2 - Braccio

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Ci allontanammo in fretta dalla scuola, per non farci beccare.
Improvvisamente vidimo la professoressa di italiano ed iniziammo a correre <Corri! Corri! >
Stavamo ridendo come pazzi, non riuscendo a trattenerci e le persone ci guardavano male. I nostri zaini rimbalzavano sulle nostre schiene mentre correvamo ed iniziammo ad avere il fiatone. <Ragazzi andiamo in un bar? > propose improvvisamente Mingi.
Yunho annuì ed anche io accettai, così ci incamminammo verso il bar.
Entrammo tutti e tre, facendo risuonare per tutto il bar, la campanella che avvisava l'arrivo di un cliente. Scegliemmo un tavolo e ci sedemmo.
Iniziammo a parlare del più e del meno, quando sentimmo delle urla provenire da una stanza dalla porta chiusa <Esca immediatamente fuori di qui> era la voce di un uomo sulla cinquantina. Era profonda, roca con il tono irritato.
<La prego, ho bisogno di questo lavoro, mi andrebbe bene anche come lavapiatti> questa volta era una voce più alta e vellutata, dal tono dolce e affranto.
<No, fuori di qui! > sentimmo un altimo grido, seguito da un colpo ben assentato sul tavolo. Quel rumore improvviso fece balzare dallo spavento Mingi, mentre io e Yunho ci lanciamo uno sguardo interrogativo.
Ci girammo verso la porta e vidimo un ragazzo che sembrava avesse circa la nostra età, era minuto e dalla pelle chiara come il latte. Ma la cosa che ci colpì subito, furono i suoi capelli di colore rosso acceso.
Il ragazzo in questione corse velocemente fuori dal bar, ma nonostante ciò, riuscii a notare avesse le lacrime agli occhi.
<Povero ragazzo> esclamò improvvisamente il verde.
L'atmosfera si fece improvvisamente più pesante ma, fortunatamente, arrivò la cameriera.
<Scusate ragazzi l'attesa, mi dispiace per la scena a cui avete dovuto assistere>
<Chi era quel ragazzo? > chiese curioso il castano che in seguito venne colpito scherzosamente dal verde. <Come sei impiccione> lo sgridò Yunho.
La ragazza rise alla scena <Tranquilli.. Quello è un ragazzo che ogni settimana viene qui. Da quanto ho capito cerca lavoro ma diciamo che il suo curriculum non è definibile tale, infatti, non ha nessuna esperienza in ambito lavorativo e non è nemmeno andato a scuola.. È un tipo strano>
Ascoltai tutto in silenzio "Questa ragazza parla troppo, povero ragazzo, non penso voglia far sapere a tutti della sua vita" pensai irritato.
<Volete ordinare? >
Yunho annuì mentre Mingi stava ancora guardando in menù.
<Prendo un gelato alla pesca> disse il verde.
<Io un caffè amaro> scelse alla fine Mingi, sentendosi pressato.
Realizzando fossi l'unico a non aver ordinato, dissi la prima cosa che mi venne in mente, per non trattenere ulteriormente la ragazza: <Io un frullato al melone>
La ragazza scrisse tutto sul taquino poi prese i menù e si allontanò.
Tornammo a guardardarci tra di noi, poi Yunho iniziò un conversazione con Mingi ed io rimasi a pensare a quel ragazzo.
Mi ritornarono in mente le parole della ragazza "non è nemmeno andato a scuola" "chissà perché" pensai tenendo lo sguardo fisso sul pavimento.

Ci arrivarono le ordinazioni, le consumammo ed uscimmo dal bar.
<Dove andiamo ragazzi? > chiese Mingi.
<Andiamo in un negozio e proviamo tanti vestiti> disse Yunho prendendo la mano del castano e iniziando a camminare verso un negozio.
Guardandoli, sorrisi e li seguii. A Mingi piaceva Yunho ma non aveva mai avuto il coraggio di dirglielo, stessa cosa Yunho. Io sapevo di entrambi ma non potevo fare altro se non incitarli a provarci.

Sorrisi anche perché evidentemente Yunho mi aveva ascoltato e provò col contatto fisico. Inutile dire che vidi del 'panic gay' negli occhi di Mingi.

Passammo la mattinata tra i negozi.
Yunho già al primo negozio in cui entrammo, uscì con tre sacchetti di vestiti. <Sei sempre il solito spendaccione> gli disse Mingi ridendo, beccandosi un coppino da parte del verde.
Cambiammo diversi negozi, provando vestiti su vestiti, occupando svariati camerini e facendoci poi sgridare dai commessi.
Non era nostra intenzione alterarli, ma erano molto suscettibili ma notando la nostra felicità, alla fine, ci risero su.
Siamo sempre stati famosi per il nostro carattere capace di far sorridere anche gli altri; come se fossimo dei comici senza rendercene realmente contro. Non ci dispiaceva, grazie al nostro modo di fare, stavamo simpatici a tutti e non avevamo mai avuto problemi con i bulli.

Era l'ora di pranzo ed eravamo alla ricerca di un punto di ristoro, quando sentii un forte bruciore al braccio. <Ragazzi, qualcosa non va col mio braccio> Yunho si preoccupò immediatamente vedendo la mia faccia dolorante <Alza la manica> alzai la manica della felpa e vidi un segno rosso dal contorno violaceo.
Alzai il viso dalla ferita e guardai, a denti stretti, Yunho che mi guardò a sua volta.
<Quando te lo sei fatto? > chiese il castano indicando la ferita sul braccio <Non lo so>

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