UNA SERATA DA NON DIMENTICARE

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"Caro diario, oggi ho fatto un sogno assurdo. Finalmente, dopo tanto tempo, avevo anche io la mia storia d'amore. Purtroppo il suono assillante della mia sveglia mi ha riportata con i piedi per terra, che delusione. Quanto vorrei anche io un ragazzo con il quale passare del tempo. Katie non si fa più molto sentire. Da quando lei e Steve si sono messi insieme, la vedo solo la mattina quando mi accompagna a scuola. Non la biasimo, se avessi qualcuno che mi ama così tanto, non avrei tempo neanche per mangiare."

Mentre scrivevo affannata sul mio diario ogni singolo particolare del mio meraviglioso sogno, mi resi conto di quanto fossi patetica. Era venerdì sera e io ero chiusa in casa a scrivere il mio diario. Volevo divertirmi, fare qualcosa di folle. Non era per niente da me, ma una strana sensazione mi spingeva a fare qualcosa di cui, sicuramente, mi sarei pentita. Essere giovani non significa anche questo? Divertirsi. E io avevo intenzione di divertirmi davvero molto. Aprii il mio armadio e tirai fuori tutti i vestiti, più li guardavo e più volevo richiuderli nell'armadio. Quando finalmente, infondo all'armadio, trovai un vestito bianco con dei piccoli fiorellini rossi. "È perfetto con le mie convers rosse", pensai. Mi vestii e truccai più veloce di quanto non avessi mai fatto. Presi l'essenziale e lo chiusi in una pochette a tracolla. Scesi le scale andando in cucina dove sapevo che avrei trovato i miei genitori. <<Ehi tesoro dove vai?>> Chiese mia madre quasi sollevata dall'idea che fossi uscita dalla mia camera <<Vado a divertirmi!>> Dissi sorridendo <<Ok ma non divertirti troppo>> Disse mio padre mentre rideva sotto ai baffi. Mentre stavo per chiedere l'auto, lui mi precedette <<Le chiavi sono all'ingresso>> Disse continuando a leggere la sua rivista di psicologia. <<Grazie, grazie, grazie!>> Urlai abbracciandoli. Andai all'ingresso presi le chiavi e uscii senza ripensamenti. Misi in moto, ingranai la marcia, e mi resi conto che non sapevo dove andare. Come potevo essere stata tanto stupida? <<Dove vado adesso?>> Chiesi a me stessa. Di tutta risposta sentii il mio telefono squillare. Ero così concentrata a pensare alla mia meta, che mi fece saltare dal sedile. Lo presi e lessi il nome a caratteri cubitali che appariva sullo schermo del mio cellulare, era Katie. <<Pronto?>> Risposi <<Ehi Hope, siamo alla festa del cugino di Steve, ti va di venire?>> Non a caso il cugino di Steve era il ragazzo di Brittany, il che faceva di lui il ragazzo più popolare della scuola. Non sapevo neanche come rispondere ad una proposta del genere. <<Emh... c-certo>> Balbettai <<Perfetto, ti mando l'indirizzo>> Prima che ebbi il tempo di ringraziarla, o quantomeno salutarla, mi attaccò. Misi, ancora una volta, in moto la macchina. Mi fermai dopo che il semaforo era diventato rosso. Mentre tamburellavo sul volante, il ritmo della canzone alla radio, mi guardai intorno cercando di capire dove fossi. Era una zona completamente nuova per me. Guardai fuori dal finestrino e lessi il nome di un negozio che non avevo mai sentito. <<Mh, Kismet. Che strano nome per un negozio di vestiti.>> Dissi tra me e me. All'improvviso quel nome mi fu familiare. Mentre ci ragionavo su il semaforo divenne verde e partii. Quando realizzai che nome fosse frenai di scatto <<Cavolo>>. Mentre i clacson delle macchine vicine mi suonavano ripetutamente, pensai di essere impazzita. <<Hope, è solo una coincidenza. Non è niente>> Continuavo a ripetermi dopo essere ripartita. Dopo essermi calmata, ripresi a concentrarmi sulla nuova canzone che stava trasmettendo la radio. <<Svolta a sinistra tra 100 metri>> Mi ordinò il navigatore. Svoltai a sinistra e percorsi un'altra decina di metri. Mentre cercavo di orientarmi guardai fuori dal finestrino. Mi fermai di colpo. Fortunatamente nessuno si trovava dietro di me. <<Ancora? Questo nome deve essere proprio in voga ultimamente. Forse è per questo che l'ho sognato, devo averlo letto da qualche parte in questi giorni.>> Guardai l'orario sul display della macchina, era ancora presto. Parcheggiai e scesi dal veicolo, corsi dentro all'hotel con quel nome, dovevo saperne di più. <<Salve>> Dissi riferendomi alla ragazza della reception. <<Posso esserle d'aiuto?>> Chiese gentilmente. Indugiai per qualche istante e poi mi avvicinai per chiederle qualche informazione in più. <<Da quanto tempo avete aperto?>> Non avendo mai sentito parlare di quell'hotel immaginai avessero aperto da poco. <<Mh, mi faccia pensare. Più o meno da sette anni>> Ne rimasi allibita. <<Oh, allora avete cambiato nome?>> La donna sembrava confusa dalle mie domande, stavano confondendo anche me. <<No, il nostro nome è sempre stato Hotel Mary Winly, la donna che aveva fondato la locanda che c'era prima.>> "È vero, questo è il Winly, l'ho sentito nominare. Ma, se questo è il Winly, significa che sto impazzando" Cercai di ragionare. Ero assolutamente certa di quello che avevo letto. Ringraziai la donna che, dal suo sguardo, capii che mi credeva pazza, e uscii. Lessi di nuovo l'insegna dell'hotel, non c'era dubbio. <<Hotel Mary Winly, in attività dal 1987>> Lessi a bassa voce. Mi rimisi in macchina, esterrefatta ed esausta. Prima di rimettermi in marcia verso la festa di Dylan, mi presi un attimo per riflettere. Afferrai il cellulare e cercai su internet la parola che tanto mi perseguitava. <<Kismet: deriva da un termine Arabo e significa destino.>> Lessi a voce alta. "Che strano" Pensai. Dopo aver sfamato la mia sete di conoscenza, rimisi il navigatore e continuai per la mia strada. Quando svoltai a sinistra non avevo dubbi che la festa fosse lì, con il baccano che facevano, mi sorprendeva che la polizia non fosse già arrivata. Suonai il campanello e, guarda caso, Brittany aprì la porta e mi "accolse", se così si può dire. Che fortuna che avevo. <<E tu che ci fai qui, sfigata?>> Chiese stranita. <<Potrei dire lo stesso di te>> Le sorrisi alzando un sopracciglio, rimase impietrita. Entrai lo stesso, anche senza il suo invito. Steve mi vide e mi venne a salutare <<Ehi Hope sei venuta, pensavamo ti fossi persa.>> Mi sorrise, quando poi arrivò Katie e mi stritolò in un abbraccio. Iniziammo subito a divertirci. Il tempo passava così in fretta, ero arrivata verso le otto, ed erano già le undici. I genitori di Katie non erano in casa, anzi erano partiti per un meeting di lavoro per circa una settimana, perciò decidemmo che sarei andata a dormire a casa sua. Avvisai i miei genitori che avrei dormito da lei e subito mi colpì un gran sonno. Mentre tutti continuavano a divertirsi io non riuscivo più a tenermi in piedi. Mi sedetti sul divano, per riposarmi un po'...

FIND ME: when dreams come trueDove le storie prendono vita. Scoprilo ora