Ho la testa appoggiato sul suo petto, i nostri respiri non sono ancora tornati alla normalità.
Disegno con l'indice dei cerchi invisibili sullo stomaco del ragazzo accanto a me.
Copre con un lenzuolo i nostri corpi nudi e inizia ad accarezzarmi la schiena, provocandomi ulteriori brividi.
«Sai che tutto ciò è sbagliato vero?» chiedo guardandolo negli occhi.
«Gin sono mesi che andiamo a letto insieme. Secondo te come la prenderebbe se scoprisse che suo fratello si fa la sua migliore amica?» mi domanda il moro.
Touché, colpita e affondata.
«Sarebbe peggio se lo venisse a scoprire da solo»
Mi stacco dal suo corpo caldo e mi appresto a cercare i miei vestiti, che sono sparsi sul pavimento di tutta la stanza.
«Non so dov'è andata a finire la maglietta» esclamo abbastanza esasperata.
«Hai guardato sotto al letto?»
«Ma ti pare che possa essere finita lì?»
Decido lo stesso di dare un'occhiata e fortunatamente la trovo.
Sono intenta a recuperare l'ultimo indumento mancante quando sentiamo qualcuno bussare.
«Claudio sei in camera?» domanda la voce dall'altra parte della porta.
«Sì, sono qui»
«Posso entrare?»
«Dammi due secondi»
In questo momento mi sto facendo letteralmente prendere dal panico, se ci vedesse ora sarebbe la fine.
«Che faccio?» bisbiglio per non farmi sentire dal mio migliore amico.
«Dentro l'armadio»
Corro a nascondermi nel luogo consigliato, per entrare velocemente ho fatto cadere a terra le grucce provocando un forte rumore.
Lui si mette un paio di boxer al volo e apre al fratello.
«Ce ne hai messo di tempo» dice Cesare.
«Che c'è?»
«Cos'è vai di fretta? Cos'è stato quel fracasso?»
«Stavo cercando una cosa e mi è caduta della roba a terra»
«Ah, comunque nulla, ti volevo avvisare che esco con Chewbe. Magari passo anche a casa di Ginevra per salutarla, ultimamente è un po' fuggitiva»
A quelle parole mi blocco e trattengo il respiro, mi sento così dannatamente in colpa per tutte le bugie che gli sto raccontando, se sapesse che siamo scopamici non me lo perdonerebbe mai.
«Bene ora che mi hai raccontato la storia della tua vita puoi andare»
«Comunque dovresti mettere in ordine, hai vestiti ovunque»
Mi viene da ridere ma se mi sentisse sarei morta.
Siamo amici dall'asilo, sono sempre stata una bambina molto timida e riservata, tendevo ad isolarmi e passavo tutte le ricreazioni sola con il mio peluche di pezza. Finché un giorno si sedette vicino a me e mi chiese se volessi giocare con lui, fece così ogni giorno finché non divenimmo inseparabili.
Ci hanno sempre scambiato per fidanzatini, io invece l'ho sempre visto come un fratello, così come Claudio. Nonostante sia più piccolo di noi di tre anni è sempre stato complice di ogni nostra scorribanda.
Una promessa che ci siamo fatti è che, non ci sarebbero mai stati segreti tra di noi, invece ora stiamo vivendo una seconda vita in parallelo.
Cesare è sempre stato molto geloso nei miei confronti, sopratutto con il fratellino, quando ci mettevamo sul divano, per guardare i cartoni insieme dopo scuola, si posizionava in mezzo per dividerci.
Sento l'anta dell'armadio aprirsi e vedo uno dei fratelli Cantelli porgermi una mano per aiutarmi ad uscire dal nascondiglio.
«Sta andando da te, ancora, cosa ti inventerai questa volta?» mi domanda lui.
Sospiro, questa situazione sarebbe più facile da gestire se sapesse la verità ma non saprei proprio da dove iniziare.
«Non ne ho idea»
Mi siedo sul letto e lui si posiziona difronte alla mia visuale, è ancora in mutande e la cosa non mi aiuta per niente.
«Potresti coprirti?» chiedo
«Cos'è ti vergogni?»
Si avvicina a me e senza staccare mai il contatto visivo, inizia a baciarmi il collo, provo a opporgli resistenza, dovrei andare via prima che Cesare arrivi da me, alla fine però cedo.
Iniziamo a baciarci con foga e affondo le mie unghie nella sua pelle, finché non sento il cellulare squillare ed è proprio il mio migliore amico. Mi alzo di scatto prima che vada in segreteria telefonica.
«Pronto» rispondo ansimante.
