevere una notifica quando verrà pubblicata la prossima parte!

Lascerò le luci acceseDove le storie prendono vita. Scoprilo ora