POV Christian
Che cazzo di caldo, è la prima cosa che penso appena esco dallo spogliatoio. Ma come mi è venuto in mente di venire a giocare a calcetto con gli amici il 10 Settembre in pieno pomeriggio ,ma poi ripensandoci bene siamo qui solo per Andrea che si è appena lasciato con la sua secolare ragazza.
Stavano insieme da almeno 5 anni, si sono messi insieme al liceo e da li non si erano più lasciati , ma lei ha preferito i soldi di un belloccio del centro , piuttosto che stare con Andrea, un semplice ragazzo di periferia.<< ammazza che caldo>> è la prima cosa che mi dice Andrea appena mi vede, << ci credo , solo a te poteva venire in mente di venire a giocare a calcetto in pieno pomeriggio a Settembre >> dico un pò irritato dal caldo << lo so , lo so hai ragione, ma ne avevo bisogno per non pensare >> e si incammina verso il campo.
Il campo dove di solito veniamo a giocare è un comunissimo campetto di quartiere: fatto di cemento , le porte mezze rotte e due panchine - non molto stabili - messe di lato per far sedere i giocatori e poco tempo fa hanno messo una sorta di tribuna per i "tifosi". Entro in campo svogliatamente , perché si mi piace giocare ma con questo caldo l'unica cosa che vorrei fare è stare a casa o in un luogo fresco.
Finita la partita , prendo la mia roba nello spogliatoio e mi avvio verso casa ma mentre sto andando via Andre a mi chiede << ti fa di andare a prendere una cosa da bere stasera , insieme agli altri ? >> e io anche se un pò contro voglia gli rispondo << ok , ci vediamo al 60' allora >> e me ne vado.
Appena entro dentro casa sento le urla di mia sorella Michela che sta parlando al telefono con una sua amica, sta seduta sul divano in salotto e quando le passo davanti non mi degna neanche di uno sguardo, una volta in cucina ad accogliermi è mio fratello Tommaso << gnomo dove sta mamma?>> gli chiedo e lo vedo imbronciarsi , odia essere chiamato in questo modo << non lo so , è uscita qualche minuto fa e smettila di chiamarmi cosi >> mi dice urlando << e come dovrei chiamarti ? hai 6 anni e sei alto quanto la gamba del tavolo >> gli rispondo ridendo << non è vero , vedi vedi - e si mette di fianco al tavolo per farmi vedere che è più alto - sono più alto della gamba del tavolo >> e detto questo se ne va in salone da Michela.
Vado direttamente in bagno per farmi una doccia, una volta finito mi dirigo in balcone per fumarmi una sigaretta, e mentre sto fumando vedo una ragazza dai lunghi capelli rossi che porta a passeggio un enorme cane , che sono sicuro pesi più di lei.
Resto quasi incantato a guardarla , è molto bella anche se molto pallida , non l'avevo mai vista prima, eppure si muove bene per la strada come se fosse un tragitto che fa tutti i giorni. Resto un pò a guardarla ed ad un certo punto credo che si senta osservata perché inizia a guardarsi intorno, finché non posa il suo sguardo su di me ed io, con strafottenza, continuo a fissarla, lei deve sentirsi in imbarazzo perché abbassa lo sguardo e torna da dove è venuta. La guardo allontanarsi e mi domando chi sia.
Quando rientro in casa trovo mia madre in cucina che prepara la cena , << oi ma, io stasera torno tardi >> le dico , lei mi guarda con il classico sguardo da mamma e mi dice << ok , ma cerca di non cacciarti nei guai e non prendere la macchina che serve a tuo padre per andare a lavoro >> ed io per tranquillizzarla gli dico << va bene , mi faccio passare a prendere da Andrea >>Poco prima di iniziare vedo comparire mio padre , che è appena tornato da lavoro e la prima cosa che mi dice è << stasera ti scordi la macchina , serve a me per andare a lavoro >> ed io gli rispondo << si si, me lo ha già detto mamma >> .
Mentre ceniamo sono costretto a sopportare le lamentele di mia sorella << voglio un cellulare nuovo , non questo rottame vecchio e usato che mi avete comprato >> dice con presunzione ,
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Più di ieri meno di domani
RomanceLi stesa immobile , come se aspettasse qualcuno che la svegli, ma io sapevo che questa volta non era possibile. Ero li che la guardavo spegnersi sempre di più ed io da bravo autolesionista me ne innamoravo più di quanto fosse umanamente possibile.