Prologo

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La guardavo, era li, però era come se il mio cervello non volesse accettare l'immagine che vedeva. Era li bella come sempre, ma spenta e troppo bianca. 

Il rosso dei suoi capelli sottolineava ancora di più il suo pallore. Tutto quel bianco mi metteva angoscia e la faceva apparire meno sana di quello che già non era. 

Sana... che parola buffa da usare su di lei, non lo è mai stata ma non a livello fisico ma a livello mentale , era matta, matta da legare, era innamorata della vita più di ogni alta cosa al mondo. 

Li stesa immobile , come se aspettasse qualcuno che la svegli, ma io sapevo che questa volta non era possibile. 

Ero li che la guardavo spegnersi sempre di più ed io, da bravo autolesionista, me ne innamoravo sempre di più.

Mi ricordo ancora la prima volta che l'ho vista, stava portando a passeggio il cane , era li bellissima con quei capelli rossi fin troppo lunghi per la sua statura. Appena l'ho vista più di tanto non ci ho fatto caso , ero in balcone a fumarmi una sigaretta .Abitava a cinque palazzi dal mio da tutta la vita, o quasi, e io non l'avevo mai vista e forse ora come ora vorrei non averla mai incontrata, vorrei non avergli mai rivolto la parola, perché amarla sta diventando sempre più doloroso ma allo stesso tempo sempre più spontaneo e inimmaginabile pensare di non farlo.

Mia madre mi aveva avvertito, mi aveva detto che per quanto fosse bella ed eccezionale non era la ragazza giusta per me , che mi avrebbe fatto soffrire e dannare , mi aveva detto che non lo avrebbe fatto di sua spontanea volontà ma che era impossibile che non accadesse e forse avrei dovuto ascoltarla , ma adesso non mi so immaginare la mia vita senza la sua presenza

Più di ieri meno di domaniWhere stories live. Discover now