«Ginni ma dove sei? Sono sotto casa tua, volevo salutarti»
«Sono a fare un giro con il motorino»
Mento spudoratamente, sento Claudio farsi sempre più vicino, sussulto nel momento in cui mi cinge i fianchi con le sue mani.
«Ti va di vederci al solito parco? Così faccio correre anche un po' Chewbe»
Il ragazzo dietro di me inizia nuovamente a lasciarmi una scia di baci umidi fino a metà schiena, provo a mantenere il controllo.
«Mh mh» l'unica cosa che riesce a uscire dalla mia bocca.
Mi slaccia i jeans, provo a liberarmi dalla sua presa ma lui mi afferra ancora più saldamente facendo scontrare i nostri corpi, un gemito esce dalla mia bocca.
«Perfetto, io 10 minuti e sono lì. Invece te tutto bene?»
«Sì, a dopo» dico il più velocemente possibile.
«Ma sei pazzo? Spero non mi abbia sentita» urlo mentre riesco finalmente a staccarmi da lui.
«Io mi stavo divertendo, potremmo continuare»
«No» esclamo schietta.
Mi sistemo alla bene meglio, prendo il casco dalla scrivania e mi dirigo vero l'uscita.
«Un bacio me lo potresti dare» dice Claudio parandosi davanti.
Alzo gli occhi al cielo, ogni volta è la stessa storia, deve capire che oltre a del sano sesso tra me e lui non c'è altro.
Decido tuttavia di accontentarlo, un bacio casto di sfuggita, senza nulla di più.
Fuori il sole splende, per essere già arrivato ottobre le giornate sono bellissime.
Allaccio il mio giubotto di pelle rosa e sciolgo i capelli, mi incammino velocemente vero il mio scooter che ho nascosto in una traversa qua vicino, metto il casco e sfreccio velocemente tra le vie di Bologna.
Parcheggio nell'unico posto libero che trovo, arrivo all'entrata e noto Cesare di spalle che sta lanciando un bastone al cane.
Mi avvicino di soppiatto e gli copro gli occhi con le mani.
«So che sei Ginevra, sento il profumo di Narciso Rodriguez da qua» dice lui.
«Uffa, così non è divertente»
Lo saluto con un tenero bacio sulla guancia, mi sorride e sento i sensi di colpa farsi strada tra i miei pensieri.
«Che hai? Prima in chiamata eri strana» domanda.
Quanto vorrei dirgli tutto e levarmi questo enorme peso da dosso, magari non la prenderebbe nemmeno così male, oppure vorrà chiudere ogni tipo di rapporto con me.
«No, nulla ero solo immersa nei miei pensieri»
Ci avviamo verso l'unica panchina al sole rimasta libera, seguiti da Chewbe che continua a giocare con il pezzo di legno.
«Sarà, però ricordati che ti conosco da 22 anni e so quando menti. Sta sera ti va di venire da me? Ho casa libera, c'è solo quel rompipalle di mio fratello, ci prendiamo una pizza e vediamo il nostro film preferito»
Mi guarda con gli occhi da cane bastonato, ogni volta che mi deve convincere utilizza questa tecnica.
«Va bene, però sappi che un giorno userò anche io questa tattica con te e non potrai resistere ai miei occhioni azzurri»
Scoppiamo a ridere, con lui mi sento libera di essere me stessa, più leggera.
In questo ultimo periodo sono molto fugace nei suoi confronti, non stiamo passando più tanto tempo insieme. Io tra università, lavoro e il mio scopamico impegno le mie giornate mentre lui è quasi sempre in studio a registrare per Space Valley.
«Alle 20 da me?» chiede.
«Certo, vado che ho bisogno di una bella doccia.»
L'orario concordato è arrivato, sono già davanti al cancello di casa sua, suono il citofono e senza nemmeno sapere chi sia mi apre.
«Sarei potuta essere un ladro e tu mi fai entrare così?» mi beffeggio del mio migliore amico.
«Perché secondo te i ladri suonano per entrare?»
Ci rifletto su qualche secondo e in effetti come dargli torto.
«A che ora arriva la pizza? Io ho fame» domando lamentandomi come mio solito.
«Ancora mi chiedo come fai ad avere sempre fame ed essere così magra senza fare attività fisica. Comunque arriva tra un quarto d'ora»
«Farà un altro tipo di attività fisica» esclama Claudio entrando in salotto.
Gli lancio un'occhiataccia mentre Cesare, che è proprio accanto a me, inizia a ridere.
«Guarda che sto scherzando, si sa che sei una santarellina» aggiunge facendomi l'occhiolino.
Siamo seduti tutti e tre sul divano, strano ma vero per questa volta sono io in mezzo, anche se mi accoccolo tra le braccia del mio migliore amico.
