FIRENZE, 2021

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FIRENZE, AGOSTO 2021

Lo conobbi in una fredda giornata di gennaio, era un venerdì. Avevo da tempo smesso di credere che forzare i rapporti potesse effettivamente funzionare e che la continua ricerca di partner occasionali potesse portarmi all'effettiva realizzazione del mio concetto di felicità. La felicità... un argomento così banale e al tempo stesso così ricco di argomentazioni. Non esiste una risposta esatta a "che cos'è la felicità?", ogni persona ha una sua definizione personale, che può sfociare in un generico "avere successo nel lavoro" o "trovare l'anima gemella" oppure in una più dettagliata descrizione delle condizioni ottimali per il raggiungimento della tanto agognata "felicità". Io non ho ancora trovato la definizione che più si avvicini al mio personale concetto di felicità. Per me è fatta da quei piccoli momenti che in un'esistenza buia ti fanno ricordare che, forse, non è davvero tutto in bianco e nero. Per me la felicità sono pennellate di giallo luminoso su una foto di Parigi in bianco e nero. La felicità è il sole dopo la reclusione forzata. La felicità è vedere, dopo mesi, Santa Maria Novella riflettere la luce solare e rimanerne accecata, come se fosse la prima volta. Dopo quasi anno di reclusione, di convivenza forzata, di tanti momenti di sconforto e rari momenti di ottimismo il mondo si era rimesso in moto. A poco a poco le persone tornavano a popolare le strade, le città, le piazze. Il mercato con i suoi colori accesi e il vociare delle signore che dopo tempo si ritrovavano come se nulla fosse mai successo mi riempiva gli occhi e il cuore. Per me era tutto nuovo, come se fosse la prima volta. Feci un profondo respiro. L'aria fresca mi invase polmoni "oggi sì, oggi sono felice", pensai. Nonostante il caldo afoso di quel fine agosto, rinfrescato di tanto in tanto da un piacevole vento fresco, niente poteva togliermi quella sensazione che tutto sarebbe andato bene, quell'ottimismo che mai mi ha caratterizzata ma che ora, dopo mesi di convivenza forzata con la mia famiglia e umore altalenante, mi riempiva ogni movimento e respiro. Oggi non era una giornata qualsiasi. Oggi era la mia prima giornata di sole, di libertà dalla quarantena e la prima volta che avrei incontrato una persona per me molto speciale.

Come dicevo, lo conobbi in un freddo venerdì di gennaio. Da qualche tempo mi ero iscritta su un sito di incontri. Sapete, uno di quei siti che spesso la televisione pubblicizza, che promettono l'anima gemella a portata di click. Quel giorno stavo raggomitolata sul divano quando passò una di quelle pubblicità. Mi dissi "perché no?". Quel giorno mi sentivo sola, infelice. Avevo solo bisogno di svagare la mente, di non pensare. Sapete, da un po' di tempo mi capitano dei periodi molto bui con i quali ormai ho imparato a convivere. Arrivano come un'ombra, senza preavviso, e mi avvolgono. A volte per qualche giorno, a volte per mesi interi. Come un'ombra costante, che mi accompagna durante tutta la giornata, quotidianamente, e che si amplifica poco prima di addormentarmi. Tutti quei "ma" e "perché" che mi attanagliano la mente, fino al momento in cui sfinita e angosciata mi abbandono al sonno. Quei momenti passati a chiacchierare con perfetti sconosciuti, affidandomi a un'identità non mia, mi facevano sentire in qualche modo meglio e al sicuro dai miei fantasmi, mi aiutavano a non pensare. Non credevo e non speravo di conoscere nessuno che lasciasse un segno nella mia vita, pensavo semplicemente a scambiare due parole e qualche frammento di vita con persone che probabilmente non avrei mai visto né sentito di lì a qualche giorno. Questo è ciò che credevo. Mentivo sulla mia immagine, sul mio nome, ma non sulla mia vita. Non avere una vera identità online mi faceva sentire protetta dai pregiudizi che uno sconosciuto avrebbe potuto avere, mi proteggeva dalle potenziali delusioni che i rapporti umani possono provocare. Anche un potenziale insulto alla mia immagine sarebbe stato nullo, dato che l'oggetto dell'insulto non sarei stata comunque io. In ogni caso, non ho mai creduto davvero alla possibilità di provare dei sentimenti per una persona conosciuta in rete. Pensavo fosse utopia da film americano. Scorrendo i vari profili avevo parlato e conosciuto persone di ogni genere. Era un po' come un bar virtuale, dove prendi posto ad un tavolo e conversi con le persone più disparate, dall'anziano operaio in pensione al giovane studente d'università. Ed era esattamente ciò che accadde. Scorrevo profili, leggevo biografie e provavo a intavolare discussioni con persone con le quali mi sembrava di avere argomenti comuni. E come in un bar, alcune troncavano il discorso per fretta, per disinteresse, mentre altre si dimostravano disponibili al dialogo e alla conoscenza. Come da me previsto, le conversazioni duravano spesso poche ore e per qualche giorno, il tempo di fare un piccolo passo nella mia vita e uscirne quasi all'istante. Il tempo di una condivisione di gusti musicali o di una discussione sul perchè è meglio il cibo orientale rispetto a quello occidentale. Il tempo di una chiacchiera, e c'era già un'altra persona da conoscere. Spesso non ricordavo nemmeno i nomi, perché in quel contesto non era cosa importante. Eppure, d'un tratto, mi imbatto nel suo profilo. La descrizione coincide perfettamente con ciò mi piacerebbe trovare in un ragazzo, sia esso un amico o un potenziale compagno di vita. Per un momento fisso la schermata, indecisa se mandare un messaggio o meno. Ero lì solo per chiacchierare, e con un'identità non mia. Se mi fossi affezionata, o peggio innamorata, avrei fondato il rapporto solo su delle bugie. Non era ciò che volevo. Uscii dal mio profilo e cercai di non pensarci. Eppure, per quanto non volessi ammetterlo, non riuscivo a smettere di pensarci. Sembrava una persona interessante, con gusti per lo meno simili ai miei. Gli piaceva la musica, tant'è che ci lavorava. Abitava una delle mie regioni preferite, la Toscana. Preferiva i cani ai gatti, proprio come me. Più pensavo alle cose che ci accomunavano e più pensavo che, in fondo, due chiacchiere non hanno mai fatto male a nessuno. Riaccesi il telefono, ignorando tutte le altre notifiche e messaggi, e visualizzai il suo profilo. Non ero ancora completamente convinta di volerlo fare, ma ormai era troppo tardi, avevo già digitato il messaggio e premuto invio.


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⏰ Last updated: Apr 14, 2020 ⏰

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Nec sine te, nec tecum vivere possum.Where stories live. Discover now