Alex si svegliò e, come ogni mattina, provò a buttare giù dal letto sua sorella Grace, ma lei non c'era.
<<Che strano, di solito non si sveglia mai presto>> Subito si preoccupò e pensò che le fosse successo qualcosa, che Adrian le avesse fatto qualcosa, ma alla fine cercò di tranquillizzarsi. Non doveva essere apprensiva, Grace stava bene e probabilmente era andata a scuola per qualche motivo particolare. Ovviamente non riuscì a calmarsi del tutto e, una volta andata a scuola, cercò la sorella, ma questo non fece altro che aumentare la sua preoccupazione, perché la ragazza non era da nessuna parte.
Non tanto caro Adrian,
sin da quando ero bambina hai provato a decidere per me qualsiasi cosa. Hai provato a farmi essere obbediente, gentile e docile, come se fossi un animale e non una persona. Provasti a impormi di truccarmi, di curare di più i miei capelli, di avere le unghie lunghe e hai provasti anche a dirmi di depilarmi. Ogni volta che non rispettavo i tuoi stupidi canoni tu m'insultavi, mi dicevi che ero una scimmia, che facevo schifo, che avresti preferito avere un figlio maschio e che ero la tua più grande delusione. Mi facevi sentire inadeguata e io iniziai a pensare che forse era davvero così, che forse dovevo cambiare e ascoltarti, che lo facevi per il mio bene. Lasciai crescere i capelli, iniziai a truccarmi, a depilarmi anche se avere i peli non mi rendeva meno bella o altre stronzate di cui eri convinto, a mettere lo smalto e a indossare dei vestiti che tu consideravi più adatti a una ragazza, come delle maglie più aderenti e delle gonne. Non capivi che mettere dei pantaloni al posto di mettere una gonna non mi rendeva meno donna e non mi faceva essere un "maschiaccio", perché i vestiti non hanno sesso. Il risultato? Non ero più me stessa. All'inizio non l'avevo capito e, anzi, ero contenta che mi dicessi che forse non ero un completo fallimento, ma poi, un giorno, mi guardi allo specchio e chiesi a me stessa:"Ma questa ragazza chi è?". Non ero più io, quella lì. Ero diventata qualcun'altra e quest'altra ragazza era totalmente il mio opposto. Presi la prima forbice che trovai e tagliai i miei capelli quasi a zero, misi dei jeans e una felpa e mi struccai. Quando tu mi vedesti, ovviamente, non reagisti bene, per niente. Ero diventata di nuovo la tua più grande delusione. Sapevo ti saresti arrabbiato e forse avrei dovuto immaginare che saresti arrivato a picchiarmi. Certo, in passato l'avevi già fatto, ma non eri mai arrivato a picchiarmi così forte. Quella volta Alex si mise in mezzo a noi due per dividerci, cosa che non aveva mai fatto, poiché aveva sempre cercato di fermarti con le parole, ma, ovviamente, non aveva mai funzionato. Forse quella volta aveva capito che se non ti avesse fermato, mi avresti rotto qualche ossa. La spingesti e cadde a terra, ricordi? Volevi concentrarti su di me, solo su di me, ma lei non te lo lasciò fare. Si mise in mezzo ancora e ancora, fin quando, stanco delle sue intromissioni, non le desti uno schiaffo. A me avevi fatto molto di più e in molte altre occasioni, ma appena ti rendesti conto di quello che avevi fatto, indietreggiasti, spaesato, poi andasti via. Si capiva che non avresti mai voluto farle del male, mentre a me... Oh, a me sì.
Non mi hai mai voluta bene, vero? Ma ormai non importa più, perché ti sto scrivendo questa lettera per dirti che sto per andare via per sempre.
Vaffanculo, dal profondo del cuore, Grace.
Questa fu la lettera che Alex lesse quando tornò a casa, lettera che non aveva visto qualche ora prima. Dire che ne fu distrutta era un eufemismo, perché, insomma, sua sorella, la ragazza a cui teneva di più al mondo, era scappata di casa e lei non sapeva se l'avrebbe più rivista. Corse in camera sua, perché sapeva che sua sorella non l'avrebbe mai lasciata senza dirle qualcosa e, infatti, trovò una lettera sul pavimento. Probabilmente l'aveva fatta cadere quella mattina e, ancora assonnata, non si era resa conto di niente. Subito lesse la lettera e, se sperava di trovare una smentita a quello che aveva scritto al padre, si sbagliò di grosso.
Grace se n'era andata e probabilmente non sarebbe più tornata...
Alex quel giorno pianse come non aveva mai pianto in tutta la sua vita, ma poi si diede da fare e andò a cercarla. Vagò per giorni per le strade della sua città, ma poi Adrian, che era andato a cercarla, la trovò e la riportò a casa.
La ragazza, però, sapeva che niente sarebbe stato più lo stesso senza sua sorella.
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Escapes
RomanceGrace, dopo una vita passata a subire le violenze del padre, sparisce nel nulla, ma Alex, sua sorella, è decisa a ritrovarla e ha intenzione di fare qualsiasi cosa per riuscirci, a qualunque costo.