Parte 1

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Era una di quelle giornate in cui ti svegli male e vorresti solamente riappallottolarti nel letto, senza uscire per almeno altre 6 ore, ma essendo marzo, e per di più all'ultimo anno, non potevo tenere conto di questa possibilità. La sera prima avevo litigato con Edo, il mio ragazzo, se così potevo ancora definirlo. Stavamo insieme da più di due anni, ma erano più le volte che litigavamo che quelle in cui riuscivamo a goderci la relazione. In realtà le nostre non erano vere e proprie litigate, solitamente infatti io mi arrabbiavo per qualche suo atteggiamento e lui rispondeva in modo passivo, quasi disinteressato. Non era cattivo, mi voleva bene, ma aveva decisamente altre priorità nella vita, tipo controllare se al suo cane fossero caduti tutti i denti da latte. Gli avevo chiesto se fosse ancora interessato a portare avanti la cosa, ma non mi aveva risposto, almeno fino a quel momento. Quindi, non potendo vivere nel mio lettino , mi trovavo sull'autobus per andare a scuola.

Fortunatamente quella mattina avevamo trovato subito posto e mi ero seduta di fronte a due delle mie migliori amiche, Marta e Vittoria, per noi Vicky, anche se lei odiava essere chiamata così. Ero ancora assorta nei miei pensieri, quando sentii un piccolo calcio colpirmi la caviglia, con l'intento di riportarmi alla realtà:

"Ahia! Ma sei scema??" urlai, accorgendomi subito dopo delle occhiate degli altri passeggieri

'Mai urlare alle 7.30 del mattino, soprattutto di lunedì' pensai subito dopo, dandomi della scema da sola.

"no piacere sono Marta" rispose ridacchiando la mia amica, facendomi innervosire ancora più di quanto non lo fossi già.

"Simpatica" non sarebbe mai cambiata, era tipico di Marta fare pessime battute, scontate soprattutto, che facevano ridere solo lei.

"Grazie, modestamente lo so. Ma si può sapere che ti prende stamattina? Ah no, aspetta, ho già capito" sussurrò sbuffando

"Io invece non ho capito" intervenne Vicky, con uno sguardo molto confuso. Era tenerissima quando la sua faccia assumeva quella smorfia: arricciava il naso cercando di concentrarsi, ripercorrendo i vari passaggi della conversazione, per trovare il tassello mancante.

"Strano!" esclamammo in simultanea io e Marta ridendo. Vittoria infatti era sempre persa nel suo mondo e non capiva metà delle conversazioni.

"Ma vi ho già detto che siete delle stronze?" disse guardandoci fintamente offesa, mentre noi ridevamo a bassa voce, la gente iniziava a guardarci seriamente male.

"Io ed Edo ieri sera abbiamo litigato e circa 20 minuti fa mi ha scritto che forse sarebbe meglio lasciarci del tutto" spiegai alla mia amica, la quale tramutò il suo sguardo da confuso a dispiaciuto. Sapeva che non mi piaceva particolarmente parlare dei miei problemi, ero una ragazza molto riservata, e per questo decise di rimanere in silenzio, appoggiandomi una mano sul ginocchio, per dimostrarmi che lei era li per me, in caso avessi voluto sfogarmi. Le rivolsi uno sguardo pieno di amore, per ringraziarla, ma ero consapevole io stessa che questa volta qualcosa era cambiato davvero. Ero stufa di stare male, di essere sempre messa da parte, in qualsiasi situazione, di essere considerata solo quando gli servivo e di come sviasse sempre le conversazioni, impegnative e non, per parlare solo e unicamente del suo cane o di videogiochi.

"Però forse ha ragione" dissi, quasi più a me stessa che a loro, dando voce ai miei pensieri "si, mi dispiace ovvio, ma sapete anche voi che discutiamo sempre e le cose alla fine non cambiano mai! Due settimane e poi torna tutto come prima, pronti a litigare di nuovo. Quindi per quanto sia strano, sono d'accordo con lui" esclamai infine, facendo ridere le mie amiche rumorosamente e finì che i pendolari iniziarono a zittirci, non solo con lo sguardo, ma anche con la voce.

Sono sempre stata quella razionale del gruppo, la ragazza che non si faceva prendere molto dalle emozioni, che analizzava sempre ogni situazione, cercando di essere più obbiettiva possibile, per questo si meravigliarono quando una lacrima iniziò a rigarmi il viso. Non volevo più star male, non per altri, volevo essere serena e godermi quell'ultimo anno con le mie amiche, senza dover rispettare stupide regole imposte dal mio ex, che fregandosene completamente di quanto queste mi facessero sentire esclusa dalle altre, mi aveva consegnato una lista di cose che non potevo fare a causa della sua gelosia e io, stupida, le avevo rispettate, sempre, per evitare altre discussioni inutili.

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⏰ Last updated: Apr 08, 2020 ⏰

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