ti guardo.
Ti giri e ti rigiri nel letto, forse per colpa mia, forse per colpa della tua schiena che ti da sempre un po' di fastidio.
Ogni tanto ti accarezzo e non lo so se te ne accorgi.
Il cane stanotte ha deciso di dormire sul tappeto, forse nemmeno lei mi sopportava.
Sono quasi le quattro del mattino e oltre a qualche sbadiglio. Non riesco ad addormentarmi.
Ti sei svegliato di soprassalto, mi hai guardata e mi hai chiesto perché non riesco a dormire.
Non lo so, sai? forse dormiamo troppo.
Forse è perché stiamo iniziando a rilassarci davvero tanto insieme.
E mi mancherai quando tutto tornerà alla normalità.
Forse è anche perché la mia testa viaggia.
Ti sorrido e ti dico solo che non riesco a dormire. Mi sorridi e mi prendi la mano.
Non scappo. Stai tranquillo. Sono qui con te.
Sei così bello, le braccia incrociate che escono del piumone bianco.
La testa girata di lato.
Come puoi stare con un terremoto come me?
Tu calmo e pacato.
Io un uragano e impulsiva.
Non sono mai stata davvero così felice con qualcuno come con te.
Questi giorni di forzatura ci hanno uniti ancora di più.
Io cucino e tu fai da cavia e ti spazzoli via tutto ciò che faccio, anche se non sono venuti buonissimi 'sei stata bravissima amore'. Sempre di conforto.
Io rido e tu fai il cretino.
Tu mi mostri cos'è l'amore con le piccole cose e io ti osservo.
Ogni tanto mi ripeti che vorresti un bambino e io ti riporto con la testa sulla terra ferma.
Ho ventun anni e sarebbe, troppo per me.
Mi fai le battute sul matrimonio, anche se non vorrei sposarmi. So quanto hai iniziato a tenerci tu con me.
Quando ti innamori, inizi a fare cose che prima non avresti fatto.
Inizi a prendere in considerazione, le cose che anche al sol pensiero ti facevano rabbrividire.
Poi però ti innamori. E cambia tutto.
Ti stravolge la vita.
Ma noi quando ci siamo innamorati?
L'inizio di una storia, la nostra. È iniziata così.
La scintilla è scoccata così. In una sera tutt'altro che limpida. In una sera uggiosa di fine maggio.Sono da poco tornata a casa, ha iniziato a piovere nel viaggio di ritorno, forse è un segno, forse è troppo presto per uscire con una persona nuova.
Alla fine mi sono lasciata da quanto? Due settimane? Forse nemmeno.
Ma forse era una storia finita già da mesi e mesi.
Una relazione malata, con una persona che ha fatto di tutto per farmi del male.
Quindi forse è ora che penso a me stessa. E lascio da parte le mie paranoie.
Quindi ora mangio, mi faccio una doccia rapida.
Cosa metto?
Cosa si mette alle prime uscite? Che poi è una prima uscita? Lui alla fine è un mio vecchio amico, con cui ho perso rapporti, magari vuole solo ricucire la nostra amicizia. Quindi come ci si veste per una situazione simile? Ne carne, ne pesce.
Mi infilo un paio di jeans, con quelli non si sbaglia mai. Una maglietta con la manica a tre quarti, nera e i miei dr martens.
Direi che anche se è fine maggio, col tempo che c'è, va bene come outfit.
Non sono troppo formale. Non voglio esserlo. Non lo sono.
Oddio, inizio ad avere l'ansia.
Non ho grandi aspettative, non voglio averle per poi rimanerci male.
Voglio solo essere spensierata e star bene.
Magari lui è la persona che fa per me, anche solo come amico.
Mi ha appena mandato un vocale dicendomi che sta quasi arrivando al bar.
Prendo la mia macchina, per gli amici Polly, mi dirigo anche io dove dobbiamo trovarci.
Non ricordo più che macchina aveva, o ha, non lo so se negli ultimi 5 anni l'ha cambiata.
Semaforo rosso. Ottimo ho il tempo di chiedergli che macchina ha.
Lui mi risponde 'O indovini. O vedrai.'
Così non è valido.
Non rispondo fin quando non parcheggio.
Ci vuole concentrazione, soprattutto io, che non sono una grande amica dei parcheggi e soprattutto con questo tempo, che oggi ha deciso di non stare dalla mia parte.
Abbasso la musica, faccio aumentare la velocità dei tergicristalli. E parcheggio.
Mi precede lui con un messaggio.
'Vedrai uno che scende a prendere l'ombrello.'
Scendo dalla macchina, con la consapevolezza che la pioggerellina mi avrebbe scombinato i capelli, il trucco e pure i vestiti. Ma non mi importa.