Il film parte e le prime immagini di About time appaiono sullo schermo. Penso che da quando è uscito il film l'avremmo visto un centinaio di volte, tanto da sapere a memoria tutte le battute.
Cesare si è addormentato e io ho un bisogno urgente di andare in bagno, mi muovo lentamente stando attenta a non svegliarlo.
Mi sistemo la cintura dei pantaloni ritornando di la e vado a sbattere contro qualcosa, o meglio qualcuno, prendendomi un colpo.
Illumino il volto della persona davanti a me con la torcia del cellulare.
«Sei matto? Mi hai fatto prendere un infarto» sussurro per paura che qualcuno possa sentirmi.
«È tutta la sera che aspetto che mio fratello si addormenti, potremmo riprendere da dove abbiamo lasciato»
Mi accarezza il viso e possa le sue labbra sulle mie, mi stacco velocemente.
«Se ci scoprisse non so chi dei due rischierebbe di più» gli dico guardandolo negli occhi.
«Farlo con la consapevolezza di essere scoperti rende tutto più eccitante»
Si morde il labbro inferiore e ogni volta che lo fa impazzisco.
Entriamo in camera chiudendo delicatamente la porta dietro di noi.
Mi butta su letto e toglie la maglietta, lasciandomi piena visione del suo corpo, poi sfila la mia che lancia in una parte non ben definita della stanza.
Inizia a baciarmi il collo, per poi passare al petto e proseguire fino alla mia intimità.
Mentre sta slacciando i miei pantaloni sentiamo la porta aprirsi, la luce farsi largo nel buio e la figura di Cesare far capolinea davanti a noi.
Rimane immobile, non dice una parola, vedo che chiude i pugni e serra la mascella.
«Oh cazzo» urlo mentre vedo che si sta allontanando.
Claudio si sposta facendomi passare, prendo la prima felpa che trovo sulla sedia vicino al letto e corro per raggiungerlo.
Vedo il portone di casa spalancato, esco fuori e una brezza fresca mi colpisce in pieno viso.
È seduto su una sedia con accanto Chewbe, ha le mani poggiate al viso e sta piangendo.
Ecco lì il mio peggiore incubo diventare reale, mi avvicino cautamente e mi metto difronte a lui.
Vorrei tanto parlare ma penso che finirei solo per peggiorare la situazione.
«Da quanto tempo è che va avanti questa storia tra voi due?» interrompe il silenzio.
Mentire ora non servirebbe a nulla, meglio dire la verità.
«Qualche mese, forse tre o quattro»
«Incredibile, io per tutto questo tempo non mi sono accorto di nulla, che idiota che sono»
Scuote la testa, guarda un punto fisso non ben definito del pavimento.
«Avresti potuto andare a letto con chiunque ma non con lui e sai perché?»
«No» dico a voce bassa.
«Fin da piccoli lui ha avuto tutto ciò che desiderava, è sempre stato il più viziato essendo il più piccolo. Mi sono sentito dire per anni che Claudio è la mia versione venuta meglio, che la gente lo preferisce a me. Invece te mi sei sempre stata accanto, anche quando tutti se ne andavano tu c'eri, quando tutto faceva schifo eri al mio fianco. Ti sentivo come una cosa solo mia e di nessun altro.»
Inizia a singhiozzare e io con lui, fa un grosso respiro e torna a parlare.
«Sono geloso di te e lo sai, tra di noi c'è sempre stata solo un'amicizia anche quando ero innamorato di te alle medie. Ho sempre fatto in modo che tu fossi felice, anche se questo avrebbe significato reprimere i miei sentimenti.
Ad oggi pensavo di esserci riuscito ma quando ti ho vista lì, nel suo letto, il mondo mi è crollato addosso Ginevra. Vorrei tanto odiarti ma mentirei sia a te, che a me stesso»
Mi accascio a terra, non mi sarei mai aspetta queste parole da parte sua, anzi in tutti questi anni solo in rare occasioni mi ha detto ti voglio bene.
Forse non è la cosa più giusta da fare, magari ce ne pentiremo a vita ma peggio di così le cose non potrebbero andare.
Mi alzo, non mi ha degnato nemmeno di uno sguardo durante tutta la conversazione.
Prendo tra le mani il suo viso, sento la barba sulla mia pelle, lo guardo dritto negli occhi e in 22 anni non l'ho mai visto così.
Premo le mie labbra contro le sue, sussulta, evidentemente non se lo aspettava ma poi inizia ad approfondire il bacio, un bacio che sa di lacrime e paura.
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Il fratello del mio migliore amico|| C. Cantelli
Fanfiction«Premo le mie labbra contro le sue, sussulta, evidentemente non se lo aspettava ma poi inizia ad approfondire il bacio, un bacio che sa di lacrime e paura.»