Di nuovo sola, dopo l'ennesima discussione, in quella casa grande, ordinata, pulita, maniacalmente perfetta. Un albergo a cinque stelle, come la definiva lui.
Da anni Chiara si assumeva la responsabilità di tutto, portando avanti un rapporto fragile, seppur ricco di amore e comprensione. Una fragilità dovuta in gran parte alla mancanza di polso del compagno, sempre ansioso e traballante nelle sue decisioni. Amava paragonarlo ad una canna al vento oppure al cielo limpido improvvisamente attraversato dalle perturbazioni stagionali.
Sin da bambina i suoi genitori le avevano insegnato a non restare ferma ma ad agire. Assumersi consapevolmente le conseguenze delle proprie scelte, avere il coraggio di buttarsi quando le paure e le angosce creavano inutili immobilismi: in una sola parola l'avevano aiutata a "crescere".
Era diventata una donna affermata, di successo, piena di interessi e di voglia di vivere. Quanto il gioco valeva ancora la candela? Questo legame d'amore, senza spina dorsale, la rendeva felice o le tarpava le ali della libertà e della progettualità futura?
Sedette all'angolo del letto e cominciò a cambiarsi d'abito. Indossò un paio di pantaloni, quelli comodi, quelli che non avrebbe barattato con nessun altro capo al mondo, quelli che le infondevano sicurezza e coraggio d'agire perché le calzavano come una seconda pelle. Prese le chiavi dell'auto e uscì. Anche stavolta, da sola, avrebbe affrontato questa situazione della sua vita e cambiato l'inesorabile corso degli eventi.
Una volta in strada si rese conto che il caos cittadino, normale in una grande città, era diventato più che mai insopportabile. La gente era presa dalla foga dei regali e dovunque, per le vie cittadine e nei negozi, era impossibile non trovarsi nella confusione generata dall'avvicendarsi delle feste natalizie. Chiara aveva bisogno di prendere le distanze da quella realtà che al momento le generava ansia ed inquietudine. Il suo stato d'animo non le permetteva di amalgamarsi alla routine e di partecipare alla gioia dell'Avvento; almeno non in questo momento in cui, il suo animo sgomento ed il suo cuore ferito, avevano il sopravvento.
Si avviò su un'altura, dove guardando verso il basso era possibile scorgere le vere sembianze della città, immersa in una ridente vallata e circondata da accoglienti e sinuose colline. Accostò la macchina in una rientranza della strada, scese e si chiuse alle spalle la portiera. La temperatura era bassa e l'aria gelida, tuttavia non aveva freddo. Il vento le scompigliò i suoi lunghi capelli color miele ma ebbe anche un effetto benefico sul suo viso e sulla sua testa, accalorati dai pensieri e dalle angosce generate dall'ultima discussione avuta con lui. Vista da lontano la città le sembrava piccola; la confusione generata dai clacson e dai rumori delle attività quotidiane era mitigata dal vento e dalla lontananza. Il vociare della gente era scomparso, restavano le luci bianche e quelle color arancio che emergevano prepotenti nel buio della sera. Allontanarsi per osservarla meglio era un modo per apprezzare di più la sua città, per scorgerne il profilo, la bellezza delle forme e l'atmosfera generata dalle luci. Non si era mai accorta di quanto la sua città fosse così ricca di case e palazzi, di maestosi e numerosi campanili, di ponti e di strade che univano i vari quartieri. Aveva fatto bene a fare qualche chilometro in macchina per compiacersi di quel panorama. Le aveva fatto bene riscoprire la sua città che negli ultimi giorni aveva caparbiamente accusato di essere invivibile. Ecco cosa avrebbe fatto di quelle sue vacanze natalizie: avrebbe preso le distanze da tutto e tutti!! Come da un'altura si scopre il vero volto di una città, così allontanandosi avrebbe scoperto la strada della sua vita. Dunque, non le restava altro da fare che decidere la meta, preparare le valigie e partire!
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MAL D'AMORE - Racconto
RomanceL'INCOSCIENZA....L'IRRESPONSABILITA'.....LA SUPERFICIALITA'......L'IMMATURITA'........TUTTE CAUSE DEL MAL D'AMORE