Questa volta devo andar bene io, per come sono.
'Ah ma quindi è un'Honda! Non avrei mai indovinato. Se ne vedono così poche in giro.'
'Potevi aspettarmi, ti stai bagnando tutta.'
A passo svelto, con il suo ombrello, mi raggiunge.
Non me lo ricordavo così.
Non me lo ricordavo così alto.
Così cambiato
C'ha la barba rossa e un sorriso bello da togliere il fiato. Un'accoppiata perfetta.
Ha un chiodo nero, un paio di jeans. E un maglione nero.
Chissà se anche lui ha avuto paranoie a vestirsi.
Per questa situazione che non si sa cosa sia.
Entriamo al bar e ordiniamo.
Nonostante il mio amore per la birra, preferisco tenermi la patente.
Così decido di prendere un the al limone.
E lui decide di farmi compagnia, con un the alla pesca e delle patatine fritte.
La prima cosa che mi viene in mente da raccontargli, anzi, devo dirgliela assolutamente perché non gliel'ho detta tramite telefono di proposito.
'Oggi ho aperto, per sbaglio ad un signore il camerino, pensavo fosse vuoto, sai che i clienti hanno il vizio di chiuderlo quando escono? Ecco, mi sono ritrovata questo in mutande, sono scappata in magazzino.'
Scoppia a ridere dopo aver sentito la mia figuraccia e iniziamo a parlare.
Del lavoro.
Di quello che facciamo in generale.
E piano piano il bar si svuota. E rimaniamo solo noi e i baristi che ci guardano male.
'Andiamo?' gli dico.
'Già a casa?'
'Se vuoi c'è un bar vicinissimo a casa mia, così ci beviamo una birra.'
'Andata. Fammi strada.'
'Stammi dietro se riesci.'
E così alle ventitré e trenta cambiamo bar, per raccontarci. Per passare altri minuti insieme, o magari ore. Non si sa.
Ordino io due birre, piccole, devo pur sempre guidare, un tratto di due minuti, ma è sempre meglio essere cauti. E ricominciamo a parlare. Di come ci siamo persi.
Delle nostre storie e ogni tanto guardo l'orario. È sempre più tardi.
All'una e mezza, quando il locale è vuoto, usciamo anche noi.
E ci mettiamo nel parcheggio a parlare ancora e ancora.
Fino alle 3 del mattino fin quando gli dico basta, perché il giorno dopo doveva aprire il negozio alle 9.
Mi saluta. Un saluto. Ne abbraccio, ne bacio.
Ma ero stata io a dirgli tramite messaggio di non toccarmi, perché io con il contatto fisico, sono un po' particolare.
Salgo in macchina, faccio un sospiro. Ma è come se non avessi fatto qualcosa. Forse potevo almeno abbracciarlo.
Forse se m'avesse baciato ci sarei anche stata.
Ma sono così felice.
Mi sento così spensierata che nemmeno ci credo.
Ma non voglio illudermi. Magari per lui non è così.
Arrivata a casa, mi cambio, mi strucco e mi metto a letto.
Dopo poco mi arriva un messaggio. È a casa.
'Com è andata la serata?'
'Mi sono davvero trovata bene. Spero ci vediamo presto.'
'E se ci vedessimo martedì? Ho il giorno libero.'
'Si, sarebbe bello. E per te com'è andata la serata?'
'Serio e onesto..
Stasera sarei rimasto tutta sera a parlare con te... Mi piace il tuo modo di fare e di esprimerti... Poi, anche piccolezze eh... Però certe cose che hai detto... Certe battute o certi pensieri sono gli stessi identici che faccio anche io... E la cosa mi ha un po' colpito perché credo sia difficile trovare persone che dicono o fanno le stesse cose...
Parlerai anche tanto secondo te però sei sempre interessante in quello che dici... Al contrario di me...
Non dimostri per niente la tua età sei matura ma al tempo stesso sai come divertirti... E secondo me se sto accanto a te potrei essere un'altra persona....
Cioè ok che sono uscito con poche persone nella mia vita... Ma stasera è stata l'unica volta che mi sono sentito a mio agio... Mi sono divertito molto e mi è piaciuto... E sto facendo la parte della donna ahahah '
'Stare accanto a me?'
'Si..'
'Allora starò accanto a te. Cercherò di smollarti. Non me ne vado. Mi sono davvero trovata bene come ben poche volte nella mia vita. Se non addirittura mai.'
'Lo spero davvero tanto..'
E non sono nemmeno riuscita a vedere gli altri messaggi che sono crollata nel sonno più profondo.
Nella tranquillità e felicità più totale.
Se era un sogno, non svegliatemi
perché è così che voglio sentirmi ogni giorno.