*rullo di tamburi*
CON NONSOQUANTIMESI DI RITARDO, ECCO A VOI questa merda che dovrebbe essere una one-shot sulla mitsukou. È la prima volta che scrivo una cosa del genere, quindi non lapidatemi please :'). Btw, buona lettura!"Qualcosa di importante per me... forse?"
Quelle parole risuonavano nella mente di Kou come un'eco. Ogni volta che chiudeva gli occhi, cercando di scacciare quei pensieri, Mitsuba era lì. I capelli rosa scompigliati dal vento e il sorriso beffardo. Il ragazzo soffocava i singhiozzi affondando il viso nel cuscino, ma non riusciva a fermare le lacrime che scorrevano violentemente sul suo volto. I ricordi di quello stesso giorno lo tormentavano, in particolare, tre precisi momenti continuavano a ronzargli per la testa, minacciando di non andarsene. Il primo: il sorriso del ragazzo e la gioia nei suoi occhi mentre scattava la foto tanto desiderata, di cui, in seguito, scoprì essere il soggetto. Strinse i pugni. Il secondo: quel ragazzo simile ad Hanako, quasi identico, che trapassava il petto del suo amico. Ma potevano davvero definirsi ancora amici? Tanto ormai non importava più. Strinse di nuovo i pugni, questa volta con più cattiveria. E poi, il terzo ricordo, che sembrava più un sogno che altro..."Quante altre foto pensi di scattare?" domandò il ragazzo dai capelli biondi, sbuffando sotto l'ombra di uno dei tanti alberi del cortile scolastico. "Continuerò finché non troverò quella giusta" rispose l'altro, intento a fotografare un gruppo di formiche, senza degnare il compagno di uno sguardo. Kou sospirò. Si annoiava, certo, ma qualcosa gli impediva di andarsene, lasciando Mitsuba da solo. D'altronde, perché farlo? Infondo, la vista di quel ragazzo intento a fare ciò che amava, lo tranquillizzava. "Qui non c'è più niente degno delle mie meravigliose foto. Andiamo!". Il ragazzo dai capelli rosa si avviò impettito verso la sua prossima destinazione, con un'espressione di superiorità sul volto. Quel suo atteggiamento aveva sempre infastidito Kou, eppure riusciva sempre a farlo sorridere. I due entrarono nel vecchio edificio, per poi bloccarsi sulle scalette che portavano sul tetto della scuola. Mitsuba aveva improvvisamente smesso di camminare e ora giaceva in piedi, immobile, su quel singolo gradino. Kou non riuscì a fermarsi in tempo e andò a schiantarsi addosso l'amico, che però non si mosse di un millimetro. "Ma che ti prende?!" urlò il ragazzo dai capelli biondi, fingendosi arrabbiato con l'altro. Di solito, quando uno dei due alzava la voce, si iniziava inevitabilmente una discussione, anche se non c'era niente su cui discutere. Sembrava più una gara di urla. Quella volta, però, non ci furono urla, né discussioni. Mitsuba rimase in silenzio. E Kou si preoccupò. Allungò la mano per prendere quella del ragazzo, il quale sobbalzò al minimo contatto; il che spaventò Kou, che ritrasse la mano. "Qualcosa non va?" si limitò a chiedere. Nessuna risposta. La questione si stava facendo più inquietante che imbarazzante. Kou non ce la faceva più. Voleva urlare. L'ansia lo stava uccidendo. "Kou, io...". Due parole, provenienti dalla voce acuta del ragazzo, ruppero l'odiato silenzio. "Tu... uhm...". Mitsuba continuava a esprimersi a monosillabi, non sicuro di cosa dire. Ecco qual era il problema. Per la prima volta, Mitsuba non era sicuro di cosa dire. Non sapeva neanche perché lo stesse facendo. Si era ripromesso di non farlo. Perché lo stava facendo? Cosa gli era preso? Ora il respiro gli si era fatto più pesante. Stupida aria. Stupidi polmoni. Stupido lui. "Cosa? Cosa c'è? Posso fare qualcosa per aiutarti?". A Kou sembrava di impazzire. Oh, eccome se puoi fare qualcosa per aiutarmi pensò Mitsuba. Che pensiero stupido. Come tutto il resto, d'altronde. Cosa si aspettava? Che Kou... Al diavolo. Ormai la figura di merda l'aveva fatta. Quindi perché non andare fino in fondo. Si girò di scatto verso Kou e gridò con tutta l'aria che aveva nei polmoni. "KOU IO...". Il ragazzo non riuscì a finire la frase. Non poteva. E ormai non serviva più. Kou l'aveva fatta alla fine, quella cosa per aiutarlo. Nessuno dei due capiva cosa stesse succedendo. Sapevano solo che le loro labbra unite in quel bacio senza senso, erano perfette. Entrambi erano sconvolti, ma non osavano chiedere nulla. Non osavano staccarsi. Perché? Perché? Perché? Perché Kou aveva deciso di baciarlo, tutto d'un tratto? Kou, sempre così bello, così perfetto... perché l'aveva baciato? E Mitsuba, il superiore, il menefreghista, perché non si era fatto indietro? Le domande sembravano essere infinite. Ma l'ossigeno non lo era. Kou si staccò di colpo, ansimando. Anche Mitsuba, rosso in volto, cercava disperatamente di riprendere fiato. I due se ne stavano lì, su quei gradini, troppo intenti a fissarsi le scarpe per evitare il contatto visivo. Qualsiasi parola sarebbe stata insignificante, in quel momento. Così ripresero entrambi a salire le scale, senza guardarsi o dire una parola. Arrivati sul tetto, Mitsuba estrasse la macchina fotografica dalla borsa, noncurante. Kou andò a sedersi all'angolo dell'edificio, mentre il suo amico iniziò a scattare foto ad un gruppo di uccelli che passavano di lì.
Amico...
Perché era questo quello che erano, no? Erano amici, amici che si erano baciati in un momento di confusione, tutto qui. Gli amici lo fanno a volte... giusto? Sì, giusto. Erano amici. Punto. Come era potuto saltargli in mente, anche solo per un secondo, che Mitsuba... no, lasciamo stare. Kou si alzò in piedi e iniziò ad osservare il panorama, affacciandosi dalla ringhiera. Non avrebbe dovuto pensarci più. Però, insomma, non c'era modo che Mitsuba...
Click
Kou si girò di scatto, giusto in tempo per notare l'altro che, a pochi metri da lui, stava mettendo via la fotocamera. "Che cosa hai fotografato?" quella domanda gli venne spontanea. Così, mentre l'esorcista aveva ancora paura di un dialogo e si malediceva per aver aperto bocca, Mitsuba aveva iniziato a sorridere. Alzò le spalle, poi si girò verso Kou, per regalargli uno dei sorrisi più belli che si fossero mai visti.
"Non so...
Qualcosa d'importante per me... forse?"
Buongiorno rAgGi dI sOlE. Questo era il capitolo tanto atteso haha. Ripeto, è la prima volta che scrivo una cosa del genere, quindi se avete delle correzioni da farmi sarò lieta di ascoltarvi. Per farmi perdonare per l'assenza, forse oggi pubblico altri due capitoli bc why not? Ci si vede!